giovedì 20 settembre 2007

Interventi Legislativi

Nel corso degli anni, il maggior accento posto sul problema dell’infortunistica stradale, ed in particolar modo sul problema della mortalità giovanile, ha spinto il legislatore a modificare alcune norme del Codice della Strada e ad inserirne alcune nuove. Si pensi ad esempio all’obbligo dell’uso del casco (prima per i motociclisti, poi per tutti), all’obbligo dell’uso delle cinture di sicurezza (prima quelle anteriori, poi tutte), all’abbassamento del tasso di etanolo consentito nel conducente (prima 0,8 g/l ora 0,5 g/l), all’introduzione della patente a punti e del c.d. patentino per i conducenti di ciclomotori.
Tali interventi – concentratisi a dir il vero negli ultimi decenni, forse anche su spinta della necessità di uniformarci con gli altri paesi dell’Unione Europea, hanno determinato ottimi risultati, consentendo di ottenere una diminuzione del numero dei decessi e dei feriti a seguito del verificarsi di incidenti stradali.
Tali interventi non sono sempre di facile applicazione, e facili da far rispettare. Essi infatti incidono sulla vita quotidiana della quasi totalità della cittadinanza, la quale non sempre è pronta a mutare le proprie abitudini ed i propri usi. Ecco quindi che l’intervento diretto (o legislativo) andrà sempre affiancato da altri tipi di intervento (indiretto – che tratteremo dopo) in maniera da preparare il terreno al primo, così da renderlo fertile per la norma che si vuole introdurre.
Ecco quindi alcuni possibili interventi che si potrebbero porre in atto per diminuire (o tentar di far ciò) l’accadimento di reati a seguito del verificarsi di incidenti stradali. Da primo si potrebbe vietare con legge dello stato al conducente di fumare o di bere nel mentre si trova alla guida del veicolo. Il bere ed in special modo il fumare durante la guida è azione che distrae il conducente, e non di rado è azione che provoca incidenti stradali. Non sono rari i casi del conducente che fumando perde la bronza della sigaretta, oppure la sigaretta stessa. In tal momento lo stesso automobilista si preoccupa più del pericolo imminente rappresentato dalla bronza che del pericolo latente (ma ben più grave) del fatto di distrarre la sua attenzione dalla strada. Un simile divieto incontrerebbe all’inizio (come è stato per il divieto di usare il telefono cellulare) delle forti resistenze da parte dei conducenti fumatori, i quali si sentono (a parer loro) già ghettizzati per la nota legge Sirchia[1] (divieto di fumo nei locali pubblici – n.d.r.) ma se ben applicata nel tempo consentirebbe di far diventare un’abitudine il non fumare mentre si guida. Chissà che ciò non possa far anche diminuire il numero dei fumatori in Italia ?
Altro possibile intervento diretto teso a far diminuire gli incidenti stradali, potrebbe essere quello della progressiva eliminazione – laddove possibile – degli incroci stradali, sostituendoli con più innocue rotatorie. E’ statisticamente dimostrato che laddove la circolazione stradale è regolata da rotatorie si ha una drastica diminuzione degli eventi infortunistici. Ciò si potrebbe incentivare magari prevedendo come sostegno economico – dal centro alla periferia – debiti contributi a quegli Enti locali che si adoperano per tali trasformazioni.
Altra decisione – a dir il vero un po’ fantasiosa - che aiuterebbe il nostro scopo potrebbe essere quella di dar valenza immediata (per l’accertamento della velocità) al biglietto autostradale. Quest’ultimo infatti – all’atto dell’ingresso in autostrada – viene emesso da un sistema computerizzato, e porta impresse la stazione (o meglio il casello) d’ingresso e l’ora dello stesso. Quando l’utente esce dall’autostrada il biglietto va reinserito nella stazione d’uscita, ed il casellante incassa il pedaggio in base al chilometraggio percorso. Interessante sarebbe far pagare un sovrapprezzo (alla normale tariffa) indirettamente proporzionale al tempo del viaggio. Quindi più si corre oltre il limite di velocità più si paga. Detta somma incassata come sovrapprezzo dall’ente proprietario della strada, potrebbe essere versata su un capitolato speciale dello Stato, usato poi solo per migliorie stradali ed altro di attinente. Per gli utenti dotati di telepass[2] l’applicazione della sovrattassa andrebbe direttamente applicata in automatico. Quando si utilizzano sistemi sanzionatori che vanno ad intaccare direttamente la tasca degli utenti in maniera così automatica e capillare, senza quindi possibilità di farla franca, è molto più probabile raggiungere il risultato voluto.
L’applicazione di dette innovazioni non sarebbe certo facile, in quanto – per forza di cose – ci si andrebbe a scontrare con interessi di altre attività e di altri settori ai quali poco importa il nobile scopo per il quale si agisce. Ma se veramente si vuole raggiungere una maggiore sicurezza stradale, e si vogliono far diminuire i reati che si verificano alla guida di veicoli, bisogna aver la forza di vincere dette resistenze e detti ostacoli.
[1] Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23 dicembre 2003 - Attuazione dell'art. 51, comma 2 della legge 16 gennaio 2003, n. 3, come modificato dall'art. 7 della legge 21 ottobre 2003, n. 306, in materia di «tutela della salute dei non fumatori». (GU n. 300 del 29-12-2003).
[2] Con il Telepass, sistema elettronico da tenere nella vettura, più piccolo di un pacchetto di sigarette, si può transitare nelle porte autostradali dedicate ai possessori di Telepass e pagare il pedaggio senza fermarsi al casello. Il canone relativo al servizio e il prezzo dei pedaggi autostradali saranno addebitati trimestralmente, senza alcuna maggiorazione, direttamente sul Conto Corrente Bancario.

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