lunedì 7 dicembre 2009

"Si ai 150 in autostrada" Matteoli accetta la proposta

Si avvicina l'arrivo dei 150 orari in autostrada: a scendere in campo stavolta è lo stesso Ministro dei trasporti. "Sono favorevole alla proposta della Lega per innalzare il limite di velocità a 150 km orari nei tratti autostradali a tre corsie e dove c'è il tutor" ha infatti tagliato corto Altero Matteoli.

Va detto che questo concetto il Ministro lo aveva più volte appoggiato e anche stavolta non dimentica di ricordare che "sono stato sempre favorevole ad aumentare la velocità in alcune autostrade che hanno le caratteristiche adatte come le tre corsie e il tutor ma non per tutte le auto, ma per quelle che per cilindrata e caratteristiche di sicurezza, possono viaggiare tranquillamente a 150 km orari. Certo non le piccole auto".

Qui si apre però il vero problema della questione: stabilire quali siano le 'piccole auto' diventa impossibile. Piccole per cilindrata? Non è un parametro di sicurezza. Piccole per dimensioni? Nemmeno. E poi c'è la questione che già oggi è in vigore - come pochi sanno - il limite di 150, ma solo su determinate strade e in condizioni di perfetta visibilità, come recita il codice della strada. La scelta di passare da 130 a 150 è infatti lasciata al gestore della strada che fino a oggi si è ben guardare da applicare la norma. Motivo? La Ue ha in progetto di bloccare a 170 km/h elettronicamente tutte le auto e ha un corposo studio che dimostra come una riduzione di appena 3 km/h della velocità media permetterebbe di salvare da 5.000 a 6.000 vite ogni anno in Europa.

Il Tutor stesso ha dimostrato in modo inequivocabile che diminuendo la velocità crolla anche la mortalità, per cui nessun gestore di autostrade in Italia si è voluto prendere la responsabilità di passare a 150.

In ogni caso il progetto va avanti: il testo del disegno di legge che azzera il livello di alcol nel sangue per i neopatentati, spiega Matteoli, "dovrà comunque tornare alla Camera, perchè sono state apportate alcune modifiche. Anche alla Camera, dove c'è stata unanimità sul testo, c'era stata una proposta in tal senso. Poi era stata stralciata per licenziarlo all'unanimità. Non mi scandalizza che alcuni non siano favorevoli a questa proposta. Ma non mi sembra scandalosa la proposta della Lega".

Immediata la reazione del Pd: il senatore Marco Filippi, capogruppo del PD in commissione Lavori Pubblici e Comunicazioni del Senato, ha criticato la proposta della Lega, avallata dal Ministro Matteoli: "Una volta tanto che una misura di sicurezza stava funzionando bene, con il tutor che dove è applicato ha diminuito gli incidenti in modo drastico, ecco subito che ci si ingegna su come vanificarla. Aumentare i limiti di velocità significa solo una cosa: aumentare il numero dei morti sulle autostrade. Non è un caso se nessuna delle concessionarie ha deciso di applicare la norma che già lo consente".

"Si tratta di pura propaganda - ha concluso Filippi - perché anche il guadagno in termini di tempo è ridicolo considerata l'attuale stato delle strade, ma molto pericolosa. Mentre si cerca di fare un lavoro serio per far diminuire i numeri delle vittime della strada c'è chi va in caccia di facili consensi, da un lato proponendo pene altissime per chi causa incidenti mortali e dall'altro facendo in modo che di fatto il rischio di incidenti diventi molto più alto."
da www.repubblica.it

venerdì 4 dicembre 2009

Automobilisti: uno su tre non vede affatto bene

Atro che alcol, droghe o colpi di sonno: a mettere in crisi la sicurezza stradale è il fatto che un automobilista su tre non ci vede. "Non ci vede" non è una battuta ma una considerazione tecnica visto che secondo una ricerca realizzata dall'Università Bicocca di Milano il 32% dei conducenti di autoveicoli non ha i requisiti minimi di capacità visiva richiesti dalle legge.

Il progetto universitario, battezzato "'L'importanza di una corretta compensazione visiva per una guida sicura" per valutare quanto una non corretta visione influisca sulla capacità di guida, passa poi anche alle prove pratiche: nello spazio Quattroruote al Motorshow di Bologna, sarà a disposizione dei visitatori un simulatore di guida.

L'importanza di una corretta percezione visiva per la prevenzione degli incidenti stradali è stata avvalorata anche dal Nuovo Codice della Strada (CdS) che ha introdotto l'obbligo di tenere accese le luci dell'auto durante il giorno, oltre che da ricerche che dimostrano come, nelle ore diurne, le auto di colori scuri o poco appariscenti, come il nero, sono più soggette a incidenti.

Per questo è importante chiedersi quanto una visione non adeguata o un difetto sottocorretto possano incidere sull'efficienza visiva, o se l'attuale esame della vista per il conseguimento della patente sia o meno adeguato a testare le capacità. E ancora quanto una "non correzione" del difetto visivo possa incidere sulla capacità di condurre un mezzo.

4 dicembre 2009 DA WWW.REPUBBLICA.IT

giovedì 3 dicembre 2009

Si sta correndo troppo veloce in auto? Un sms arriva sul cellulare autorizzato

(ASAPS), 3 dicembre 2009 – L’ultima invenzione in materia di sicurezza stradale, in particolar modo degli automobilisti più giovani, si chiama “Locus”. Si tratta di un dispositivo che, combinando Gps e telefono cellulare, riesce a controllare la posizione di un veicolo in movimento, inviando longitudine e latitudine del mezzo su numeri di cellulari autorizzati. Il sistema, inoltre, consente di conoscere la velocità a cui sta andando il veicolo monitorato.
“Siamo stati subissati di richieste da parte di genitori preoccupati dai dati sulle tragedie del sabato sera – ha spiegato Lisa Mazza, responsabile della Metripoltrading, ditta che distribuisce il prodotto. Locus è una scatoletta blu, concepita come antifurto satellitare, ma che di fatto si propone anche come ‘deterrente’ contro le stragi del sabato sera. Impostando un velocità massima da rilevare, infatti, avverte con un sms al numero di cellulare autorizzato se chi guida l'auto sta andando troppo veloce”. (ASAPS)

Cosa succede all'estero: Canada

(ASAPS) QUÉBEC (CANADA), 3 dicembre 2009 – La provincia canadese del Québec abbasserà presto la soglia legale alcolica da 0,8 grammi di alcol per litro di sangue a 0,5 g/l, adeguandosi allo standard europeo. È questa l’ultimora che irrompe da Oltreoceano. Una novità che adegua la legislazione del Québec, la provincia più estesa e la seconda più popolosa dopo l’Ontario, alle altre province canadesi e che ha fatto davvero molto rumore, perché rompe definitivamente con una tradizione, quasi tutta anglosassone, che finora ha sempre teso alla conservazione dello status quo. È vero che nel rispetto rigido della norma, nella consegna della tolleranza zero impartita agli agenti di polizia stradale e nella certezza matematica di essere controllati, anche la soglia alcolica di 0,8 ha sempre garantito in questi stati una buona tenuta della sinistrosità, ma è altrettanto vero che le evidenze scientifiche attestano a 0,2 g/l l’effettivo confine alcolico di insicurezza. Sarà che con i suoi 7.568.640 abitanti (fonte Statistique Canada, gennaio 2005, ripresa da Wikipedia) il Québec rappresenta un buon 24% della popolazione complessiva del paese, ma di lingua francese. Forse, la lettura assidua delle notizie provenienti da Parigi e dintorni, ha convinto questo spicchio di Canada, che vanta strade tra le più sicure del mondo, che è necessario fare qualcosa di più. Il passaggio alla normativa più stretta non sarà traumatico, visto che gli esperti governativi hanno ideato una misura assolutamente soft: chi sarà sorpreso a circolare con un tasso compreso tra 0,5 a 0,8 andrà incontro alla sospensione della patente per 24 ore. Nessuna multa, nessuna denuncia. Per i giovani neopatentati di età inferiore ai 21 anni, invece, si prospetta il divieto assoluto di bere. Le novità sono tutte racchiuse in un progetto di legge presentato nei giorni scorsi nel parlamento del Québec dal ministro locale dei trasporti Julie Boulet, che aveva annunciato l’iniziativa in occasione della presentazione del secondo rapporto stilato dalla Tavola rotonda sulla sicurezza stradale. La sospensione amministrativa della patente di guida, quando il tasso alcolemico riscontrato sia compreso nella fascia 0,5/0,8 g/l, è già adottata da tempo nelle altre province canadesi e dunque, i turisti sono avvisati, si dovrà bere di meno: il ministro Boulet precisa però che non ci saranno multe, sequestro dei veicoli né decurtazione di punti. L’unica sanzione è simbolica: l’automobilista dovrà regalare 24 ore di sosta forzata. Il tempo di smaltire qualche fumo alcolico in eccesso. Secondo gli studi canadesi, infatti, con un tasso alcolemico compreso tra 0,5 e 0,8 g/l, gli adulti rischiano un incidente stradale cinque volte in più rispetto a conducenti sobri; i giovani, invece, rischiano nove volte di più. (ASAPS)

domenica 8 novembre 2009

Più sicurezza sulle strade per i ciclisti italiani

(ASAPS), 7 novembre 2009 – Il popolo delle due ruote, quelle senza motore, scende in strada per invocare più sicurezza sulle strade. E’ quello che è successo ieri sera (6 novembre) ai Fori Imperiali dove ciclisti e non hanno preso parte a una fiaccolata per ricordare Eva Bohdalova, 28 anni, l’ultima vittima, in ordine cronologico, della violenza su strada. Eva è stata travolta e uccisa da un taxi mentre rincasava dopo il lavoro in sella alla sua bicicletta (l’incidente è avvenuto nella notte tra il 29 e il 30 ottobre). In Italia muoiono 352 ciclisti all'anno, quasi uno al giorno, e 14.535 rimangono feriti. Chi prende la bicicletta per spostarsi in città rischia tanto. Non basta che faccia un favore ai concittadini liberando spazio prezioso dalle auto e muovendosi a inquinamento zero, paga la sua scelta con un'esposizione costante al pericolo. Pedoni e ciclisti costituiscono il 40% del totale delle vittime per incidenti stradali in città. Un dato che ci discosta anni luce dall' Europa, dove la percentuale è del 20%. In Italia la percentuale degli spostamenti in bicicletta è ferma al 4%. In Olanda è del 25%. La carta europea della mobilità sostenibile prescrive alle città di raggiungere almeno la quota del 15% sul totale degli spostamenti.

mercoledì 4 novembre 2009

La polizia sbarca sul web "Su Facebook col casco"

Milano - "Facebook è come la strada", ne è certo il Direttore delle relazioni esterne della polizia Maurizio Masciopinto. E se il social network è come una normale carreggiata, per non uscire dalla metafora, allora le forze dell'ordine devono pattugliare. E' nato così, nel marzo di quest'anno, il primo profilo della polizia di Stato su Facebook. Lisa, capelli castani e occhi azzurrissimi incastonati nel volto di una trantenne in divisa (ovviamente). E' questo "la faccia" delle forze dell'ordine nel popolare network.

Su Facebook ma col casco ben allacciato "Per le forze dell'ordine è fondamentale la comunicazione e l'informazione - spiega Masciopinto -, per questo abbiamo deciso di approdare su Facebook. Internet offre moltissime possibilità ma anche dei rischi. Diciamo che è come la strada. Una ventina di anni fa si discuteva di quanto fosse pericoloso usare motorini e scooter ma nessuno ha mai pensato di abolirne la circolazione. Al contrario sono aumentate le norme e si è pensato alla sicurezza. Allo stesso modo, oggi, bisogna regolare la rete". L'Agente Lisa, che conta 5mila amici, risponde a domande, scioglie dubbi e presta assistenza agli internauti che la interpellano, come un vero agente in carne e ossa.

Furto d'identità e grooving: i reati 2.0 "Con il successo dei social network sono aumentati esponenzialmente alcuni reati, primo tra tutti il furto d'identità", racconta Marco Valerio Cervellini, Responsabile dei progetti educativi della polizia Postale, al Com.Pa, il Salone europeo della comunicazione pubblica alla Fiera di Milano. "Un altro fenomeno al centro delle nostre indagini è il grooving, l'adescamento in chat. Noi puntiamo inanzitutto alla sensibilizzazione e all'informazione per evitare che questi fenomeni si verifichino".

Un canale su Youtube Uno sbarco muscolare, quello della Polizia in rete, che ha comportato anche l'apertura di un canale su Youtube. "Grazie alla collaborazione con Google abbiamo aperto un nostro canale sul portale di videosharing. Siamo in possesso di una banca dati sterminata di video e filmati che abbiamo deciso di condividere - prosegue Masciopinto -. Lo scopo della rete è far vedere ai cittadini quello che non possono vedere con i loro occhi, ora hanno a disposizione anche i filmati delle nostre operazioni". Un successo premiato dalle cliccate. Sono più di 29mila gli utenti che hanno visitato, dal maggio di quest'anno a oggi, gli oltre 140 video caricati sul canale Youtube: quelli che documentano le più importanti azioni sono stati visti più di 80mila volte.

Sara Tommasi, patente ritirata: manovra "azzardata" al semaforo

Milano - In corso Buenos Aires al volante di una Smart ha superato sulla sinistra le macchine incolonnate al semaforo che stavano lentamente riprendendo movimento quando è scattato il verde. Peccato però che Sara Tommasi abbia superato, in violazione del codice della strada, anche l’auto dei carabinieri del Nucleo radiomobile. Risultato: 150 euro di multa, dieci punti decurtati e patente ritirata per la showgirl. È accaduto intorno alle 15.

Una mano sulla coscienza Inutili i tentativi di giustificazione, i militari sono stati inflessibili. La soubrette ha spiegato che era di corsa, perché stava raggiungendo gli studi di Mediaset a Cologno Monzese. "Si metta la mano sulla coscienza" ha detto per tre volte al carabiniere, che evidentemente ha ritenuto più coscienzioso staccare la multa per violazione dell’articolo 148 del codice della strada. Articolo che vieta il sorpasso, sia a destra che a sinistra, di veicoli fermi o in lento movimento ai semafori o per altre cause di congestione della circolazione, quando a tal fine sia necessario spostarsi dalla parte della carreggiata destinata al senso opposto di marcia. La violazione comporta una multa e la sospensione della patente da uno a tre mesi. Alla Tommasi è stato concesso di raggiungere in auto gli studi televisivi.

sabato 24 ottobre 2009

"Vietato multare Gelmini e Brambilla"

Roma, 19 ottobre 2009 - Malcostume alla guida per politici e ministri. Lo dennuncia in un suo articolo il settimanale 'L'Espresso', secondo cui "alla Prefettura di Milano, un tempo capitale morale, si sono abituati alle istanze di parlamentari e ministri per chiedere l'annullamento delle sanzioni".
Scrive il giornalista Thomas Mackinson: "Da Michela Vittoria Brambilla a Mariastella Gelmini, dall'onorevole pdl Maurizio Bernardo a Pietro Lunardi: basta una lettera su carta intestata per far sparire tutto. E magari, dietro quella multa c'è altro. Ad esempio il caso della Brambilla, che ha fatto spendere 500 euro al giorno per noleggiare una Mercedes con autista, incaricata di accompagnarla da casa al lavoro, 80 chilometri in tutto.
A rivelarlo è una multa per un semaforo non rispettato presa a Milano il 19 febbraio scorso e prontamente cestinata 'per motivi istituzionali'. Il verbale viene notificato qualche mese più tardi al titolare della concessionaria che ricorre al prefetto, chiedendo l'annullamento: 'La vettura è adibita al trasporto dell'onorevole Brambilla'.
Per dimostrarlo allega copia della fattura e del contratto di servizio con la prefettura di Lecco. Da questi documenti emerge il costo per il contribuente: l'auto è rimasta a disposizione di MVB per 19 ore consecutive, i chilometri percorsi sono stati 210 in più rispetto al pattuito e alla consegna il conto è di 530 euro per un solo giorno".
Viene poi citato il caso di Maurizio Bernardo, il deputato del Pdl. Multato per aver percorso in motorino la via di casa riservata ai bus, ha chiesto di non pagare 'in qualità di parlamentare lombardo e titolare di pass rilasciato dal Comune che autorizza a transitare nelle corsie preferenziali e nelle Ztl'. "Peccato che i pass valgano solo per le auto e non siano nominali ma legati sempre alla targa", si legge ancora.
"Il ministro Mariastella Gelmini invece passava sul cavalcavia Monteceneri a cento all'ora a bordo della sua Bmw. Difficile farla franca. Il viale è telecontrollato e falcidia migliaia di milanesi. E infatti il 24 ottobre 2008 il ministro riceve il suo verbale. La Gelmini prende carta intestata e scrive al prefetto. Nella comunicazione adduce 'impegni istituzionali improrogabili' e la multa è già un ricordo".
E all'indagine non sfugge nemmeno il padre della patente a punti, l'ex ministro Pietro Lunardi.
da http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2009/10/19/249306-vietato_multare.shtml

Sicurezza stradale su due ruote

(ASAPS), 24 ottobre 2009 – Federmoto e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme per un progetto sulla sicurezza stradale su due ruote. Si tratta di un programma di educazione stradale, ultima tappa in ordine cronologico è stata Milano, rivolto agli studenti delle scuole in procinto di conseguire il patentino e costituito da lezioni di sicurezza stradale e da prove pratiche di guida. Il progetto prevede un calendario di dieci appuntamenti organizzati presso gli uffici provinciali del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di dieci regioni italiane. La Federmoto promuove l'introduzione della prova pratica di guida del ciclomotore per il conseguimento del patentino (attualmente non necessaria), sostenendo che solo così è possibile insegnare concretamente ai ragazzi come reagire di fronte ai pericoli che si presentano mentre si è alla guida delle due ruote. L'obiettivo dei corsi di educazione stradale del progetto è quello di stabilire i criteri minimi per la realizzazione di un corso pratico di guida. Al termine di questo "test" la Fmi consegnerà un documento al ministero, utile per redigere un programma per il conseguimento del patentino in vista dell'introduzione della prova pratica di guida obbligatoria prevista a partire dal 2011. "Siamo particolarmente lieti di questo accordo – ha spiegato Paolo Sesti, presidente della Federmoto - che ci consente di svolgere un concreto ruolo di 'educatori’ nei confronti dei futuri utenti a due ruote. Una necessità reale se ci confrontiamo con la situazione di tutti i giorni, che vede tanti motociclisti 'improvvisati’ passare forse con troppa facilità dalle quattro alle due ruote, senza avere la cognizione necessaria alla guida di uno scooter o di una moto”. Il punto di forza della Federmoto in questo progetto è quello offerto dalla possibilità di organizzare i corsi con la presenza di motociclisti istruttori esperti, in grado di spiegare ai ragazzi le vere insidie della strada (cordoli, vernici scivolose, brecciolino, macchine che aprono gli sportelli, impossibilità di essere visti dalle auto in determinate posizioni ....), rivelandosi così il più vicino possibile alla realtà che incontreranno ogni giorno sulle strade. Le prossime tappe in programma sono: Ferrara (26 e 27 ottobre), Firenze (29 e 30 ottobre), Napoli (3 e 4 novembre), Potenza (5 e 6 novembre), Reggio Calabria (9 e 10 novembre) e Foggia (12 e 13 novembre). Ogni appuntamento prevede due giorni di lezioni (teoria e pratica), articolate in tre 'moduli’ che coinvolgono circa 100 ragazzi per ogni giornata. Dopo una lezione teorica iniziale, ognuno dei ragazzi partecipanti sarà coinvolto nella prova pratica di guida, assistito da un formatore della Fmi, che gli permetterà di apprendere i principi fondamentali della guida sicura. (ASAPS)

Pasticciere inventa il cioccolatino antialcol

(ASAPS), 24 ottobre 2009 - Ecco “l'elisir di lunga vita”, in auto. A Forlì un noto pasticciere ha inventato, con tanto di brevetto nazionale ed europeo (per il quale sembra sia già pronta l’offerta economica di una grossa azienda per acquistarlo) un cioccolatino antialcol. Ebbene sì, un semplice pezzo di cacao è in grado di ridurne i micidiali effetti. Almeno in base a quanto riferito alla stampa dall’inventore Ivan Biffi. Secondo Biffi, infatti, basta mangiare un “Biffino” e il tasso alcolemico scenderà - permetteteci di dire - “miracolosamente”. E per dimostrare con i fatti le sue affermazioni l’inventore ha provato personalmente la sua invenzione. Durante una presentazione alla stampa del prodotto, il signor Biffi ha prima bevuto un paio di grappe e poi si è sottoposto all’etilometro: risultato 0,65 g/l. Un valore fuori legge per il Codice della Strada con conseguenze pesanti: sospensione della patente e multa salata. Subito dopo la prova ha mangiato uno dei suoi cioccolatini e, nel giro di un quarto d’ora, il risultato è sceso a 0,19 per poi arrivare addirittura a 0 g/l. Naturalmente la ricetta “dell’invenzione del secolo”, come qualcuno l’ha già definita, è top secret ma si parla sempre, ha precisato Ivan Biffi, di normali ingredienti alimentari. Lo scetticismo è d’obbligo, almeno per noi che di invenzioni analoghe, dalle bibite alle caramelle, ne abbiamo viste altre. Ogni volta, però, la patente degli automobilisti è rimasta appiccicata nelle mani degli agenti. Purtroppo il “fantomatico” elisir non aveva dato i risultati sperati. Ora aspettiamo di verificare i risultati ottenuti con quest’ultima scoperta. Su questo tema crediamo che servirebbe una certa serietà. Con l'alcol non si scherza mai. Sulla strada poi ancora meno.
Una domanda: ma il Biffino nasconde solo il valore alcolemico all’etilometro o agisce anche sugli effetti della ebbrezza del conducente? Ma forse di questo ultimo dettaglio non interessa niente a nessuno. O quasi. (ASAPS)

mercoledì 14 ottobre 2009

Sempre attenti alla guida !!!

Arriva la spia da Autovelox

"Ma serve per la sicurezza"

Si chiama Coyote, costa 200 euro, ed è il primo sistema in grado di informare in tempo reale sulla la presenza ed il posizionamento di tutti i tipi di autovelox fissi, telecamere ai semafori e Tutor. Non solo: questo strano apparecchio è in grado anche di segnalare la presenza degli autovelox mobili grazie alla sua innovativa tecnologia.

Il Coyote infatti punta tutto sul principio di community: grazie alle segnalazioni degli utenti il sistema si aggiorna continuamente e permette uno scambio interattivo di informazioni su tutor, autovelox fissi e mobili, telecamere semaforiche e zone a rischio.

Detto questo, la domanda nasce spontanea: ma è legate tutto questo? "Assolutamente si - spiegano alla Coyote che, anzi, puntano tutto sulla sicurezza - anzi il nostro sistema avverte anche in caso di superamento del limite di velocità imposto e poi all'ingresso del tratto stradale controllato dal Tutor fornisce precise indicazioni relativamente al limite di velocità in vigore, alla velocità media e istantanea".

Sarà, ma qualche dubbio rimane. Anche se spiegano alla Coyote, "il nostro sistema è pensato per coloro che adottano un atteggiamento responsabile alla guida e intendono rafforzarlo ulteriormente con il supporto delle nuove tecnologie. Coyote infatti - continuano i tecnici - aiuta il conducente a mantenere l'attenzione sempre focalizzata sulla guida".

Insomma alla Coyote battono molto su questo tasto e non è un caso che la distribuzione sia affidata alla Magneti Marelli, un'azienda che della sicurezza ha sempre fatto una bandiera. Una cosa è certa, il Coyote è semplicissimo da usare perchè avverte quando l'auto sta per transitare in una zona dove, nelle precedenti 3 ore, è stata segnalata la presenza di un autovelox mobile. Con un semplice click poi l'automobilista potrà segnalare a sua volta la presenza di un autovelox mobile.


Per fare tutto questo Coyote si aggiorna automaticamente circa la posizione di autovelox fissi, tutor e zone a rischio. Il cliente si deve abbonare a un servizio (costa 12 euro al mese) ed il gioco è fatto visto che per il resto il sistema utilizza la tecnologia GPS per localizzare il veicolo e segnalare all'utente le informazioni rilevanti.

Gli utenti però devono fare attenzione: per ora Coyote può essere utilizzato in Italia, Gran Bretagna, Francia, Repubblica Ceca, Belgio, Olanda e Lussemburgo. In Germania e in altri Paesi è vietato dalla legge. Intanto cominciano ad arrivare le prime prese di posizione su questo dispositivo: "Al di là della legalità o meno del Coyote - spiegano all'Asaps, associazione amici polizia stradale - siamo convinti che tutto questo non serva alla sicurezza stradale, una foglia di fico sotto la quale sono in troppi a volersi rifugiare. Questo sta diventando il paese dei Pit Stop. L'autovelox, fra cartelloni di preavviso, macchine della polizia in vista e coyote vari, sorprenderà solo gli eterni distratti: cioè gli innamorati, i filosofi, e quelli che alla guida leggono il giornale".


14 ottobre 2009

da www.repubblica.it

lunedì 5 ottobre 2009

Furti di auto è minimo storico con 139.687 auto sparite nel 2008

Dalla media di 300.000 vetture rubate negli anni '90 si è scesi a 186.000 negli anni del terzo millennio
Dal 2000 rubate 1.680.136 auto. 4.640.588 dal 1990


Dal 1990 al 2008 la premiata ditta Furti Spa ha sottratto ai legittimi proprietari qualcosa come 4.640.588 vetture, la produzione annuale di una grossa casa automobilistica, ma negli ultimi anni il fatturato del crimine automobilistico ha dovuto tirare il freno a mano, grazie al miglioramento dei sistemi antifurto e a una maggiore efficacia investigativa delle forze di polizia. Dal 2000 al 2008 il numero delle auto rubate si è fermato a quota 1.680.136.
L'anno record dei furti di automobili è stato il 1991 con 367.252 auto involate. Il migliore è stato proprio il 2008 con 139.687 vetture rubate.
anche se sono però ancora 383 furti al giorno, 16 all'ora.
Per altro nel 2008 è stato rinvenuto oltre il 49% dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari.
In sostanza negli anni 90 la media dei furti è stata di quasi 300.000 macchine rubate all'anno. Dal 2000 al 2008 siamo scesi a una più modesta media di 186.000 macchine sparite, con il record positivo di 139.687 del 2008. Un bel risultato, c'è poco da dire. E' quanto emerge da un'inchiesta che Sarà pubblicata sul prossimo numero de il Centauro, la rivista dell'Asaps.
Il numero totale dei furti "veri" potrebbe essere in realtà ancora più basso. Cosa intendiamo dire? Ci riferiamo ai furti simulati, con conseguenti truffe alle assicurazioni. Nel segmento di fascia medio alta, la percentuale delle frodi secondo gli esperti può toccare e superare il 30% del totale. Le macchine spariscono all'estero col consenso del proprietario e con l'organizzazione di una fitta rete criminale.
E' il modo più semplice. Infatti fra i motivi per i quali i furti calano abbiamo evidenziato i sistemi antifurto più evoluti ed efficaci, da quelli meccanici a quelli elettronici. Oggi si perde più tempo per portare via una super berlina e il rischio è aumentato. E' molto meglio farsela consegnare pagandola un prezzo superscontato alla "vittima" il resto glielo pagherà l'assicurazione.
Il calo dei furti può essere anche dovuto al fatto che è diminuita la richiesta di pezzi di ricambio, quindi la "cannibalizzazione" della vettura rubata è meno appetibile dalla holding del crimine. Ciò è dovuto al fatto che mentre un tempo una vettura sinistrata si riparava quasi sempre, oggi un incidente medio da 4 - 5.000 euro di danni porta alla decisione che non conviene metter mano alla carrozzeria, ci si sente dire che la scocca è piegata, ecco allora che la vettura viene sostituita con una nuova.
Le regioni nelle quali il furto di veicoli tira di più sono sempre le stesse. Si contendono il primato il Lazio con 25.258 furti, seguito dalla Campania con 24.748 e dalla Lombardia con 23.125. Seguono la Puglia con 16.494 e a un’incollatura la Sicilia con 16.071. Il Piemonte si ferma a 9.381 e L’Emilia Romagna a 5.141.
Le più rubate? Sempre le solite, ancora in testa la Fiat Uno (da anni fuori produzione), seguono la Fiat Punto, la Panda e la 500, segue la Volkswagen Golf, prima delle straniere.
Il motivo è semplice, solitamente sono veicoli poco protetti dagli antifurto e si tratta spesso di furti d'uso, tanto che sono anche le vetture più rinvenute. (Asaps)

Forlì, lì 1.10.2009

Giordano Biserni
Presidente Asaps

Francia, autostrada a 110 chilometri orari?

Si parte con 180 km di varie tratte in Lorena, ma si pensa ad una rivoluzione in grande stile, tra sicurezza ed ecologia (-6% emissione gas in atmosfera)
Il ministro: “Ci stiamo riflettendo”, ma dalle regioni è cominciata la corsa all’emulazione


(ASAPS) PARIGI, 5 ottobre 2009 – Si dice che si tratti di una data solo simbolica e che per vedere una rivoluzione del genere per tutti i punti neri della viabilità autostradale francese, si dovrà attendere ancora. Però il 1° ottobre è passato e su 180 chilometri di autoroute nella regione transalpina della Lorena, considerati ad alto rischio infortunistico e ad alta trasgressione, ci si deve rassegnare a marciare a 110 all’ora. Dunque, i campioni europei di sicurezza stradale rispondono così, con intransigente ed inaspettata severità, ai complimenti che ormai arrivano loro da buona parte del mondo civile. C’è chi, addirittura, ormai parla di modello francese da imitare. Per chi ha confidenza con quei tracciati, parliamo di una buona metà delle tratte delle autostrade A30, A33, A330 ed A313. Ma la notizia vera è che, se all’estero tutti guardano alla Francia come ad un esempio da imitare (mentre da noi l’Asaps si strappa le vesti per far comprendere l’inutilità e il rischio dei 150 km/h), all’interno della Repubblique molti ritengono di non doversi fermare e, anzi, chiedono di estendere a tutto il paese il modello regionale scelto dai pronipoti dei “lotaringi”. Sul quotidiano le Parisien, in effetti, si parla di un crescendo di realtà regionali fermamente intenzionate ad adottare misure analoghe, tanto da far pensare ad un imminente iniziativa legislativa nazionale da parte del governo in carica. Il ministro dei Trasporti, Dominique Perben, intervistato dai cronisti, ha ammesso di aver iniziato un percorso di “riflessionie” per estendere a tutte le autostrade urbane e peri-urbane il limite dei 110, mentre il suo omologo all’ecologia, Chantal Jouanno, ha risposto che l’obiettivo del suo dicastero resta la diminuzione complessiva della velocità, pur considerando questo step “tutt’altro che una cattiva idea”. Gli studi già realizzati dimostrano infatti che scendere da 130 a 110 permetterebbe di ridurre del 6% le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra e del surriscaldamento globale. La combinata necessità di intervenire efficacemente sui punti neri e sull’ecologia, giustifica in pieno – secondo una trasversale platea di politici ed esperti – la ratio dell’iniziativa, peraltro già in atto da alcuni mesi anche sull’autostrada mediterranea che da Marsiglia porta all’Italia, ma è nel nord del paese che la rivoluzione è stata preceduta da un esperimento bimestrale messo in atto sull’A31, che collega la Francia al Lussemburgo: qui, secondo la Prefettura di Polizia, il limite è stato scrupolosamente rispettato dagli utenti, con evidenti risultati non solo di tipo ecologico o in termini di risparmi di vite. È migliorato “il confort di viaggio”, tanto per usare l’espressione usata dalle autorità francesi. Su quella strada, tra Nancy, Metz e Thionville si misura una delle correnti di traffico più intense d’Europa, con una media di 80mila veicoli al giorno di cui 15mila di categoria commerciale. (ASAPS)

sabato 3 ottobre 2009

Art. 186 CdS - Sentenza Interessante

Sent. C. Cass.

n. 28219/09 del 9 Luglio 2009

Guida sotto l’effetto di stupefacenti: stato di alterazione va accertato con esame tecnico. Così ha stabilito la Cassazione, la quale ha avuto modo di confermare come l’alterazione del conducente debba essere accertata attraverso un esame tecnico su campioni di liquidi biologici. Per configurarsi la contravvenzione di guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, è necessario escludere che lo stato di alterazione possa essere desunto da elementi sintomatici esterni, come invece e' ammesso per l'ipotesi di guida sotto l'influenza dell'alcool (art. 186 CdS), in quanto l'accertamento richiede conoscenze tecniche specialistiche in relazione alla individuazione ed alla quantificazione delle sostanze. Costituisce "opzione scientifica non arbitraria", inoltre, il fatto che la presenza del principio attivo stupefacente persista per un certo arco temporale, della durata anche di diversi giorni, dopo l'assunzione dello sostanza. Ciò implica che, astrattamente, tale circostanza potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di "alterazione" da stupefacenti, che costituisce il proprium del reato di cui all'articolo 187 CdS.
Corte di Cass., IV sez. penale, nr. 28219/09 del 9.07.2009 (ud. 10.06.2009)
Corte di Cass., IV sez. penale, nr. 28219/09 del 9.07.2009 (ud. 10.06.2009)

Svolgimento del processo - Motivi della decisione

Il GIP presso il Tribunale di Savona, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di "patteggiamento" avanzata nell'interesse di C. C.A., imputato dei reati di cui all'art. 589 c.p., artt. 186 e 187 C.d.S., ha ritenuto di applicare la pena solo relativamente ai primi due reati, mentre ha prosciolto il prevenuto per la contravvenzione di cui all'art. 187 C.d.S., ritenendo che l'esito degli accertamenti sui liquidi biologici non fossero bastevoli per dare la prova della condizioni di alterazione del conducente, sul rilievo che la "positività" in ordine alla presenza di sostanze stupefacenti nel sangue può risultare anche a diversi giorni di distanza dalla relativa assunzione, onde in difetto di apposita visita neurologica volta ad accertare la "perduranza" dello stato di alterazione dovuta all'assunzione di stupefacenti non poteva ritenersi raggiunta la prova della responsabilità.
Avverso il proscioglimento parziale ricorre il Procuratore della Repubblica di Savona, che prospetta l'abnormità del provvedimento gravato.
Il ricorso è fondato, giacchè la decisione gravata, pur se non abnorme in senso tecnico, è viziata sotto un duplice profilo, per evidenti violazioni di legge.
In primo luogo, sviluppando le doglianze del ricorrente, vi è da rilevare come il giudice abbia esorbitato dai poteri/doveri attribuitigli dall'ordinamento in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti. Come è noto, infatti, a fronte di una richiesta di "patteggiamento", è potere/dovere del giudice quello di esaminare, prima della verifica dell'osservanza dei limiti di legittimità della proposta di pena concordata, gli atti del procedimento al fine di riscontrare l'esistenza di una qualsiasi causa di non punibilità. Tale operazione preliminare consiste in una ricognizione allo stato degli atti, che può condurre ad una pronuncia di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. soltanto se le risultanze disponibili rendano "palese" l'obiettiva esistenza di una causa di non punibilità, indipendentemente dalla valutazione compiuta dalle parti e senza la necessità di alcun approfondimento probatorio e di ulteriori acquisizioni (cfr. Sez. un. 25 novembre 1998, Messina). Ne deriva, coerentemente, che qualora non ricorra alcuna delle ipotesi previste dall'art. 129 c.p.p., la motivazione al riguardo è sufficiente che contenga menzione dell'avere il giudice effettuato la verifica richiesta dalla legge e dell'insussistenza di alcuna delle ipotesi riconducigli al citato art. 129 c.p.p. (tra le tante, cfr. Sezione 4^, 3 dicembre 2003, Okorie).
Nella specie, il giudice è andato oltre i limiti suindicati, laddove ha inteso affrontare e risolvere una tematica inconciliabile con il limitato spazio valutativo imposto dalla corretta applicazione dell'art. 129 c.p.p..
Infatti, la giurisprudenza, sul punto, è assolutamente costante: tra le tante, Cassazione, Sezione 4^, 6 giugno 2007, Loffredo; Sezione 4^, 7 febbraio 2007, Macchiarelli; Sezione 4^, 1 marzo 2006, Orsini;
nonchè, Sezione 4^, 28 aprile 2006, Verdi, ai fini della configurabilità della contravvenzione di guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, è necessario che lo stato di alterazione del conducente dell'auto venga accertato attraverso un esame tecnico su campioni di liquidi biologici, onde deve escludersi che lo stato di alterazione possa essere desunto da elementi sintomatici esterni, come invece è ammesso per l'ipotesi di guida sotto l'influenza dell'alcool (art. 186 C.d.S.), in quanto l'accertamento richiede conoscenze tecniche specialistiche in relazione alla individuazione ed alla quantificazione delle sostanze.
Tale accertamento risultava, nella specie, essere stato effettuato e, ciò, ai limitati fini del "patteggiamento" poteva e doveva escludere una soluzione liberatoria ex art. 129 c.p.p.. Diverso discorso, infatti, si sarebbe potuto fare, ma solo in sede di processo di merito, con riferimento alla tematica evocata dal giudicante circa la possibile non corrispondenza tra esito positivo del riscontro sui liquidi ed effettività dello stato di alterazione. E' tematica che potrebbe in astratto porsi in quanto secondo un' opzione scientifica non arbitraria, la presenza del principio attivo stupefacente persiste per un certo arco temporale (anche alcune settimane), dopo l'assunzione dello stupefacente, sicchè potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di "alterazione" da stupefacenti che costituisce il proprium del reato di cui all'art. 187 C.d.S.. E' situazione, questa, che dovrebbe imporre il ricorso anche ad elementi di riscontro esterni in primo luogo, gli elementi sintomatici esterni trasferibili nel processo attraverso la deposizione degli operanti sì da poter pervenire, solo allora, ad una pronuncia di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio.
E' però tematica, come si è detto, propria dell'accertamento processuale ordinario, inconferente rispetto alla diversa situazione del "patteggiamento" e, rispetto a questo, del proscioglimento ex art. 129 c.p.p..
Sotto questo profilo, quindi, la sentenza merita censura.
A tali argomenti va soggiunto un ulteriore rilievo, pur non evocato direttamente nel ricorso. Il giudicante, in vero, operando una "frammentizzazione" della decisione rispetto alla richiesta concordata ha finito con il vulnerare il proprium dell'accordo pattizio.
Infatti, l'eliminazione di uno o più reati oggetto del "patteggiamento", modificando il quadro processuale valutato dalle parti in sede di richiesta della pena, determina la caducazione del "patteggiamento" nella sua interezza (cfr. Sezione 4^, 1 luglio 2004, PG in proc. Temperini).
In conclusione, la sentenza va annullata senza rinvio e gli atti trasmessi al competente Tribunale.

P.Q.M.

annulla senza rinvio la sentenza impugnata e dispone la trasmissione degli atti al Tribunale di Savona.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 10 giugno 2009.
Depositato in Cancelleria il 9 luglio 2009

lunedì 28 settembre 2009

Emergenza educativa Alcol ai ragazzi «Ora l'allarme arriva a 11 anni»

Si abbassa sempre di più, intorno ai 10-11 anni, l’età dei ragazzi che bevono il primo bicchiere, mentre aumentano giovani e anziani che ricorrono ai servizi sociali a causa del problema alcol. I ragazzi italiani bevono troppo e male, con gravi conseguenze per la salute e la sicurezza. Ma alcune autorità iniziano a reagire, come dimostra la recente delibera del sindaco di Milano, Letizia Moratti, contro la vendita e il consumo di alcolici ai minori di 16 anni (seguita da tanti sindaci italiani), ricordando che a Milano «il 34% dei ragazzi di 11 anni ha già avuto problemi di alcolici», mentre il 40% dei quindicenni ha preso una "sbronza" almeno una volta. I dati sull’alcolismo in Italia restano allarmanti: un milione di persone ha problemi di dipendenza, mentre 3,5 milioni sono a rischio. Non solo: di questi, 700mila hanno meno di 16 anni. L’età media di chi ricorre ai servizi è di 44 anni.
L’alcol causa 30mila morti l’anno per cirrosi, 7mila per tumori (5mila dei quali sono uomini) e il 7,4% delle disabilità. L’allarme è stato lanciato dal XXV raduno nazionale di alcolisti anonimi, che si è aperto ieri e si concluderà domani, con la "Festa della sobrietà", alla vecchia Fiera di Rimini.
Per tre giorni esperti del settore e rappresentanti dei 500 gruppi di autoaiuto italiani, che associano 10mila persone, si confronteranno su «Giovani e alcol». Oggi tocca a Paola Bertulla, neuropsicologa di Villa Silvia di Senigallia, Andrea Quartini, medico gastroenterologo di Villa Basilesky di Firenze, ed Enzo Bachetti, esperto di comunicazione. Spiega Giovanni Greco, vicepresidente della Società italiana di alcologia: «Un fenomeno recente è l’aumento in particolare di giovani, anziani e giovani donne ansiogene, che assumono alcol come autocura contro il male del vivere: stati di ansia, panico, stress, solitudine, problemi affettivi o emotivi, fallimenti familiari. Nei cocktail di bevande gasate con alcol o caffeina, oppure con vino frizzante e spumante, l’alcol è assorbito in una misura maggiore. Cocktail e spritz sono il vero problema dei giovani, che credono di bere bevande più leggere. E poi è in aumento anche il consumo di energetici associati all’alcol».
Ma l’allarme più preoccupante, «perché occulto e con effetti a lungo termine in particolare su bambini e giovani», riguarda la pubblicità che, come spiega Greco, «esalta gli effetti psicoattivi, associando l’alcol a divertimento, successo, felicità, trasgressione, sesso e potere». L’assunzione di bevande alcoliche è inoltre particolarmente pericolosa per chi guida, come ha ricordato Giordano Biserni, presidente nazionale dell’Associazione Amici della Polstrada (Asaps). «Secondo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanità e dall’Unione europea, il 30% degli incidenti stradali gravi e mortali è causato da alcol e droga, dato che sale al 40% negli incidenti del fine settimana».
Tali incidenti sono diminuiti però del 10,6% nei primi sette mesi di quest’anno, rispetto allo stesso periodo del 2008, con 220 morti in meno (-18,9%) di cui 92 (-21%) di età inferiore a 30 anni. «Il risultato – per Biserni – è frutto dei 900mila controlli con l’etilometro, effettuati da gennaio a luglio, contro i 400mila del 2007». Per Greco il percorso obbligato per combattere il fenomeno è «l’educazione dei giovani all’autocontrollo, la moderazione e la capacità di autogestione. Ma questo deriva dalla testimonianza degli adulti con stili di vita coerenti, che purtroppo spesso mancano».


Quinto Cappelli

da l'Avvenire

domenica 27 settembre 2009

Scontro tra una Ferrari e una Punto Muoiono due persone, due in fin di vita

ROMA - Drammatico weekend sulle strade. Alle porte della Capitale, a Tivoli, 2 morti sul colpo, in condizioni critiche il motociclista e un passeggero dell'utilitaria (foto Proto). Una 22enne perde il bambino, un'altra ragazza incinta è in coma. All'Acqua Cetosa, investiti sulle strisce donna con 2 bambini: gravissimi.

L'interno della Ferrari che ha provocato la strage a Tivoli (Ansa)
L'interno della Ferrari che ha provocato la strage a Tivoli (Ansa)
LO SCHIANTO DEL BOLIDE - Sale a 4 il bilancio del tragico incidente avvento a Tivoli. All'Umberto I sono deceduti il motociclista B.A.G, 41enne di Tivoli, e M. S., il 22enne che viaggiava a bordo della Punto. Al Policlinico si trovano ancora due ragazze che erano a bordo dell'auto: entrambe in coma, tutte e due in gravidanza; una delle due ha perduto il bambino.
Nel pieno centro di Tivoli, a scontrarsi una Ferrari che viaggiava ad alta velocità erano state una utilitaria ed una moto di grossa cilindrata. Sabato sera verso le ore 23 sulla via Tiburtina, nei pressi della stazione ferroviaria di Tivoli, l'auto sportiva condotta da M.G., 42enne di Tivoli, subito dopo una curva è andata a scontrarsi contro una Fiat Punto, condotta da D.F.M., 21enne di Guidonia, e con una moto Kawasaki Z 750, condotta da B.A.G.

La Fiat Punto distrutta (Proto)
La Fiat Punto distrutta (Proto)
DUE MORTI - Il bilancio dell'incidente era apparso subito drammatico: i due conducenti delle autovetture erano morti sul colpo, un passeggero della Punto, 22enne di Vicovaro, e il conducente della moto, avevano riportato lesioni gravi. Al Policlinico Umberto I di Roma, dove era stato trasportato, il motociclista era stato dichiarato in «coma irreversibile».
«È terribile», dice il padre giunto da Pescara dopo aver saputo dell'incidente stradale. Parenti ed amici del 41enne, di origine abruzzese che lavorava alla Pirelli di Tivoli, sono disperati. La moglie, una psicologa che ha uno studio a Roma, secondo quanto riferiscono i parenti, sarebbe stata trasferita all'ospedale Sant'Andrea di Roma.

DUE DONNE IN GRAVIDANZA - Sempre all'Umberto I era ricoverato nel reparto di rianimazione il 22enne poi deceduto. Viaggiava sulla Fiat Punto, come le due donne. Alessia De Santis, era alla 20esima settimana e ha perso il bimbo che portava in grembo. In macchina con loro c'era anche un'altra giovane incinta: Emily Dante, 20 anni, che è al quarto mese di gravidanza. Entrambe le donne sono in coma.
«Quell'uomo sulla Ferrari ha distrutto quattro famiglie - si dispera il padre di Emily all'Umberto I - Emily è in coma, ma il suo fidanzato Mirko, un manovale 22 anni, invece, è già cerebralmente morto». Emily e Mirko «a ottobre dovevano andare a vivere insieme a Vicovaro - raccontano i familiari - sabato intorno alle 10 stavano andando a mangiare un panino, non mi spiego come sia potuto accadere». Nell'incidente, è rimasto ferito anche un passeggero che viaggiava sulla Ferrari: è ricoverato all'ospedale di Tivoli.


27 settembre 2009 da www.corriere.it

venerdì 25 settembre 2009

Segnaliamo un'interessante iniziativa sul tema "Sicurezza Stradale"

Gentile Ezio,
mi chiamo Stefania Coltro e mi sto occupando di portare all'attenzione di blog e forum che si occupano anche di temi legati alla sicurezza stradale dell'iniziativa Io Dissuado.

Si tratta di una campagna di sensibilizzazione che forse avete visto sui quotidiani in questi giorni.
La campagna vuole mandare un forte messaggio all'opinione pubblica su un tema del quale si parla, purtroppo, solo in occasione di tragedie.

I dati ci dicono che ogni giorno in Italia ci sono mediamente 633 scontri, con 893 feriti e 14 morti.
L'eccessiva velocità, l'alcol, le droghe, le distrazioni, le cinture di sicurezza, la stanchezza ci portano spesso a compiere atti imprudenti sulle strade, che causano drammi quotidiani e tragedie irreparabili. Le vittime sono oltre 5.100 ogni anno ma più dell'80% degli incidenti potrebbe essere evitato con un comportamento responsabile e corretto.

Questa campagna culminerà l'11 ottobre a Roma con un evento dimostrativo di massa che riprodurrà l’immagine della campagna di comunicazione, trasformando oltre 5.000 persone in dissuasori umani di velocità.
Persone che hanno perso un familiare, un amico o che, pur non essendo state toccate da una tragedia, sono convinte che l'informazione e la prevenzione possano cambiare le cose, si stenderanno in mezzo a via dei Cerchi a Roma per testimoniare il proprio impegno sociale.

Per partecipare è sufficiente iscriversi all’evento dell’11 ottobre dal sito http://www.iodissuado.it/

Se condivide lo scopo di questa iniziativa e vuole contribuire, le chiedo la cortesia di segnalare l'evento all'interno del blog nelle modalità che riterrà più indicate.

martedì 22 settembre 2009

Cnr, un milione di italiani sniffa una volta nella vita

Roma - Un milione di persone sniffano cocaina almeno una volta l'anno, altre 300 mila gli abituali. Maggiori prevalenze fra i 15-35 anni, i maschi e i disoccupati. Quasi tutti consumano anche altre sostanze e, dopo l`assunzione, si mettono alla guida. È il quadro, allarmante, illustrato oggi a Roma, presso l`Aran Park Hotel, nel corso del Convegno Nazionale sulla cocaina da Sabrina Molinaro, ricercatrice dell`Istituto di fisiologia clinica del Consiglio nazionale delle ricerche di Pisa (Ifc-Cnr) e responsabile delle indagini epidemiologiche Ipsad (Italian Population Survey on Alcool and Drugs) ed Espad (European school project on alcohol and other drugs), effettuate dall`Istituto nell`arco di sette anni. "Se nel 2001 gli italiani che avevano fatto uso di cocaina almeno una volta nel corso dell`anno erano poco più di 400.000 (l`1% della popolazione residente fra i 15 ed i 64 anni) si stima che nel 2008 tale numero sia cresciuto fino a raggiungere il 2,2% e dunque circa un milione di persone", spiega Molinaro.

Non cresce il numero dei consumatori abituali "È invece stabile, in tutte le indagini effettuate dal 2001 ad oggi, la percentuale di persone che assumono sistematicamente, pari allo 0,7%, cioè circa 300 mila persone". Seppur le prevalenze più alte si registrino "fra i giovani tra i 15-35 anni, che hanno visto aumentare i consumi dall`1,7% dei rispondenti del 2001 al 3,3% del 2008, l`incremento maggiore in questo arco di tempo si è evidenziato fra i 35-44enni. In questa fascia d`età coloro che hanno sperimentato la sostanza sono decuplicati: dallo 0,1% nel 2001 all`1% dei rispondenti nel 2008", prosegue la ricercatrice Ifc-Cnr.

In testa la Lombradia "Le regioni dove la sostanza registra prevalenze di consumo maggiori sono Lombardia (3,4% dei residenti fra i 15 ed i 64 anni), Lazio (3,2%) Piemonte (3%) Liguria (2,6%)", precisa Molinaro. Per quanto riguarda i sessi, "sono in maggioranza i maschi, circa il doppio rispetto alle donne: sia per ciò che riguarda i consumatori frequenti (1,1% uomini, 0,5% donne), sia per quanto riguarda il consumo occasionale, dove gli uomini registrano una prevalenza d`uso che cresce dall`1,8% dei 15-64enni intervistato nel 2001 al 3,4% del 2008, mentre le donne passano dallo 0,7% all`1,5%".

Spopola tra i disoccupati Interessante anche l`analisi effettuata dall`Ifc-Cnr per categorie professionali. "Nel 2008 il primato va ai disoccupati: il 5% dei partecipanti allo studio senza lavoro riferisce uso nel corso del 2008; seguono artigiani (3,9%), commercianti (3,2%) e operai (3%), imprenditori e dirigenti (2,8%), studenti (2,6%), impiegati (1,5%) e, sotto l`1%, casalinghe e pensionati. La classifica è quindi del tutto invertita rispetto al 2001 e al 2003, quando erano manager e titolari di azienda quelli con prevalenze maggiori".

Inalata e fumata Per quanto concerne poi le modalità di assunzione, "la via di consumo d`elezione è l`inalazione, ma circa i due terzi di coloro che inalano cocaina la fumano anche nelle sigarette, esiste poi una minoranza (1,2%) di soggetti che assume la sostanza per via endovenosa, inalata e fumata". Con costi che nel 40% dei consumatori che hanno partecipato all`indagine nel 2008 è stato superiore ai 100 euro nell`ultimo mese.

Non solo coca La maggior parte di coloro che consuma cocaina fa uso anche di altre sostanze: il 74% fuma sigarette quotidianamente, l`85% cannabis saltuariamente. "Un dato costante dal 2001", commenta la ricercatrice del Cnr, "mentre è aumentato dal 10% al 15% tra il 2003 e oggi l`uso di eroina da parte dei consumatori di cocaina". Frequente anche la combinazione con l'alcool: tra i forti bevitori il consumo di cocaina è 15 volte più diffuso che nella popolazione media. Molti i comportamenti a rischio attuati in concomitanza dell'uso di questa sostanza, nonostante l`ammissione degli effetti deleteri che essa provoca.
E poi si va al volante Sostanzialmente la totalità dei consumatori (99%) ha guidato l`auto dopo aver assunto cocaina, e tra di essi la maggioranza (il 42%) ammette di averlo fatto una decina di volta nel corso dell`anno e il 34% addirittura abitualmente, mentre solo il 25% riferisce di averlo fatto solo in casi eccezionali. "Il 56% dei soggetti che riferisce un consumo frequente dichiara di aver riscontrato una diminuzione nel proprio rendimento lavorativo a causa dell`uso della sostanza, il 68% è rimasto coinvolto in incidenti stradali, il 55% ha avuto incidenti domestici o ferimenti, il 38% problemi giudiziari, il 30% esperienze sessuali di cui si è pentito", conclude la ricercatrice.

Si compra anche on line "I luoghi pubblici sono indicati dai consumatori come quelli dove è più facile reperire la sostanza, con una diversità tra i due generi: i maschi prediligono la strada e i parchi (50%) mentre le donne soprattutto i bar e la discoteca (40%). Il 2% dei consumatori riferisce di comprarla su internet".

Muccioli: i nostri figli pagheranno il nostro disinteresse "Sanno benissimo che il padre guida strafatto di coca e per stare dentro alla realtà che gli facciamo vivere, devono "farsi" anche loro. Con compagni di viaggio come questi anche i più piccoli rischiano di seguire presto la stessa strada. Saranno - è certo Muccioli - i nuovi ingressi nel mondo della droga: puntualmente registrati dalla prossima statistica o ricerca". "Non raccontiamoci frottole, è questa la fotografia del mondo in cui viviamo: droghe smerciate e consumate in massa e sotto gli occhi di tutti. Nuovi beni di consumo alla portata di tutte le tasche, persino quelle dei disoccupati, categoria sociale a più forte consumo di cocaina, come ci rivela il Cnr. Ma il bello - chiosa infine - è che non gliene frega niente a nessuno".
da www.ilgiornale.it

La centrifuga delle leggi Gli agenti devono buttare i codici

Se questo è il Paese delle rivendicazioni anche le forze dell’Ordine rivendicano il diritto ad una speciale indennità. Parliamo dell’indennità da centrifuga delle leggi.
Ci spieghiamo meglio. Non passa estate che - qualsiasi governo governi – non si metta mano a qualche modifica del codice della strada. Dal 1992, quando la legge madre delle regole della strada fu approvata, siamo ormai arrivati vicini ad una cinquantina di modifiche fra DL, leggi ordinarie, modifiche contenute nelle leggi finanziarie di fine anno, nei decreti mille proroghe, nelle norme dell’Unione Europea recepite nel nostro ordinamento. Questa estate ne sono state messe in cantiere addirittura due di modifiche al CdS, tanto per non farci mancare niente. Una già arrivata al traguardo (la legge 94 del 15 luglio scorso) l’altra in gestazione e programmata per l’approvazione definitiva a settembre o comunque in autunno. Ma non sono mica modifiche da poco ragazzi! È roba complessa, importante. Maggiorazioni notturne per molte sanzioni, sanzioni pesanti per gli insozzatori, punti prelevati ai ciclisti e ciclomotoristi. Poi ne arriveranno altre: tasso alcolico zero per i neo patentati e i conducenti professionali, la guida accompagnata, la revisione dei punti patente. Ci viene quasi voglia di esprimere anche un po’ di solidarietà per quei poveri diavoli (in senso buono) dei conducenti che non sanno più che corsie pigliare. Ma ci viene ancora più voglia di esprimere solidarietà a quei poveri diavoli (in senso buono??) degli agenti delle forze di polizia. Ma come fanno a campà e a mantenere la sanità mentale. Non si asciuga l’inchiostro di un codice o di un prontuario per le violazioni, che già il nostro tutore dell’ordine (?) lo deve buttare o quanto meno lo deve integrare con continue glosse per non scivolare su qualche comma modificato che poi gli farebbe fare una figura barbina davanti al suo ufficio verbali prima e al Giudice di Pace dopo. Oggi mica si scherza. Oggi il cd “utente della strada” (termine mortificante per la lingua italiana, ce lo perdoni il paziente lettore, ma è difficilmente sostituibile), mica è uno sprovveduto, mica è uno che gliela racconti così. Piuttosto che pagare un verbale qualsiasi il nostro si fa consigliare, disquisisce, sente l’esperto, il leguleo specializzato nel ricorso facile, l’amico del bar dello sport che ha trovato il GdP in buona giornata perché l’Inter aveva vinto, insomma di tutto di più. Vuoi che non ci sia un cavillo, un errore di data, di velocità, di orario sul verbale? A proposito di orario attenzione agenti, perché dalle 22 alle 7 dovrete applicare la tariffa notturna +1/3 sulla tariffa base. L’Enel di notte fa gli sconti la polizia no. Poche storie!.
Bastasse questo! C’è dell’altro. Se un giovanotto, sbronzo fatto, di notte guida una macchina che non è intestata a lui (vabbé che quando è anche intestata spesso l’ha pagata il papà), il periodo di sospensione della patente raddoppia. Così abbiamo stanato anche i furbetti che dopo aver esagerato con l’alcol si scambiavano la macchina di loro proprietà per non rischiare la confisca del mezzo, applicabile solo se si è proprietari del veicolo. Ora però anche quel disgraziato che ha la macchina intestata alla moglie perché gliela aveva pagata la suocera benestante (e che viene al mare con noi), se per una volta eccede nell’alcol, paga con il raddoppio della sospensione per colpa di quei furbacchioni del sabato sera.
Fateci ancora dire una cosa sui quei poveri ciclisti. Poveri in questo caso sta per miti utenti (ancora!) della strada. Miti sì, ecologici pure, ma che spesso dimenticano le regole della strada. Però è ora arrivata una sonora legnata. Se per caso sono titolari di patente pagano pegno e perdono punti. L’automobilista dietro il parabrezza e il motociclista dentro il casco ghignano…Ora per un semaforo rosso o per l’uso del cellulare, ci si rimettono punti patente signori ciclisti. Altro che storie!
Mi è venuto dal piegarmi in due dalle risate quando subito dopo l’entrata in vigore della nuova normativa ho letto i soliti commenti: sì ma tanto non li sanzionano mai, tanto la polizia non li multa. Tanto i Vigili guardano altrove. Invece, appena a Bergamo il 9 agosto (il giorno dopo l’entrata in vigore, non un minuto dopo) la polizia ha sanzionato un ciclista che era passato col rosso e gli ha prelavato 6 punti (lui avrebbe preferito un prelievo del sangue, tanto per rimanere in sintonia col colore del semaforo), tutti ad intervistarlo come prima vittima di questa polizia ottusa che applica persino le leggi che fanno i politici! Addirittura un giornale nazionale ha sparato in prima pagina (ma lo capiamo, d’estate si dovrà pur scrivere qualcosa): E DAGLI AL CLICLISTA!
Ho subito pensato, ecco qua… Le divise non sanzionano? Cosa fanno? Dove sono?
Sanzionano? Dagli al ciclista. E’ la solita storia la conosciamo bene.
A me verrebbe da dire: DAGLI AI POLITICI! Ma non sono loro che si fanno sfuggire sulla Gazzetta certe norme poco meditate che in un articolo, il 219 Bis, che parla dei ciclomotoristi infilano un secondo comma che parla di prelievo di punti ai “conducenti” in genere e quindi anche ai ciclisti? Di più, forse anche ai conducenti di carrozzelle trainate da un cavallo. Tutto questo solo per un cavillo.
Insomma cari amici e amiche delle forze di polizia Locale e dello Stato rassegnatevi. Vi tocca! Comunque sia, facciate o non facciate, vi tocca.
Avete tutta la nostra solidarietà. Noi dell’Asaps capiamo bene la vostra ansia da prestazione (contravvenzionale sia chiaro…) per questo vi siamo vicini, per questo cerchiamo di tenervi/ci aggiornati col contributo del nostro portale e del Centauro.
Se poi dopo Ferragosto andate un po’ in ferie portatevi la G.U., le circolari ministeriali e i nostri commenti alle nuove norme sotto l’ombrellone.
La strada e i Giudici di Pace sono là che vi aspettano in autunno! Non fateci fare brutta figura, perché alla fine – sia chiaro – la colpa è sempre la vostra!
Buon lavoro.
* Presidente Asaps
I veri limiti di velocità su strade e autostrade.
Le sanzioni dopo la legge 160 del 2 ottobre 2007
e la nuova fascia oltre 40 e fino a 60 km/h, aggiornati, da ultimo, con gli aumenti introdotti dalla della legge 15 luglio 2009, n. 94, con l'applicazione del 5% di tolleranza e i punti sottratti dalla patente.

E' entrata in vigore l'8 agosto la legge 15 luglio 2009 n. 94. Ecco le modifiche al CdS Scatta l'incremento di un terzo per molte violazioni notturne

(Asaps) Violare le regole del codice della strada non conviene mai. Ora conviene ancora di meno se le violazioni sono commesse di notte.
Per una raffica di comportamenti contrari alle regole della strada come: velocità in genere, superamento dei limiti di velocità, precedenza, inosservanza della segnaletica orizzontale e delle segnalazioni semaforiche, distanza di sicurezza, cambiamento di direzione o di corsia e altre manovre, circolare contromano o invertire il senso di marcia, effettuare la retromarcia, circolare sulle corsia di emergenza sulle autostrade e sulle autostrade extraurbane principali, violare le norme che regolano la sosta di emergenza od omettere di far uso delle luci di posizione durante la sosta e la fermata di notte o in caso di scarsa visibilità e, infine, violare le disposizioni che disciplinano l’uso del libretto individuale di controllo ovvero non rispettare i tempi di guida e di riposo con veicoli per trasporti professionali non muniti di cronotachigrafo, le rispettive sanzioni pecuniarie sono aumentate di un terzo se commesse dopo le ore 22,00 e prima delle ore 07,00, e tale incremento, là dove le violazioni stesse siano accertate da dipendenti dello Stato, va ad alimentare il Fondo contro l’incidentalità notturna.

Decoro delle strade

E’ stato introdotto l’articolo 34-bis che punisce con la sanzione amministrativa da euro 500 a euro 1.000 (euro 500 entro il 60° giorno dalla contestazione o notifica del verbale) chiunque insozza (così è scritto nella legge n.94) le strade pubbliche mediante getto di rifiuti o di oggetti dai veicoli in sosta o in movimento.
Guida in stato di ebbrezza o per uso di sostante stupefacenti

E’ raddoppiato il periodo di sospensione della patente di guida per il conducente travato in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o per sostanze stupefacenti qualora il veicolo col quale è stato commesso il reato sia di proprietà di persona estranea ai fatti.
Anche tutte le ammende previste per il reato di guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti aumentano da un terzo alla metà se il reato è commesso dopo le ore 22,00 e prima delle 07,00. In questo caso l'applicazione della sanzione maggiorata avverrà in sede di sentenza davanti al Tribunale. Una quota pari al 20% di queste ammende comminate con la sentenza di condanna andrà ad incentivare il Fondo contro l’incidentalità notturna.
Assicurazione RCA

Viene introdotto l’obbligo del confisca amministrativa per il veicolo, di proprietà del conducente, trovato a circolare con i documenti assicurativi falsi o contraffatti. E’ colpito, invece, dalla sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida per un anno, colui che ha contraffatto o alterato i documenti assicurativi.
Circolazione dei ciclomotori (e delle biciclette)

Con l’introduzione dell’articolo 219-bis, si estendono al certificato di idoneità alla guida dei ciclomotoristi le sanzioni accessorie del ritiro, sospensione e revoca del documento.
Analogamente, colui che guidi il ciclomotore in vigenza di un provvedimento di ritiro, sospensione o revoca del certificato di idoneità, è punito con le stesse sanzioni amministrative stabilite per il titolare di patente di guida che circoli nonostante abbia avuto il documento ritirato, sospeso o revocato.
Al certificato di idoneità alla guida, infine, sono state estese le disposizioni che regolano la decurtazione del punteggio come per la Patente a punti.
Anche il titolare di patente che si trovi alla guida di un ciclomotore è soggetto al ritiro, sospensione, revoca o decurtazione del punteggio, se commette, alla guida di questo veicolo a due ruote, violazioni che comportino l’applicazione di tali sanzioni amministrative accessorie.
C’è da precisare che, nonostante la rubrica di questo nuovo articolo riguardi il «Ritiro, sospensione o revoca del certificato di idoneità alla guida», il secondo comma di questa nuova disposizione, richiamando genericamente “il conducente titolare di patente” che commette violazioni per le quali sono previste sanzioni accessorie applicabili anche quando ci si trovi alla guida di un veicolo per il quale non sia richiesta la patente stessa, fa ritenere che tali disposizioni siano applicabili anche nei confronti dei ciclisti.
In sostanza i ciclisti titolari di patente si vedranno decurtare i punti per le violazioni che prevedono il prelievo anche se commesse alla guida di un velocipede.


Revoca della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida di motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida, per i delinquenti abituali, professionali o per tendenza

Con la riformulazione dell’articolo 120 del Codice della Strada, vengono dettate nuove disposizioni che regolano il diniego al conseguimento della patente di guida, del certificato di abilitazione professionale per la guida dei motoveicoli e del certificato di idoneità alla guida a coloro che risultano delinquenti abituali, professionali o per tendenza o chi è stato sottoposto a misura di sicurezza personale o misura di prevenzione. (Asaps)

Cala sensibilmente il numero complessivo degli incidenti, in diminuzione anche le vittime

Secondo i rilievi della Polizia Stradale e dei Carabinieri (ai quali si dovranno aggiungere poi quelli delle Polizie Locali) rispetto al corrispondente fine settimana dello scorso anno (19/21 Settembre 2008) si registra un decremento del numero complessivo dei sinistri, e del numero degli incidenti con esito mortale, 15 a fronte dei 20 di un anno fa, e del numero delle vittime, 15 contro 21.
Nel corrispondente periodo del 2007 si erano registrati 29 sinistri mortali con 31 deceduti, mentre nell’omologo week-end del 2006 gli eventi infortunistici con esito mortale erano stati 30 con 41 vittime.
Gli incidenti mortali con coinvolgimento di veicoli a due ruote sono stati 7, pari a quasi il 47% circa del totale. Il 47% circa dei sinistri mortali è derivato da perdita di controllo del veicolo da parte del conducente.
I sinistri mortali verificatisi nella fascia oraria notturna 22/06 sono stati 6 con 6 deceduti. Delle 15 vittime 7 avevano età inferiore ai 30 anni.
Nell’ultimo fine settimana Polizia Stradale ed Arma dei Carabinieri hanno attivato i consueti dispositivi di prevenzione e di vigilanza stradale impiegando in totale 36.838 pattuglie.
Le stesse hanno proceduto alla contestazione di 20.687 violazioni del Codice della strada, con 30.909 punti decurtati, 1.039 patenti di guida e 1.012 carte di circolazione ritirate.
da www.asaps.it

La bici a scatto fisso. Bella e impossibile

Vi sarà capitato di vederle in giro in qualche giungla urbana. A Boston, Tokyo e ora anche qui a Milano va di moda la bici a scatto fisso. Naked, nuda, essenziale.

Si tratta di una bici da corsa su pista, con un unico rapporto. Senza cambio e senza freni. I pedali sono collegati direttamente al mozzo della ruota posteriore. E l'unico modo per frenare con questa bicicletta è cercare di fermare la pedalata, andando in senso contrario e rischiando di spaccarsi ogni volta, come minimo, i legamenti. Un altro modo per fermarsi in modo arditamente atletico è quello di puntare un piede per terra cercando di far perno sullo stesso e allo stesso tempo cercare di strisciare verso l'esterno con la ruota posteriore.

La bici a scatto fisso è una moda, un fenomeno vero e proprio tanto che molte aziende produttrici hanno inserito nel loro catalogo massa market questi gioielli nati per una nicchia di mercato, il ciclismo su pista per l'appunto. Le bici sono belle. Non c'è dubbio. Hanno una linea essenziale. Anni Ottanta o vintage, come si dice ora. Senza orpelli tecnologici. Inutili secondo alcuni.

Il problema è che queste biciclette non sono state fatte per il traffico urbano ma per la pista che è tonda, in parquet e non le auto che corrono. Non sono state fatte per la città ma molti amanti del genere la usano, proprio per questo suo essere in bilico, in equilibrio - metafora quasi della condizione umana - come "strumento di attacco urbano", versione modaiola contro l'avanzata dei Suv. E allora, al grido di "riappropriamoci della città" questi neofiti delle due ruote su pista rischiano ogni volta che inforcano i pedali la pelle propria e quella degli altri.

Nessuno se ne è occupato finora, nessun Codice della strada, ma per farsi malissimo con queste due ruote ci vuole davvero niente. A ogni incrocio o semaforo un rischio. Rischio ancora più elevato per chi, poi, invece degli attacchi a sgancio rapido tipo Look, o i semplici pedali, usa i pedali di una volta che usavano gli sprinter nelle gare su pista (qualcuno ancora ora) con i fermapiedi e le cinghiette di cuoio. Non sono tutte così le bici a scatto fisso, a dire il vero. Alcune, come quella fatta da Colnago - bellissima peraltro - hanno un piccolo freno sul manubrio. Freno anteriore, ma pur meglio di niente.

Un consiglio? Compratela se amate il genere, ma scegliete quella con il piccolo freno nascosto nel manubrio. Sarà meno "figa", meno all'ultima moda ma preserva voi (e soprattutto gli altri) da probabili visite d'urgenza al Pronto Soccorso.

Come non sottoscrivere quello che a proposito ha scritto Jovanotti, appassionato ciclista: «Lo scatto fisso è una pazzia in una città come Milano con milioni di semafori e taxisti che guidano malissimo. Capisco che sia un modo per rilanciare il proprio livello di attenzione e la percezione dei sensi che nelle nostre società tendono ad assopirsi. Capisco anche che in una città grande si sviluppa una forma di nuovo tribalismo che ha bisogno di segni e di ritualità specifiche, lo capisco e mi piace, è una sana deviazione della modernità. Però lo scatto fisso è very dangerous. Fate attenzione se vi venisse voglia».
22 settembre 2009
da www.ilsol24ore.it

lunedì 14 settembre 2009

Multe, a ottobre al via la mini-sanatoria

(Asaps) La Capitale sarà la prima ad "attuare quanto previsto dal decreto anticrisi", cioe' una 'minisanatoria' per le multe prese prima del 2004 e notificate prima della prescrizione. Lo spiega Maurizio Leo, presidente della commissione di vigilanza sull'anagrafe tributaria e firmatario dell'emendamento che consente di "pagare la multa al minimo previsto, come se si fosse pagata nei primi 60 giorni, con l'applicazione del 4% a rimborso dell'agente di riscossione, ma senza le penali previste. Non è un condono - sottolinea Leo, che del Comune di Roma è assessore al Bilancio - perche' la multa sara' comunque pagata. Tagliamo solo le penali aggiuntive e i maggiori interessi". Solo per il Comune di Roma sono circa 400.000 gli automobilisti interessati dal provvedimento. Quindi, per le multe prese prima del 2004 i romani dovranno aspettare la comunicazione del riscossore (Gerit Spa) che sta vagliando quali siano le multe prescritte e quali no. Per quelle ricevute nel 2005 si potra' pagare a rate gli importi, fino ad un numero di 30. Per le contravvenzioni ricevute nel 2006, il Campidoglio invece inviera' ai cittadini un avviso bonario preventivo per avvertirli dell'avvio della procedura e così si potrà far valere le proprie ragioni ancor prima di ricevere la cartella. Milano invece non seguirà l'esempio di Roma. Nessuna sanatoria per le vecchie multe. Lo ha annunciato il vicesindaco della citta', Riccardo De Corato. "Non vogliamo favorire i furbi - ha spiegato -, altrimenti sarebbe come invogliare tutti i cittadini a non pagare". Sono circa 400mila le contravvenzioni elevate a Milano tra il 2000 e il 2004 non ancora pagate.
Fin qui la notizia. Speriamo che il provvedimento non venga inteso come una sorta di condono, ma solo come un riordino di un sedimentato disordine burocratico che aveva portato all'emanazione di cartelle pazze e di errori da matita blu nel computo di interessi e penali.
Ora però si riparta con metodo per evitare che quanti hanno pagato cash e nei termini si possano sentire i più fessi fra i conducenti sanzionati. In questo caso si darebbe uno schiaffo all'efficacia delle sanzioni e quindi alla sicurezza stradale. (Asaps)

lunedì 7 settembre 2009

Aumentano gli indennizzi per gli incidenti stradali

Continua il lavoro di aggiornamento dei criteri di liquidazione del danno biologico da parte dei tribunali. Dopo Milano è ora il turno di Roma e di Verona. Tre uffici il cui lavoro va ben oltre i confini dei rispettivi ambiti territoriali: sono infatti più o meno cinquanta i tribunali che, non adottandone di propri, seguono i meccanismi di liquidazione approvati in queste tre sedi (da solo, il capoluogo lombardo ne attrae quasi quaranta).

In pratica, un terzo dei tribunali a questo punto dispone di nuovi riferimenti per calcolare il danno non patrimoniale per le lesioni macropermanenti, cioè con invalidità superiori al 9%, provocate da un fatto illecito. Per quelle inferiori si può invece utilizzare la tabella per i piccoli postumi da incidenti stradali appena aggiornata e pubblicata sulla Gazzetta, l'unica avente forza di legge.

Ancora una volta – complice la mancata approvazione dell'altra tabella nazionale, quella sulle lesioni macropermanenti che la legge impone, ma di cui non si parla neanche più – si deve lamentare la differenza delle liquidazioni tra gli uffici. Il quadro, peraltro, è cambiato rispetto all'ultima simulazione svolta su queste pagine due anni fa. Se nel 2007 le oscillazioni erano più articolate – sulle invalidità lievi i risarcimenti, per le vittime, risultavano più vantaggiosi a Milano che a Roma mentre, al contrario, sulle liquidazioni più rilevanti i valori capitolini erano di gran lunga superiori rispetto a quelli meneghini – oggi sembra che il tribunale di Milano sia di manica più larga su tutto il range delle invalidità (si vedano le tabelle a lato), mentre gli standard romani vi si avvicinano solo per le lesioni più gravi.

C'è tuttavia da sottolineare che le cifre indicate nelle tabelle costituiscono dei punti di riferimento e che i giudici, quando calcolano l'entità del risarcimento, possono sempre apportare delle correzioni (sebbene quasi sempre in aumento).

La sessione 2009 di aggiornamento dei criteri, inoltre, era ed è particolarmente attesa, soprattutto dalla platea degli avvocati, perché nella redazione delle tabelle bisogna tenere conto di quanto richiesto dalle sezioni unite della Cassazione a fine 2008. Tanto che, a differenza degli anni passati, in cui spesso si è provveduto al semplice adeguamento Istat dei valori dell'anno precedente, qui si tratta di un cambio di filosofia. La Cassazione ha infatti detto che non è possibile continuare a risarcire i danni futili, mentre il danno esistenziale, quando trova tutela – quando cioè è provocato da comportamenti che ledono diritti costituzionalmente garantiti –, non può essere risarcito a parte, ma deve essere considerato insieme al danno biologico, producendo alla fine un'unica voce di lesione non patrimoniale. Finora, invece, i giudici hanno stabilito una cifra come indennizzo per il danno biologico, ricavandola dalle tabelle, e a questa, se richiesto e poi accertato, hanno aggiunto un importo a titolo di danno esistenziale, indennizzando due somme separate.

Per ovviare al divieto di duplicazione, i tribunali di Milano, Roma e Verona hanno trovato soluzioni differenti. Verona, per esempio, ha costruito la propria tabella rivalutando del 2,60% quella del 2008 (a sua volta frutto di rivalutazione delle precedenti, costruite in origine dalla rilevazione statistica dei risarcimenti riconosciuti nel 1999), ricordando che la liquidazione deve essere unitaria. Milano invece ha scommesso sull'aumento del punto base, diversificando poi la personalizzazione – lasciando cioè al giudice la discrezionalità di arrotondare gli importi secondo alcuni parametri percentuali stabiliti – per ottenere una sola cifra che tenga conto anche del danno esistenziale.

Roma, infine, ha abbandonato la vecchia strada, in base alla quale gli importi altro non erano che il frutto dello sviluppo della tabella di legge per le lesioni micropermanenti. Gli importi per il 2009 derivano così dall'aggiornamento Istat di quelli del 2006. Quanto al danno esistenziale, il sistema capitolino, un po' come quello milanese, rimette al giudice la scelta di una misura percentuale di quanto indennizzato come danno biologico, purché non superiore alla metà.

a.candidi@ilsole24ore.com

giovedì 27 agosto 2009

Incidenti Stradali: Ania, Numero Morti l'Anno Come 20 Terremoti Abruzzo

(ASCA) - Rimini, 27 ago - Nel mese piu' 'caldo' dell'estate del 2009 in Italia ci sono state 238 vittime da incidente stradale, con una diminuzione dell'8% rispetto all'anno precedente. I dati (relativi al periodo 24 luglio - 24 agosto) sono stati presentati oggi nel corso di un convegno organizzato da Fondazione Ania, Ministero dei Trasporti e Comune di Roma nell'ambito del Meeting di Rimini. Pero' nel 2009, a fronte di una contrazione del 29% delle vittime in autostrada, c'e' un aumento del 2% delle vittime sulle altre strutture viarie. I numeri degli incidenti stradali in Italia, comunque, sono drammatici: nel 2007 si sono registrati 14 vittime al giorno, per un totale di 5.131 decessi: e' come se ogni anno nel Paese si verificassero 20 terremoti come quelli dell'Abruzzo. Le cifre sono particolarmente gravi durante il periodo estivo. ''L'incidentalita' stradale e' un'emergenza nazionale - spiega Sandro Salvati, presidente della Fondazione Ania - che causa ogni anno migliaia di morti, in particolare tra i giovani. Per questo e' importante sollecitare una riflessione: il diritto alla mobilita' e' un patrimonio di tutti i cittadini, ma questo diritto termina nel momento in cui chi lo esercita non rispetta le regole di una corretta convivenza civile''. Per Sergio Dondoli, Dg Sicurezza stradale del Ministero, il miglioramento della sicurezza stradale e' uno degli ''impegni primari del Ministero'' e negli ultimi anni si sono registrati ''risultati importanti'', ma c'e' ancora un ''numero troppo elevato di morti e feriti'' e per contrastare questa ''emergenza sociale'' serve ''il contributo di tutte le parti attive del Paese, per una grande mobilitazione volta alla salvaguardia della vita''. ''La sicurezza stradale - ha detto Gianni Alemanno, sindaco di Roma - e' una delle priorita' dell'azione di governo della Capitale. Abbiamo gia' iniziato a lavorare in questa direzione: coinvolgendo le associazioni che gravitano intorno al problema, sensibilizzando i cittadini, soprattutto i giovani, sollecitando il prezioso contributo delle forze dell'ordine e allacciando contatti con le altre istituzioni per pianificare insieme le strategie da mettere in atto''.

venerdì 21 agosto 2009

Autovelox, via alla rivoluzione "Mai più pattuglie nascoste"

Addio a pattuglie nascoste con l'Autovelox. Massima tutela della privacy e addio soprattutto alla gestione dei sistemi elettronici di rilevamento di velocità da parte di società private. Queste le rivoluzioni imposte dalla nuova direttiva del ministero dell'Interno, emanata proprio oggi.

Ma c'è dell'altro: i Prefetti avranno ora il compito di monitorare sul territorio il fenomeno della velocità e di pianificare le attività di controllo in modo da evitare duplicazioni e una gestione degli autovelox volta solo a fare cassa. In particolare, i Prefetti dovranno individuare i punti critici per la circolazione dove si registrano più incidenti (con riferimento al biennio precedente) e a quel punto dovranno mettere a punto un sistema per controllare la velocità.

Il tutto sotto il controllo della Polizia Stradale che ha ottenuto così - è questa la novità più grossa - il coordinamento operativo dei servizi, con il compito anche di monitorare i risultati dell'attività di controllo svolta da tutte le forze di polizia e dalle polizie locali.

Dovrebbe quindi essere del tutto scongiurato l'uso indiscriminato che alcuni comuni fanno degli Autovelox, facendoli gestire dalle polizie locali, con il solo scopo di fare cassa. Il meccanismo è noto: piazzare rilevatori di velocità in zone dove non è chiaro il limite, in altre dove è stato appena abbassato e in altre nascondendo completamente le apparecchiature.

Viene da chiedersi a questo punto come faranno a sopravvivere alcuni comuni, visto che in molti casi il ricavato delle multe rappresenta più della metà del bilancio comunale... Staremo a vedere. Quello che conta - finalmente - è il fatto che si associa sempre di più l'uso di Autovelox al miglioramento della sicurezza stradale, con grandi vantaggi per tutti.

Ed è proprio con questo spirito che, oltre ad avere la gestione delle apparecchiature solo da parte dagli operatori di Polizia, ora ci sarà un controllo periodico obbligatorio di funzionalità degli apparecchi, ma anche nuove segnalazioni della presenza delle postazioni di controllo.

Secondo un'anticipazione del Rapporto "Gli Italiani e l'auto" (che l'ACI presenterà a settembre con il Censis), si scopre che gli automobilisti temono più chi guida veloce di chi guida ubriaco. Lo studio evidenzia i fattori di stress al volante, sottolineando la scarsa fiducia degli automobilisti nei confronti degli altri utenti della strada, il cui comportamento irresponsabile, imprevedibile e distratto viene riconosciuto come il primo elemento di rischio per chi è in viaggio.

(21 agosto 2009) da www.repubblica.it

giovedì 6 agosto 2009

Multe alle stelle per infrazioni notturne

Sabato 8 agosto entra in vigore una vera e propria rivoluzione
per la sicurezza stradale. Ecco, punto per punto, tutte le novità

Ci siamo: sabato prossimo, l'8 agosto, entrano in vigore grandi novità sul fronte della sicurezza stradale: l'incremento di un terzo per molte violazioni commesse di notte fra le 22 e le 7 (velocità, precedenza, distanza di sicurezza, inosservanza segnaletica, circolazione contromano e altre ancora) e via i punti dalla patente anche ai ciclomotoristi e ciclisti.

Sono queste le due novità più importanti volute dalla legge 94 del 15 luglio 2009. Ma ce ne sono molte altre. Va detto che questa maggiorazione delle multe andrà ad alimentare il Fondo contro l'incidentalità notturna. "Tale incremento - spiega però Giordano Biserni, presidente dell'Asaps, associazione amici polizia stradale - è previsto che vada ad alimentare il Fondo contro l'incidentalità notturna dove le violazioni stesse siano accertate da dipendenti dello Stato. Quindi il fondo è alimentato solo dalle sanzioni accertate dalla Polizia Stradale e dai Carabinieri".

Nel dettaglio i comportamenti che comporteranno sanzioni più dure, ecco l'elenco completo: velocità in genere, superamento dei limiti di velocità, precedenza, inosservanza della segnaletica orizzontale e delle segnalazioni semaforiche, distanza di sicurezza, cambiamento di direzione o di corsia e altre manovre, circolare contromano o invertire il senso di marcia, effettuare la retromarcia, circolare sulle corsia di emergenza sulle autostrade e sulle autostrade extraurbane principali, violare le norme che regolano la sosta di emergenza od omettere di far uso delle luci di posizione durante la sosta e la fermata di notte o in caso di scarsa visibilità e, infine, violare le disposizioni che disciplinano l'uso del libretto individuale di controllo ovvero non rispettare i tempi di guida e di riposo con veicoli per trasporti professionali non muniti di cronotachigrafo.

Dicevamo poi delle altre novità. Eccole nel dettaglio, punto per punto.


Decoro delle strade
Ora c'è una sanzione variabile da 500 a 1.000 euro per chi sporca le strade gettando rifiuti dai veicoli. Una sanzione spropositata perché se la stessa cosa la fa un pedone la sanzione è di appena 23 euro. Conviene quindi scedere dall'auto e gettare i rifiuti...


Guida in stato di ebbrezza o per uso di sostante stupefacenti
Per aumentare l'attenzione di genitori, zii o amici che affidano la propria auto ad ubriaconi viene raddoppiato il periodo di sospensione della patente di guida per il conducente travato in stato di ebbrezza con tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l o per sostanze stupefacenti qualora il veicolo col quale è stato commesso il reato sia di proprietà di persona estranea ai fatti.
Aumentano poi anche tutte le ammende previste per il reato di guida in stato di ebbrezza o sotto l'effetto di sostanze stupefacenti se il reato è commesso dopo le ore 22,00 e prima delle 07,00. In questo caso l'applicazione della sanzione maggiorata avverrà in sede di sentenza davanti al Tribunale.


Assicurazione
Confisca immediata per il veicolo, di proprietà del conducente, se viene trovato a circolare con i documenti assicurativi falsi o contraffatti. E' colpito, invece, dalla sanzione amministrativa della sospensione della patente di guida per un anno, colui che ha contraffatto o alterato i documenti assicurativi.


Circolazione dei ciclomotori e delle biciclette
Ecco l'articolo più discusso, il 219-bis, che estende al certificato di idoneità alla guida dei ciclomotoristi le sanzioni accessorie del ritiro, sospensione e revoca del documento. "Analogamente - spiegano all'Asaps - colui che guidi il ciclomotore in vigenza di un provvedimento di ritiro, sospensione o revoca del certificato di idoneità, è punito con le stesse sanzioni amministrative stabilite per il titolare di patente di guida che circoli nonostante abbia avuto il documento ritirato, sospeso o revocato".

Insomma al certificato di idoneità alla guida sono state estese le disposizioni che regolano la decurtazione del punteggio come per la Patente a punti. Così chi ha una patente e si trova alla guida di un ciclomotore è soggetto al ritiro, sospensione, revoca o decurtazione del punteggio, se commette violazioni che comportino l'applicazione di tali sanzioni amministrative accessorie.

E qui si arriva al punto più discusso. E già perché il secondo comma di questa nuova disposizione, richiamando genericamente "il conducente titolare di patente" che commette violazioni per le quali sono previste sanzioni accessorie applicabili anche quando ci si trovi alla guida di un veicolo per il quale non sia richiesta la patente stessa, fa ritenere che tali disposizioni siano applicabili anche nei confronti dei ciclisti. Così i ciclisti si vedranno decurtare i punti dalla patente per le relative violazioni. Tutte cose di cui saranno ovviamente immuni chi viaggia su questi mezzi senza avere la patente di guida per le auto. Un piccola ingiustizia che farà discutere non poco...
(6 agosto 2009) da www.repubblica.it

domenica 19 luglio 2009

Code in autostrada, arriva il vademecum della Polizia di Stato

Con l'inizio delle vacanze aumenta il rischio "incolonnamenti". Per evitare ai vacanzieri code e disagi la polizia di stato mette a disposizione sul suo sito una serie di consigli e indicazioni utili per chi si sposterà in macchina.
Le giornate più critiche per gli spostamenti saranno il 31 luglio e il 1 agosto, il 7-8-9 agosto, 16-17 agosto e il fine settimana del rientro (21-22-23 agosto). Sul sito della Polizia di Stato si possono anche trovare informazioni sui tratti autostradali più a rischio di traffico intenso, sui cantieri presenti e sui percorsi alternativi.
Il traffico dei mezzi pesanti (quelli di massa superiore alle 7,5 tonnellate) sarà bloccato nei fine settimana di luglio e agosto. Per agevolare la circolazione saranno intensificati i servizi di pattugliamento su strade e autostrade, sarà aumentata la vigilanza nelle aree di sosta e sono previsti, sulle autostrade - soprattutto sull'A1 - alcuni posti mobili di primo soccorso all'inizio agosto.
Inoltre il Centro di coordinamento nazionale per la viabilità aumenterà i collegamenti con Isoradio per dare informazioni in diretta sulla situazione del traffico.
da www.ilsole24ore.com

sabato 18 luglio 2009

Pirati strada: 214 eventi (+57%) in primi sei mesi 2009

(ANSA) - FORLI', 18 LUG - Nel 1/o semestre sono stati 214 gli episodi di pirateria stradale (+57%).In testa e' la Lombardia con 36 episodi, seguita dal Lazio con 29.E poi E-Romagna (28), Veneto (18), Puglia (15), Liguria (14), Piemonte, Toscana e Sicilia (11). Lo rileva un monitoraggio dell'osservatorio il Centauro-Asaps (Associazione sostenitori della Polstrada) da cui emergono anche 43 morti e 263 feriti. Su tutti questi eventi pesa l'ombra dell'alcol e delle droghe: in 59 casi, 37%, ne e' stata accertata la presenza.

domenica 12 luglio 2009

Foglio rosa a 17 anni, in autostrada a 150 all’ora Pronte le nuove norme sulla sicurezza stradale Autovelox: le multe non vanno più ai Comuni

In attesa della legge delega del governo sulla riforma complessiva del codice della strada, alla quale, dice il ministro dei Trasporti Altero Matteoli, i tecnici del ministero stanno già lavorando, il Parlamento ha fatto la sua parte. Tra mercoledì e giovedì la Camera voterà il nuovo progetto di legge sulla sicurezza stradale, licenziato tre giorni fa dalla commissione Trasporti in sede legislativa, un lavoro importante, come spiega il presidente della commissione Mario Valducci, «un lavoro cominciato sei mesi fa e che ha visto un’ampissima convergenza di tutti i gruppi parlamentari». Molte le novità, dal narcotest, al foglio rosa a 17 anni, dai proventi degli autovelox alla targa personale, all’innalzamento del limite di velocità a 150 km all’ora nei tratti dove c’è il Tutor. «Il nostro obiettivo è stato dar battaglia su tre fronti — continua Valducci —. Tolleranza zero per alcol e droghe, certezza della pena e freno ai Comuni che vogliono fare i furbi». Vediamo allora passo passo come cambierà il nostro modo di stare su strade e autostrade.

Il narco-test
È stato introdotto il narco-test, all’inizio in via sperimentale, poi su larga scala come per gli etilometri. Sarà possibile verificare in strada se una persona ha assunto sostanze stupefacenti con un semplice esame da effettuare con la saliva o il sudore. Adesso la polizia deve accompagnare il guidatore sospetto presso una struttura sanitaria per fare le analisi. Con la nuova norma chi risulta positivo sarà considerato «alterato alla guida». Spetterà a lui poi, e a proprie spese, effettuare esami clinici per dimostrare il contrario.

I limiti di velocità
Sarà possibile elevare sulle autostrade il limite di velocità a 150 km/h ma solo se è presente il Tutor. Aumentano le sanzioni per chi corre troppo (da 500 a 2000 euro oltre i 40 km/h e da 779 a 3.119 oltre i 60 km/h), ma diminuisce la decurtazione dei punti. In sostanza, se si superano i limiti da 10 a 40 km/h, si perdono 3 punti (prima erano 5), da 40 a 60 si perdono 5 punti (prima erano 10), oltre i 60 i punti decurtati saranno 10. Sarà anche più difficile riottenere i punti per chi, nell’arco di un anno, ha effettuato tre violazioni gravi non contestuali con decurtazione fino a 5 punti. In questo caso, raggiunti i meno 15 punti, si è costretti a rifare l’esame teorico e la visita medica allo stesso modo di chi ha perso tutti i 20 punti.

Il foglio rosa
Per i giovani una notizia buona e una cattiva. S’introduce il foglio rosa a 17 anni per chi ha già il patentino per il motorino, ma solo per fare pratica con un patentato da almeno 10 anni. Però si incrementa di un terzo alla prima violazione e del doppio per le violazioni successive, la durata della sospensione della patente quando l’infrazione è commessa da un neopatentato nei primi tre anni.

Autovelox e Comuni
Nelle strade extraurbane l’autovelox non potrà essere posizionato oltre 1 km dal segnale del limite di velocità. Ma il vero succo della riforma è altrove. «È finita l’epoca dei Comuni furbi che piazzano autovelox e macchinette ovunque per battere cassa—dice Valducci —. Per prima cosa, gli autovelox non potranno più essere comprati con le multe dei cittadini. Fino ad ora i produttori di macchinette dicevano ai Comuni: "Non dovete tirare fuori neppure un soldo, ci ripagherete con il 20-30 per cento delle multe incassate". Tutto questo non sarà più possibile. Inoltre, le polizie locali potranno mettere gli autovelox dove vogliono ma i proventi andranno ai proprietari delle strade, se quindi sono strade extraurbane le multe non finiranno più nelle casse del Comune ma in quelle dell’Anas o della Provincia». Gli enti locali dovranno anche destinare il 50 per cento degli introiti alla sicurezza stradale secondo un rigido schema di ripartizione dei fondi che dovrà essere relazionato al ministero. Se non lo fanno lo Stato tratterrà il 3 per cento di tutti gli incassi annuali.

La targa
La targa è personale, non segue più il veicolo ma il proprietario e non potrà essere abbinata a più di un veicolo.

L’alcol
Limite zero del tasso alcolemico per i neopatentati nei primi tre anni e per i conducenti professionali. Anche con un goccio di alcol nel sangue saranno multati. Non è previsto reato penale ma una sanzione amministrativa. Da 155 a 624 euro, raddoppiata se si è provocato un incidente. Resta invece il limite dello 0,5, come in tutta Europa. Tra 0,5 e 0,8 multa da 500 a 2000 euro e sospensione della patente da 3 a 6 mesi, con incidente raddoppio delle sanzioni e fermo amministrativo del veicolo per 180 giorni. Tra 0,8 e 1,5 ritiro della patente, sospensione fino a due anni, multa da 800 a 3200 euro. Con incidente raddoppio delle pene più fermo di 180 giorni. Sopra il limite di 1,5, c’è il ritiro immediato della patente con sospensione fino a due anni, multa da 1500 a 6000 euro, arresto da sei mesi a un anno. Se viene commesso un incidente raddoppio della pena, revoca della patente per 5 anni.

Pedoni e ciclisti
Si aggravano le decurtazioni dei punti per chi impedisce il passaggio dei pedoni sulle strisce (8 punti in meno, anche in caso di disabili). I ciclisti avranno l’obbligo, fuori dai centri abitati, di notte o nelle gallerie di indossare giubbotto o bretelle retroriflettenti.

Le multe a rate
Chi ha un reddito annuo inferiore a 10.628 può chiedere la rateizzazione delle multe fino a 60 rate per sanzioni superiori a 400 euro. Inoltre è stato semplificato tutto il sistema della notifica, dei ricorsi e delle competenze per garantire la certezza della pena. Si riducono infatti da 150 a 90 i termini entro i quali contestare le violazioni. Cento giorni per il recapito del verbale quando la contestazione è stata immediata. Per i ricorsi il termine scende da 60 a 30 giorni. Devono poi passare massimo 30 giorni tra la notifica del ricorso e l’udienza di comparizione. Altre due novità importanti: non saranno più i giudici di pace a decidere per la guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di droghe, competente sarà il tribunale. Inoltre, il giudice di pace, nei casi di sospensione della patente, quando non ci sono vittime, non potrà decidere per la revoca senza aver convocato anche la prefettura.

Gli animali
Una norma anche in difesa degli animali. L’investitore di un animale domestico o da lavoro è obbligato a fermarsi, soccorrerlo e chiamare un veterinario. Sanzioni da 78 a 1559.

Mariolina Iossa
12 luglio 2009 da www.corriere.it

mercoledì 8 luglio 2009

Sorpasso dei furbi del lampeggiante

«Corri ragazzo laggiù / vola tra lampi di blu». Sarà per quella vecchia sigla dei cartoni, sarà perché siamo tutti un po’ bambini e i potenti lo sono di più. Sarà quel che sarà, di certo aumentano esponenzialmente i «lampi blu» che sfrecciano nelle nostre città. Migliaia di auto di scorta per volti noti che vanno di fretta.

Non c’è ingorgo che tenga, non c’è fila che possa rallentare il passo alle nuove caste di potenti e potentini che fanno delle città la loro personale «Isola dei famosi». Innestano il lampeggiante e via nella corsia preferenziale, parcheggiati in doppie e triple file protetti dalla magica luce blu. Il lampeggiante è l’ultimo e più ambito degli status symbol che dimostrano che «io sono io e voi non siete un c...», come diceva il Marchese del Grillo. Più ambita dell’auto blu. Quella tutti possono averla, che ci vuole, basta un posticino in una delle tante nostre munifiche istituzioni locali. Ma l’auto blu, senza il lampeggiante è come un bell’uccello con le ali spezzate: può far bella mostra di sé nel traffico, chiudendo un occhio può accompagnare la moglie a far la spesa, ma senza luce e paletta non può volare al di sopra del traffico dei paria.

Ma attenzione, perché il fenomeno in questione non riguarda più solo la personalità straniera in visita, il magistrato sotto scorta, il ministro in missione ufficiale, insomma coloro che per la natura del proprio incarico e per questioni di sicurezza hanno necessità di essere accompagnati da agenti di polizia, pronti ad accendere il lampeggiante ma solo in caso di emergenza. Da quattro anni in qua il fenomeno è in rapida espansione e i furbetti del lampeggiante sono diventati una popolazione sempre più folta.

Tutta colpa di un comma, poche righe di una legge che ha dato la stura al fiume blu. Come spesso succede alle nostre latitudini la questione è partita da un fatto serissimo e in pochi mesi si è trasformata in sbracato eccesso. Bisogna risalire al delitto di Marco Biagi, quando il dibattito sulle scorte ai personaggi a rischio diventa bollente. Per evitare l’arbitrio nella concessione della tutela da parte delle forze dell’ordine, nel 2003 viene emanato un decreto, il numero 253 (poi convertito in legge), che istituisce l’Ucis, un ufficio interforze per gestire le scorte. E per cercare di far fronte a tutte le esigenze senza impegnare troppo personale di polizia, la legge introduce la possibilità «per esigenze di carattere eccezionale e temporaneo» di conferire «la qualifica di agente di pubblica sicurezza a conducenti di veicoli in uso ad alte personalità che rivestono incarichi istituzionali di governo». In sostanza viene creata la possibilità di trasformare un semplice autista, purché in possesso di determinati requisiti, in agente di scorta a tutti gli effetti, cioè con lampeggiante, paletta e licenza di accelerare in caso di emergenza. Ma attenzione alle parole chiave della norma: «eccezionale» e «temporaneo». Manco a dirlo. Quando una legge recita così in Italia si traduce con «per sempre» e «quando ci pare».

Il caso più eclatante è quello di Roma: «Qui il lampeggiante ormai ce l’hanno tutti - sbotta Pietro Giaccardi, presidente dell’Osservatorio sui reparti scorta del sindacato di polizia Consap - politici certo, ma anche funzionari di enti e perfino gente dello spettacolo». A verificare non ci vuole tanto. Basta mettersi di guardia davanti alle sedi Rai. Ed è famoso il caso del marzo scorso, quando davanti al palazzo del Coni si radunarono 40 auto col lampeggiante. Autisti venuti a ritirare i biglietti gratis per la partita Roma-Arsenal. «Oltretutto - mastica amaro l’agente - in quelle auto, non essendoci le personalità a bordo, il lampeggiante non poteva essere attivato». Sai com’è, da personalità a personalismo il passo è breve. «Almeno cambiassero il colore della luce, così la gente saprebbe che non siamo noi poliziotti a sfrecciare nelle corsie preferenziali - aggiunge rassegnato Giaccardi - la beffa è che i professionisti ormai lo usano sempre meno, perché se sei di scorta a un personaggio veramente a rischio, l’imperativo è non farsi notare». Il fenomeno è notevole anche a Napoli. A Milano invece i permessi sono solo una trentina.La denuncia è tutt’altro che di parte. A rilasciare le autorizzazione agli autisti sono le prefetture. E Giuseppe Pecoraro quando si è insediato come prefetto di Roma, a novembre scorso, ha scoperto che i permessi erano tantissimi, ma non esisteva nemmeno un archivio completo. Ora sta cercando di invertire la rotta: «Il lampeggiante non può essere uno status symbol - ha spiegato - purtroppo non sempre viene utilizzato nei termini consentiti». Pare che gli incarichi «temporanei» siano proliferati tanto che ci sia chi si «dimentica» di restituire il lampeggiante. Come finirà?
da www.ilgiornale.it