giovedì 27 settembre 2007
Un'occhiata all'estero: FRANCIA
(ASAPS) PARIGI (FRANCIA), 27 settembre 2007 – “Motociclisti e scooteristi pagano cara, spesso con la vita, la fluidità nel traffico”: è la conclusione, fin troppo ovvia, ma purtroppo veritiera dai dati incrociati della sinistrosità, alla quale sono giunti gli esperti dell’Osservatorio Interministeriale francese sulla Sicurezza Stradale (OSNIR). Le cifre nere della strada dicono infatti che per un centauro, il rischio di incorrere in un incidente stradale è venti volte più elevato rispetto al conducente di un’automobile. Un dato tra tutti: i motoveicoli rappresentano in Francia lo 0,8% del traffico stradale, ma il 17% delle vittime era in sella ad una dueruote. “La moto è di gran lunga il mezzo più pericoloso – sottolinea il capo dell’OSNIR Cécile Petit – ed il motociclista l’utente più vulnerabile”. Ancor più di pedoni e ciclisti e, probabilmente, il paragone calza a pennello anche in Italia. Eppure, questo rischio viene accettato, se è vero che moto e scooter seducono ogni giorno un numero sempre maggiore di francesi. “L’emergenza sicurezza degli scooter – si legge in un comunicato stampa dell’AXA pubblicato ieri su Le Monde – si presenta come un fenomeno crescente, dal momento che questa categoria di motoveicoli costituisce ormai il 28% del parco moto”. È dunque il momento di indurre un’evoluzione del comportamento di questo tipo di utenza, considerata – in molti stati europei – come la più irriguardosa nei confronti non solo del codice della strada, ma anche di tutte le norme relative a buonsenso e prudenza. Lo stesso dipartimento della Sécurité Routière, ha dedicato allo scooter un rapporto particolareggiato, ispiratore di una riforma voluta con forza dal sindaco di Parigi, Bertrand Delanoë, varata lo scorso 19 marzo con la “Carta delle dueruote motorizzate”: motociclisti e scooteristi si impegnano a rispettare alcune consegne di prudenza e rispetto verso le altre utenze deboli (ad esempio non impegnare mai le piste ciclabili e le corsie preferenziali) ed in cambio possono superare le file di auto a destra e sinistra e parcheggiare liberamente dove vogliono, marciapiedi compresi, a patto di non essere d’intralcio. “Le carreggiate devono essere utilizzate da tutti in una buona armonia – ha detto il sindaco – ma quello che ci interessa di più, è la vita”. L’approccio al fenomeno si è rivelato estremamente allettante, così tanto da accontentare anche i battaglieri motards, organizzati in Francia quasi come un partito: secondo il rapporto MAIDS, stilato dall’ACEM (l’Associazione europea costruttori di moto), analizzando le fattispecie di incidente con il coinvolgimento di auto e moto, è emerso che nel 62,9% dei casi la totale responsabilità è addebitata all’automobilista, particolare confermato anche dal dipartimento ministeriale della sicurezza stradale. “La mancanza d’attenzione da parte degli automobilisti nei confronti delle dueruote – dicono alla Sécurité Routière – è troppo spesso la causa d’incidente”, trovando pieno appoggio alla FFMC (Federazione Francese Motociclisti in Collera): “Educazione e formazione –– aggiunge Eric Thiollier, portavoce dell’organizzazione – sono i soli mezzi che abbiamo per far evolvere i comportamenti ad un livello di responsabilità che possa dirsi accettabile”. Per responsabilizzare gli automobilisti ad un maggior rispetto nei confronti dei centauri, è anche allo studio la proposta di “costringere” i candidati alla patente “B” a trascorrere, durante il periodo di scuola guida, alcune ore in sella ad una moto. (ASAPS)
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