sabato 28 marzo 2009
Semaforo rosso? La foto non vale se non c’è il Vigile a fermare il trasgressore per validare quanto accertato dall’immagine.
(ASAPS) MILANO, 28.03.2009 – Non abbiamo mai sposato la tesi dell’elettronica a tutti i costi: un po’ perché affidarsi completamente ad un occhio elettronico, ad un grande inquisitore automatico, non ci sembra il modo migliore di fare prevenzione; un po’ perché scegliere un luogo ove piazzare un radar o una telecamera dovrebbe servire a cancellare un Punto Nero. Invece, purtroppo, le scelte di molte amministrazioni sembrano essere state motivate più da esigenze di cassa che dalla vera necessità di creare sicurezza. Ma la sentenza n. 7.338 della Seconda Sezione Civile della Cassazione, la seconda consecutiva “contro” il processo di safe-keeping che è in corso di realizzazione sulla strada (cliccare qui per leggere l’altra), non ci trova per niente d’accordo. La determinazione assunta dagli Ermellini dice – in buona sostanza – che è sempre necessaria la presenza di un operatore di polizia stradale per validare la ripresa di un apparecchio di rilevamento. Come dire: bella foto, ma serve un vigile od un poliziotto per dire che la stessa è anche vera. Così, un automobilista di Modena che era stato immortalato in flagranza di superamento di un semaforo rosso, si è visto accogliere il ricorso dopo aver incassato un primo rigetto proprio dal Giudice di Pace della città emiliana, che aveva confermato la validità del verbale confermando la legittimità dell’operato della Polizia Municipale. Ok. 1-0 per chi ama passare col rosso. Vorrà dire che per ridurre la mortalità agli incroci le amministrazioni dovranno assumere personale per vigilarli tutti, almeno quelli più pericolosi, sperando però che qualche giudice – è già successo – non dica poi che la parola di un Pubblico Ufficiale, che la Legge dice essere “vera fino a querela di falso”, non basti. È già successo: la sentenza n. 9.909/2001 (presidente Corrado Carnevale), nella quale venne accolto il ricorso di un automobilista multato dalla polizia provinciale di Pesaro per aver sorpassato in prossimità di un’intersezione, il quale affermò di essere stato invece al lavoro a 25 km da quell’incrocio e che, quindi, gli accertatori si erano senz’altro sbagliati. Il caso di specie è estremamente simile e costituisce un precedente davvero pericoloso: a noi, sia chiaro, non interessano le tasche dei contribuenti, ma la loro salute (cliccate qui per vedere gli effetti di un rosso bruciato) connessa alla trasgressione. Il cittadino aveva ricevuto la multa fatta con Photored e, dunque, non aveva potuto sollevare le proprie legittime obiezioni, dato che nessuno lo aveva fermato sul posto. Il regolamento al CDS consente questo tipo di accertamenti, ma le maglie dell’interpretazione sono, purtroppo, molto larghe. Non resta che ricominciare daccapo, magari scrivendo una norma più chiara, dalla quale sia evidente che quando una violazione sia chiara, l’autore venga sanzionato. Come accade, in fondo, in tutto il resto del mondo civile. Altrimenti, gente, lasciamo perdere e a chi tocca tocca…ma non si pianga dopo. (ASAPS)
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