giovedì 19 marzo 2009

Strage di bambini in auto

La strage dei bambini in auto, 5000 vittime l'anno in Europa, ha un colpevole: l'incredibile trascuratezza con cui vengono trasportati. E' questo quello che emerge dalla più grande ricerca sul tema mai realizzata, uno sforzo congiunto di tutti gli Automobile Club d'Europa che ha portato a delineare un quadro preoccupante: i bambini rischiano ancora troppo negli urti laterali (i più frequenti sulle strade urbane) e molti di questi seggiolini (sono stati condotti test su oltre 50 modelli) servono a poco. Non solo: sempre secondo questa ricerca il 40% dei piccoli in Europa viaggia addirittura senza seggiolino e più del 50% in modo inadeguato (dispositivo non omologato, di dimensioni non idonee o montato in maniera scorretta).

Facile capire perché gli incidenti stradali sono la prima causa di morte in Europa per i ragazzi fra i 5 e i 13 anni. E perché ogni anno perdono la vita sulle strade 12.000 minorenni, 5.000 dei quali bambini.

Detto questo, come fa un genitore ad accettare di far viaggiare suo figlio in auto facendogli rischiare la vita ad ogni spostamento? Uno su quattro giustifica il mancato uso del seggiolino con la scarsa propensione del bambino a stare seduto, il 22,7% lo ritiene superfluo e il 18% non lo giudica necessario perché lo spostamento è di breve durata. Insomma un inferno...

Ma veniamo all'analisi dei 53 modelli esaminati, tutti ovviamente di gran marca e omologati. Di questi, ben 7 sono stati valutati "scarsi", 1 "appena sufficiente", 15 "soddisfacenti", 28 "buoni" e solo 2 "ottimi"'. Possibile? "Sebbene tutti i dispositivi provati soddisfino i requisiti di omologazione - siegano i ricercatori che hanno condotto i test - molti offrono una protezione inadeguata negli impatti laterali, frequenti sulle strade urbane".

Una cosa però è certa: i seggilini sono spesso difficili da montare, scomodi, poco protettivi in caso di impatto laterale, ma anche a volte dotati di accessori (come i blocca cinture) a volte molto pericolosi. Non solo: i seggiolini migliori, quelli con ancoraggio Isofix sono venduti unicamente dalle case automobilistiche e tutte le ditte leader del mercato continuano a proporre vecchi sistemi di ancoraggio alle cinture di sicurezza. E anche sull'ancoraggio Isofix (per capirci sono dei ferretti che escono dal sedile e consentono l'ancoraggio del seggiolino alla scocca dell'auto) ci sarebbe molto da dire perché alla faccia dell'uniformità ci sono sistemi diversissimi da auto ad auto con - anche qui - complicazioni assurde per poter montare comodamente un seggiolino.

Insomma, alla faccia della sicurezza, il sistema di trasporto dei bambini in auto rappresenta ancora un punto debole del sistema di protezione complessivamente offerto dalle vetture. I dati di questa inchiesta di tutti gli Automobile clun d'Europa lo provano oin modo inequivocabile.

Certo, l'ignoranza dei genitori è grande, ma viene da chiedersi come sia possibile non capire che cinture di sicurezza e airbag, pensati e progettati per gli adulti, non soltanto non offrono una protezione efficace ai bambini, ma risultano addirittura pericolosi in caso di incidente. In ogni caso l'Aci già che c'era ha anche snocciolato una serie di consigli che lasciano sconcertati per la loro ovvietà: se c'è bisogno di spiegare ancora che "per viaggiare sicuri i bambini devono essere allacciati a un seggiolino conforme al loro peso, dotato di schienale e protezioni laterali, installato correttamente secondo le istruzioni di montaggio" significa che siamo ancora all'età della pietra...

"Troppi automobilisti - spiega infatti il presidente dell'Automobile Club d'Italia, Enrico Gelpi - dimostrano una scarsa cultura della sicurezza anche a scapito dei propri figli. I test evidenziano però che istruzioni poco chiare non facilitano il montaggio e l'uso corretto dei seggiolini, compromettendone l'efficacia. Bisogna inoltre innalzare gli standard di protezione, rendendo obbligatoria la prova di impatto laterale per l'omologazione". Giusto, ma cosa fare per quel 40 per cento che non si pone neanche il problema?

(19 marzo 2009) da www.rwpubblica.it

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