(ASAPS) SAMOLACO (SONDRIO), 7 aprile 2008 – Gli incidenti che vedono coinvolti animali, sono purtroppo molto frequenti. Lo scorso 1° aprile, poco prima della mezzanotte, l’auto condotta dal 24enne Michele Falcinella stava percorrendo la SP Trivulzia, nei pressi di Samolaco (Sondrio), quando un grosso cervo ha attraversato la strada davanti a lui. Falcinella avrebbe tentato una disperata manovra per evitare l’investimento, finendo sul lato opposto della carreggiata proprio mentre sopraggiungeva un altro veicolo, condotto da una ragazza residente nella zona. Nell’impatto il giovane ha perso la vita, mentre l’altra vittima è stata ricoverata all’ospedale di Chiavenna con numerosi traumi e fratture.
A Forlì venerdì 4 aprile, alle 6 del mattino, un’auto investe una cavalla che era scappata nella notte da un recinto. La giumenta, che teneva in grembo un puledro, muore e due ore dopo muore anche il “figlio”, nonostante il tentativo di salvarlo da parte di un veterinario accorso sul posto. Gravi danni alla vettura, ma illeso il conducente.
Uno studio dell’Asaps eseguito nel 2006, aveva messo in evidenza la consueta mancanza di cifre ufficiali su questo particolare settore della sinistrosità, il quale finisce con l’essere un aspetto del fenomeno sostanzialmente ignorato: animali, siano essi abbandonati o selvatici, vagano pericolosamente per le nostre strade e provocano migliaia di impatti, ma nessuno tiene il conto: l’investimento di un cane è classificato nelle statistiche ufficiali come “urto contro ostacolo accidentale”, facendo confluire la fattispecie in un settore che non ha niente a che fare con esso. All’epoca dello studio trovammo i dati della provincia di Cuneo, secondo i quali, tra il 1998 ed il 2005, si erano verificati ben 1.101 incidenti stradali di questo tipo, in danno di caprioli (337) e cinghiali (764), ma il fenomeno – dato in forte crescita – è senz’altro sottostimato e in generale non viene assolutamente investigato.
L’analisi dell’Asaps che di seguito riproponiamo, metteva in confronto la situazione italiana con quella di altri paesi, come il Canada, dove avviene un investimento di animale ogni 38 minuti (1 incidente stradale su 18) la Germania, che ha realizzato tunnel e barriere elettriche per deviare la migrazione dei rospi, e perfino la Namibia, dove l’alto numero di incidenti ha incoraggiato un insolito progetto: dotare una specie di somari selvatici di sistemi riflettenti.
La provincia di Belluno ha ideato e si prepara a mettere in esercizio alcuni semafori intelligenti che si attivano grazie al calore emesso dagli animali che si avvicinano troppo alla carreggiata; l’idea di limitare gli impatti contro cervi, cinghiali e caprioli è stata discussa lo scorso 3 marzo in un incontro con l’Anas e la Veneto Strade. Il vertice ha permesso di fare il punto sulle maggiori criticità, individuate sulla SS51 tra Cortina d'Ampezzo e San Vito di Cadore, sulla SP1 tra Belluno e Trichiana e tra Ponte nelle Alpi e Belluno, le strade regionali 203 Agordina e 346 del Passo San Pellegrino in località Vallada Agordina.
Si è pensato anche a soluzioni meno avveniristiche ma ugualmente efficaci, come l’installazione di reti e vegetazione per convogliare gli animali verso punti di attraversamento prestabiliti (sottopassi o zone con ampia visibilità), interventi sulla segnaletica e la cartellonistica stradale (di migliore interpretazione, maggior effetto e corredata da segnali luminosi. Si parla anche di speciali catarifrangenti che al passaggio di veicoli possano abbagliare gli animali eventualmente presenti sul ciglio della strada. Anche in questa provincia, gli investimenti di animali sono circa 300 all’anno, in larga parte nei pressi di corsi d’acqua, nei mesi di aprile, settembre e ottobre e nelle ore crepuscolari.
Comprendere a fondo questa nicchia di sinistrosità – dicemmo all’epoca – potrebbe incidere in maniera determinante sulla complessità del fenomeno infortunistico anche in Italia, paese dove investire un cinghiale o un capriolo è tutt’altro che raro: se capita ad un motociclista, poi, le conseguenze sono sempre gravissime. Nel 2004 (ultimi dati disponibili), in Italia si sono contati 329 incidenti dovuti a manovre per evitare un animale (la casistica ufficiale Istat non distingue fra animali selvatici e domestici), per i quali si sono contati fra i conducenti o trasportati 11 morti e 398 feriti. Più esattamente sulle autostrade e raccordi si sono contati 6 incidenti con 8 feriti, sulle strade statali e regionali 62 incidenti con 4 morti e 86 feriti, sulle provinciali 62 incidenti con 2 morti e 70 feriti, sulle comunali extraurbane 40 incidenti con 2 morti e 48 feriti, sulle strade urbane 159 incidenti con 3 morti e 186 feriti. 4.880 incidenti, inoltre, sono dovuti a urti contro ostacoli accidentali, categoria in cui è compreso l’investimento di animale. Le fuoriuscite dalla sede stradale e le frenate improvvise hanno originato invece 21.985 sinistri: tutti compatibili anche con la presenza di animali in strada.
Ma come dobbiamo comportarci in presenza di un animale in strada?
Possiamo soltanto suggerire alcuni comportamenti, che devono essere sempre tenuti a mente e che dovrebbero diventare una “reazione controllata” da parte del conducente, troppo spesso condizionato dal semplice istinto di evitare l’ostacolo improvviso: ciò dipende dal fatto che l’uomo non è nato per andare in macchina e muoversi ad una velocità superiore a quella del proprio passo di corsa. Ecco perché l’istinto diviene panico, e perché la visione è a tunnel, purtroppo per niente lungimirante.
Vedete un animale immobile in mezzo alla strada? Frenate con forza, e se non avete ABS evitate di bloccare le ruote. Difficile, lo sappiamo, ma è l’unico modo che avete di rallentare la velocità e quindi, se impatto deve essere, che sia a velocità ridotta, sulla vostra corsia. Non vi aspettate che l’animale si sposti: potrebbe farlo, ma non ragiona come voi. È più probabile che non capisca quello che sta per accadere e che sia paralizzato dal terrore.
Non cambiate direzione bruscamente: perderete quasi sicuramente il controllo del veicolo.
Se percorrete una strada di campagna, tenete d’occhio il ciglio: al primo movimento, rallentate, perché gli animali attraversano dove capita e dove meno ve lo aspettate;
Le ore più critiche? Senz’altro il crepuscolo: la pelle di un daino o di un cinghiale, soprattutto in autunno, non sono distinguibili dalla vegetazione. (ASAPS)
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