L’Italia, come gli altri Paesi membri dell’Unione Europea, con il Piano nazionale della sicurezza stradale si è posta l’obiettivo di ridurre entro il 2010 il numero di morti e di feriti in incidenti stradali del 50%. Negli ultimi anni, con il fine di comprimere l’elevato costo sociale e umano causato da questo fenomeno, nel nostro Paese si è intrapreso un percorso normativo in tema di sicurezza stradale culminato nel 2003 con l’entrata in vigore di importanti modifiche al codice della strada e soprattutto con l’introduzione, tra le altre novità, della patente a punti.
Gli europei amano viaggiare su strada; attualmente nell’Unione europea si contano oltre 375 milioni di utenti della strada. Tutti noi apprezziamo la libertà, l’indipendenza e la praticità che essa ci offre, ciò che apprezziamo meno è il suo corollario di vittime, feriti e stragi. Nel 2003, ultimo anno per il quale si dispone di cifre ufficiali, in Europa le vittime della strada sono state 39062 e i feriti 1,7 milioni.
La realtà è che le persone con meno di 50 anni hanno più probabilità di morire in un incidente stradale che non a causa di malattie cardiache o di cancro, mentre coloro che rientrano nella fascia d’età compresa tra i 15 e i 24 anni rappresentano un quarto delle vittime degli incidenti stradali. Se le sofferenze causate da queste stragi sono incalcolabili, in termini puramente economici è stato stimato che esse incidono per il 2% sul prodotto interno lordo dell’Unione europea.
Gli incidenti stradali mortali raramente arrivano sulle prime pagine dei giornali, a meno che non si tratti di incidenti di grandi proporzioni come scontri tra pullman o qualora siano coinvolti numerosi minori. Ciò sembra suggerire un rassegnato fatalismo secondo cui si tratterebbe di «incidenti inevitabili», ma lo sono davvero? Perché così tante persone muoiono sulle strade? Si possono individuare quattro fattori principali:
1. Velocità eccessiva;
2. Consumo di droga o alcol. La guida in stato d’ebbrezza provoca da sola 10 000 vittime all’anno;
3. Mancato rispetto dell’obbligo di indossare la cintura di sicurezza o il casco;
4. Diversi livelli di sicurezza offerti dai diversi veicoli. Se tutti i veicoli offrissero lo stesso livello di sicurezza dei migliori veicoli della stessa categoria si eviterebbe la metà degli incidenti invalidanti.
Il comportamento umano, in tal caso una guida scorretta e irresponsabile, sono la causa principale delle stragi. Se tutti seguissero correttamente le regole della strada, o meglio le regole del Codice della Strada, l’Europa sarebbe un luogo molto più sicuro. Per citare solo uno Stato, uno studio condotto in Svezia nel 2000 ha dimostrato che un pieno rispetto dei limiti di velocità ridurrebbe gli incidenti mortali del 40%.
In un tale sfacelo, l’Unione Europea e i governi nazionali collaborano per individuare possibili soluzioni per ridurre il bilancio delle vittime. L’obiettivo che si sono posti è – come già detto - dimezzare il numero di incidenti mortali entro il 2010. La base da cui partire è la proposta per un “Programma d’azione europeo sulla sicurezza stradale”presentata dalla Commissione europea nel 2003. La proposta individua 60 misure da implementare a livello europeo e nazionale.
Sulla base di tali raccomandazioni, i ministri europei dei Trasporti hanno convenuto che quattro settori in particolare necessitano di interventi immediati:
1. Far rispettare il codice stradale esistente e incoraggiare una guida più corretta e sicura.
2. Rendere i veicoli più sicuri, favorendo costantemente la ricerca nel settore della sicurezza, in particolare utilizzando le nuove tecnologie. Valutare nuove modalità per incoraggiare gli automobilisti, ad esempio mediante incentivi fiscali, a guidare modelli più sicuri e più nuovi.
3. Migliorare le infrastrutture stradali, dedicando particolare attenzione alla riduzione degli incidenti nei tratti ad alto rischio.
4. Raccogliere e condividere conoscenze e idee su come migliorare la sicurezza stradale.
La strada da percorrere per raggiungere gli obiettivi stimati è ancora molto lunga, ma sicuramente la via che si è intrapresa risulta essere quella giusta. Chissà quanti ignari giovani devono ringraziare tale (seppur tradivo) intervento nel settore della sicurezza stradale, intervento che ha consentito una concreta diminuzione degli omicidi colposi[1] conseguenza di incidenti stradali.
Ricordo che un paio d’anni fa, nel giorno di Pasqua, intervenimmo in quanto era stato segnalato, dalla Sala Operativa del “118”, un incidente stradale con esito mortale. Nel corso degli accertamenti emerse che una giovane donna (già madre di quattro figli avuti da un precedente matrimonio, di cui due ancora minori) si era recata, con il nuovo compagno, a spasso in una vicina località turistica, per trovare un ristorante aperto in modo da festeggiare adeguatamente e finalmente serenamente la ricorrenza religiosa (Pasqua). La vettura era condotta dall’uomo il quale, nell’uscire da uno STOP, ometteva di cedere la precedenza alla vettura antagonista sopraggiungente dalla sua destra. La giovane donna decedeva sul luogo del sinistro. L’uomo, uscito miracolosamente illeso dal fatto, da un’analisi del tasso di etanolo presente nel sangue, risultò avere un valore etilico superiore al limite di Legge. Pensate quanto sgomento tale accadimento ha provocato ed ha lasciato, quante famiglie sono state – per sempre – rovinate, come un momento di festa può improvvisamente ed imprevedibilmente trasformarsi in un tragico evento.
Bisogna concentrare le maggiori forze disponibili (sia pubbliche che private) nella giusta direzione, onde diminuire il più possibile il verificarsi di simili accadimenti.
[1] Articolo 589 Codice Penale - Omicidio colposo - «Chiunque cagiona per colpa [c.p. 43] la morte di una persona è punito con la reclusione da sei mesi a cinque anni. Se il fatto è commesso con violazione delle norme sulla disciplina della circolazione stradale o di quelle per la prevenzione degli infortuni sul lavoro la pena è della reclusione da uno a cinque anni.Nel caso di morte di più persone, ovvero di morte di una o più persone e di lesioni di una o più persone, si applica la pena che dovrebbe infliggersi per la più grave delle violazioni commesse aumentata fino al triplo, ma la pena non può superare gli anni dodici [c.p.p.235].»
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