Mamma e papà: aveva 17 anni e mezzo e un lavoro, è responsabile. I magistrati: dovevano educarlo meglio
ROMA - Se un ragazzino guida lo scooter senza mettersi il casco, la colpa non è (solo) sua. Ma dei genitori che evidentemente l’hanno educato male. E che vanno dunque considerati responsabili degli incidenti causati dal figlio minorenne e indisciplinato. A questa conclusione è arrivata la sentenza n. 9556 della terza sezione civile della Cassazione. Che ha applicato il principio nella vicenda di Vito P., un ragazzo di Potenza che nel 1990, a 17 anni e mezzo, ebbe un incidente con il motorino su una strada provinciale di Avigliano: si scontrò con la Vespa guidata da Rocco M., un altro giovane, che morì pochi giorni dopo. La responsabilità di Vito fu riconosciuta nel 70 per cento. Perciò la Corte d’Appello di Potenza, nel 2005, aveva condannato i suoi genitori, Salvatore e Anna, oltre che a pagare la metà delle spese processuali, a risarcire i familiari di Rocco per i danni morali patiti e per le spese mediche sostenute.
La coppia aveva presentato ricorso ma la Corte Suprema ha dato loro torto definitivamente. Impartendo una lezione di pedagogia. «Lo stato di immaturità, il temperamento e l’educazione del minore si possono desumere anche dalle modalità dell’incidente». Vito non portava il casco. «Ma aveva una certa dimestichezza con i veicoli, pur minorenne». Vuol dire che mamma e papà non gli hanno spiegato bene come si guida in sicurezza, per sé e per gli altri. Mentre secondo l’art.2048 del codice civile, scrivono i giudici, i genitori di un minore «hanno doveri di natura inderogabile, finalizzati a correggere comportamenti sbagliati e quindi, meritevoli di costante opera educativa, per realizzare una personalità equilibrata, consapevole della razionalità della propria esistenza e della protezione della propria e altrui persona».
Insomma Anna e Salvatore in questo non sono stati bravi genitori. E poco conta, dice la Corte, che Vito all’epoca fosse quasi maggiorenne e avesse già lavorato, prima da un fabbro e poi da un carrozziere. E che dunque fosse maturo. Perché se ciò può escludere la loro colpa in vigilando non cancella quella in educando. Conclusione: madre e padre non sono stati capaci di impartire al figlio «un’educazione normalmente sufficiente ad impostare una corretta vita di relazione in rapporto al suo ambiente, alle sue abitudini e alla sua personalità». Perciò dovranno pagare.
Giovanna Cavalli
24 aprile 2009 da: www.corriere.it
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