Si parte con 180 km di varie tratte in Lorena, ma si pensa ad una rivoluzione in grande stile, tra sicurezza ed ecologia (-6% emissione gas in atmosfera)
Il ministro: “Ci stiamo riflettendo”, ma dalle regioni è cominciata la corsa all’emulazione
(ASAPS) PARIGI, 5 ottobre 2009 – Si dice che si tratti di una data solo simbolica e che per vedere una rivoluzione del genere per tutti i punti neri della viabilità autostradale francese, si dovrà attendere ancora. Però il 1° ottobre è passato e su 180 chilometri di autoroute nella regione transalpina della Lorena, considerati ad alto rischio infortunistico e ad alta trasgressione, ci si deve rassegnare a marciare a 110 all’ora. Dunque, i campioni europei di sicurezza stradale rispondono così, con intransigente ed inaspettata severità, ai complimenti che ormai arrivano loro da buona parte del mondo civile. C’è chi, addirittura, ormai parla di modello francese da imitare. Per chi ha confidenza con quei tracciati, parliamo di una buona metà delle tratte delle autostrade A30, A33, A330 ed A313. Ma la notizia vera è che, se all’estero tutti guardano alla Francia come ad un esempio da imitare (mentre da noi l’Asaps si strappa le vesti per far comprendere l’inutilità e il rischio dei 150 km/h), all’interno della Repubblique molti ritengono di non doversi fermare e, anzi, chiedono di estendere a tutto il paese il modello regionale scelto dai pronipoti dei “lotaringi”. Sul quotidiano le Parisien, in effetti, si parla di un crescendo di realtà regionali fermamente intenzionate ad adottare misure analoghe, tanto da far pensare ad un imminente iniziativa legislativa nazionale da parte del governo in carica. Il ministro dei Trasporti, Dominique Perben, intervistato dai cronisti, ha ammesso di aver iniziato un percorso di “riflessionie” per estendere a tutte le autostrade urbane e peri-urbane il limite dei 110, mentre il suo omologo all’ecologia, Chantal Jouanno, ha risposto che l’obiettivo del suo dicastero resta la diminuzione complessiva della velocità, pur considerando questo step “tutt’altro che una cattiva idea”. Gli studi già realizzati dimostrano infatti che scendere da 130 a 110 permetterebbe di ridurre del 6% le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra e del surriscaldamento globale. La combinata necessità di intervenire efficacemente sui punti neri e sull’ecologia, giustifica in pieno – secondo una trasversale platea di politici ed esperti – la ratio dell’iniziativa, peraltro già in atto da alcuni mesi anche sull’autostrada mediterranea che da Marsiglia porta all’Italia, ma è nel nord del paese che la rivoluzione è stata preceduta da un esperimento bimestrale messo in atto sull’A31, che collega la Francia al Lussemburgo: qui, secondo la Prefettura di Polizia, il limite è stato scrupolosamente rispettato dagli utenti, con evidenti risultati non solo di tipo ecologico o in termini di risparmi di vite. È migliorato “il confort di viaggio”, tanto per usare l’espressione usata dalle autorità francesi. Su quella strada, tra Nancy, Metz e Thionville si misura una delle correnti di traffico più intense d’Europa, con una media di 80mila veicoli al giorno di cui 15mila di categoria commerciale. (ASAPS)
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