mercoledì 20 aprile 2011

A Melbourne bastano 5 minuti per far partire la multa selvaggia (e tecnologica)

MILANO - Bastano 5 minuti di ritardo per venir puniti, e non ci saranno scuse che tengano sulle strade di Melbourne. Un sistema tecnologico ultra sofisticato avvertirà immediatamente i vigili o le guardie del parcheggio a pagamento che il motociclista ritardatario non è in regola con il tagliando di sosta, e il vigilantes di turno correrà a multare il povero malcapitato. Risultato: in 4 anni il comune australiano non solo avrà recuperato le spese per l'installazione della tecnologia e il funzionamento dei software, ma avrà anche incassato quasi 12 milioni di dollari australiani in più, circa 8 milioni di euro.
LA TECNICA – La caccia al pagante ritardatario avviene sotto il cemento del manto stradale: è qui che verranno collocati i nuovi sensori, in grado di riconoscere la moto che si sistema dentro le strisce e altrettanto pronti a segnalare quando questa abbandona l'area di parcheggio. Ma l'allerta via palmare al vigile scatta solo se il tempo di sosta prepagato è finito da 5 minuti. Un lasso di tempo così breve da tenere sull'attenti ogni motociclista coinvolto, perché per tale ritardo è già prevista una pena pecuniaria. Il comune di Melbourne sta iniziando ad installare il nuovo meccanismo in alcune aree della città, per ora unicamente in alcuni park per due ruote (meno di 5mila), e da luglio il progetto prenderà il via. I proventi del sistema di controllo – 12 milioni di dollari in 4 anni, decurtando già i 5 milioni di costo delle apparecchiature – si aggiungeranno alle entrate dovute alle multe che fanno sorridere le casse della città: lo scorso anno circa 33 milioni di dollari australiani, ovvero 22 milioni di euro.


CONTROLLI ALTERNATIVI – Come racconta il Sidney Morning Herald questa non è la sola idea australiana per rimpinguare le casse comunali (e le multe, notoriamente, in ogni parte del mondo sono un ottimo generatore di guadagno per le pubbliche amministrazioni locali). La stessa città australiana ha ideato un sistema di controllo delle targhe che segnala in automatico i dati di quegli automobilisti ritardatari che lasciano il veicolo in sosta oltre il tempo stabilito.

Eva Perasso
20 aprile 2011 www.corriere.it

domenica 17 aprile 2011

Ciclomotori, targa obbligatoria anche per quelli in circolazione da prima del 2006

(ASAPS), 5 aprile 2011 – I ciclomotori in circolazione da prima del 14 luglio 2006 dovranno avere la targa. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il relativo decreto del Ministero delle Infrastrutture ed entro il 1° giugno 2011 la targa dovrà essere richiesta dai proprietari di ciclomotori con il contrassegno che inizia per “0”, “1” e “2”. Scadenza prolungata al 31 luglio 2011 per chi ha una sequenza che inizia con “3”, “4” e “5”; sino al 29 settembre 2011, avranno invece tempo i proprietari di ciclo con contrassegno che inizia con “6”, “7” e “8”. Ultima scadenza al 28 novembre 2011, e comunque non oltre il 12 febbraio 2012, per i contrassegni che iniziano per “9” o con la lettera “A”. (ASAPS)

venerdì 8 aprile 2011

Firenze: al via la proposta di legge popolare per l’Omicidio Stradale Il sindaco Matteo Renzi raccoglie la sfida dei genitori di Lorenzo Guarnieri, ucciso sulla strada da un uomo ubriaco e drogato

(ASAPS) FIRENZE, 1 marzo 2011 – È fatta: il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, ha tenuto fede alla parola data, qualche mese fa, a Stefano Guarnieri, padre di un ragazzo di 17 anni, Lorenzo, ucciso nel capoluogo toscano dal conducente di un motociclo, risultato poi in stato di ebbrezza da alcol e stupefacenti. In questa iniziativa, ora lo possiamo dire, c’è di mezzo lo zampino dell’Asaps che, all’indomani della promessa di Renzi di promuovere una proposta di legge popolare per applicare a certi casi di omicidio colposo le pene di quello volontario, ha elaborato nell’ambito del proprio ufficio studi l’idea che, se davvero si vuole una legge giusta, si deve prevedere una quarta forma di omicidio, oltre a quelle già esistenti. Accanto all’omicidio volontario, a quello preterintenzionale e a quello colposo, serve affiancare l’istituto dell’omicidio stradale. Un abbozzo piuttosto circostanziato, di come secondo noi dovrebbe essere – sentito ovviamente il parere di alcuni esperti in materia, tra cui avvocati e magistrati – ha corredato una notizia apparsa sul nostro sito lo scorso 10 dicembre 2010 (leggi qui): Stefano, un manager di un’importante multinazionale, ha letto la nostra valutazione e ci ha subito contattati per instaurare un rapporto di collaborazione. Il presidente dell’Asaps, Giordano Biserni, ha dunque incaricato il redattore di quella valutazione, Lorenzo Borselli, di partecipare al gruppo di lavoro che, attorno all’incredibile spinta volitiva di Stefano Guarnieri si è formato. Insieme Il fulcro del lavoro, il perno attorno al quale si svilupperà l’attività, è l’Associazione Lorenzo Guarnieri (www.lorenzoguarnieri.com), che ha approntato una proposta del tutto inedita, nel nostro paese, seguita con attenzione dalla McKinsey & Company, una delle più prestigiose società di consulenza al mondo, che prevede – in caso di successo – di certificare ed esportare il progetto anche all’estero. Oltre alla proposta di legge popolare, infatti, l’associazione ha elaborato – seguendo un approccio anglosassone al problema – un piano strategico per la sicurezza stradale da snodare nel prossimo quinquennio nell’ambito del comune di Firenze. L’esperienza subita dalla famiglia Guarnieri è tragica, ma a differenza di molti altri casi ai quali l’Asaps si è avvicinata, nel suo cammino, non c’è una spirale di dolore attorno al quale babbo Stefano e mamma Stefania si sono lasciati cadere. No. Il progetto è solido e vale la pena di tentare. Noi faremo la nostra parte con un compito preciso: fare il bagno di verità alle parole che i genitori di Lorenzo si sono sentiti dire e che, in questo cammino appena iniziato (ma col vento in poppa) in molti cercheranno di rovesciare loro addosso. Come accettare il fatto che chi ti uccide il figlio travolgendolo con un veicolo, in preda ad alcol e droghe, venga giudicato per un reato colposo? Come accettare il fatto che non esista un progetto, che possa dirsi tale, che nasca con lo scopo di abbattere completamente la mortalità e che non sia al momento considerato possibile conseguire tale obiettivo? Nel nord Europa, col progetto Visione Zero, molti stati ci sono riusciti. Noi siamo ancora all’inizio e vale la pena di tentare. (ASAPS)

Ciclomotori, targa obbligatoria anche per quelli in circolazione da prima del 2006

(ASAPS), 5 aprile 2011 – I ciclomotori in circolazione da prima del 14 luglio 2006 dovranno avere la targa. La Gazzetta Ufficiale ha pubblicato il relativo decreto del Ministero delle Infrastrutture ed entro il 1° giugno 2011 la targa dovrà essere richiesta dai proprietari di ciclomotori con il contrassegno che inizia per “0”, “1” e “2”. Scadenza prolungata al 31 luglio 2011 per chi ha una sequenza che inizia con “3”, “4” e “5”; sino al 29 settembre 2011, avranno invece tempo i proprietari di ciclo con contrassegno che inizia con “6”, “7” e “8”. Ultima scadenza al 28 novembre 2011, e comunque non oltre il 12 febbraio 2012, per i contrassegni che iniziano per “9” o con la lettera “A”. (ASAPS)

Cala il numero complessivo dei sinistri (-12,2%) e quello delle vittime (-17%) In diminuzione anche le persone ferite (-16,9%)

(ASAPS), 8 aprile 2011 - L’andamento dell’incidentalità sull’intera rete autostradale nei primi tre mesi del 2011 rivela una andamento decisamente migliore rispetto allo stesso periodo del 2010. Si segnala una diminuzioni sia per quel che riguarda il numero complessivo dei sinistri, sia per vittime e feriti. Un quadro nettamente positivo che emerge dai dati rilevabili dal sito della Polizia di Stato. Entriamo nel dettaglio. Gli incidenti complessivi, secondo i dati della Polizia Stradale, ammontano a 6.902 impatti con calo del 12,2% rispetto ai 7.863 del primo trimestre del 2010. I feriti sono stati 3.043, con un calo del 16,9% rispetto alle 3.663 persone che sono dovute ricorrere al pronto soccorso nei primi tre mesi dello scorso anno.
Positivo anche il dato riferito alle vittime che sono state 68 nel trimestre. In questo caso si contano 14 lenzuoli bianchi in meno e una diminuzione del 17% rispetto agli 82 decessi dello stesso trimestre del 2010. Positivi anche i numeri riferiti all’incidentalità grave che evidenziano un calo del 25% rispetto all’anno scorso. (ASAPS)

Padova, il ministero dichiara fuorilegge le strisce 'padane' su fondo verde

Padova, 8 aprile 2011 - Le strisce pedonali “padane”, cioè bianche su fondo verde, sono fuori legge secondo il ministero dei Trasporti. L’iniziativa delle strisce verde era nata da parte di alcuni sindaci leghisti dell’alta padovana, precisamente nei comuni di San Martino di Lupari e San Giorgio in Bosco, ma non è sfuggita al consigliere regionale del Pd, Piero Ruzzante, che ha sollevato il caso chiedendo l’intervento del ministero.

Come riporta oggi il quotidiano ‘Il Mattino di Padova’, il caso era nato a San Martino di Lupari dove un centinaio di strisce pedonali di segno leghista avevano colorato il piccolo paese. Le strisce padane, però, non hanno incontrato il plauso ministeriale che con una nota ha posto termine alla colorata iniziativa del Carroccio locale. Il prefetto di Padova, Ennio Maria Sodano, ha fatto propria la nota ministeriale e scritto ai sindaci col pallino delle strisce pedonali colorate, a tutti i sindaci della provincia e alle forze dell’ordine.

Nella norma ministeriale si fa presente che “se la colorazione del fondo stradale è localizzata in corrispondenza dell’attraversamento pedonale e realizzata utilizzando vernici, rientra nel campo della segnaletica stradale orizzontale e di conseguenza tale pratica è vietata”. Altra cosa sarebbe, poi, se il conglomerato con cui viene realizzato il manto stradale fosse di colore diverso. La nota del ministero dei Trasporti aggiunge quindi “anche la recente normativa europea, relativa alla segnaletica orizzontale, fa riferimento esclusivamente ai colori bianco e giallo”. Il verde sembra essere proprio escluso.

Secondo il prefetto di Padova cambiare il colore della segnaletica potrebbe causare gravi responsabilità soprattutto in caso di incidenti. La Prefettura invita a apportare verifiche e sanare le irregolarità. Plauso è arrivato dagli esponenti del Pd, soddisfatti della nota ministeriale e rassicurati dal pericolo scampato di “padanizzazione” del manto stradale.

A San Giorgio in Bosco, in particolare, è stata utilizzata vernice verde e azzurra per una decina di attraversamenti pedonali, mentre oltre un centinaio sono le strisce verdi a San Martino di Lupari. Le spese per riportare le strisce alla normalità nazionale, secondo l’esponente del Pd Ruzzante, dovranno essere a carico dei sindaci leghisti.



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