domenica 6 giugno 2010

UN'AMICA DI FIRENZE

Una tenace amica di Firenze, Grazia, ha voluto mandarci una testimonianza da Firenze, dove - come nel resto d'Italia - la situazione è davvero grave:

blog Altre Frequenze, di Repubblica firenze.it, di Laura Montanari:
Due ragazzi sono morti in incidenti stradali, Lorenzo si è fermato a 17 anni, Ilaria a 22. Dai primi accertamenti lui si è scontrato con uno scooter condotto da uno positivo a cannabis e alcoltest, lei è stata travolta da un furgone passsato con il rosso. Martedì notte stavo tornando a casa alle 4 del mattino e al piazzale Michelangelo c’era un’auto parcheggiata, in maniera criminale, in mezzo alla strada. Così. Lo potete vedere dalla foto. Le ruote sfiorano la linea continua della curva. Non è la prima volta che succede, ma quest’auto messa in quel modo è lo specchio di quel che siamo diventati. Ho chiamato i carabinieri, che tristezza.


Scritto venerdì, 4 giugno, 2010 alle 22:31 nella categoria Generale. Puoi seguire i commenti a questo post attraverso il feed RSS 2.0. Puoi lasciare un commento, o fare un trackback dal tuo sito.

Un commento a “Considerazioni a margine della settimana”
gcollini scrive:
5 giugno 2010 alle 18:39
Mi è venuto in mente Via col vento quando, in piena guerra, gli sfollati ad Atlanta aspettano con ansia il bollettino con il nome dei morti e vengono inquadrati genitori che singhiozzano, famiglie intere che se ne vanno dalla piazza a testa bassa e gli altri restano lì con il sollievo di averla scampata. E se una mamma sul sito di repubblica dice: è una strage-ha ragione. E’ una guerra. Non si sa mai a chi potrà toccare, e se non sei il predestinato forse la morte ti sfiora per una amicizia troncata, per un ricordo doloroso che uno dei tuoi figli si porterà dietro per tutta la vita. Queste morti contaminano un territorio vastissimo intorno a loro.
Potremmo stare meglio trovando qualcuno da incolpare? Noi stessi, la nostra aggressività succedanea di guerre che per fortuna non abbiamo dovuto combattere.
Io che mi muovo in macchina, in motorino e in bicicletta tendo ad essere piuttosto
comprensiva verso le macchine in coda, verso i motorini che cercano varchi nel traffico, verso le biciclette che nelle strette strade del centro non riesci a sorpassare e che ti intralciano. Ma non ti nascondo che qualche volta ho davvero paura perchè il braccio che ti maledice, la parolaccia urlata, il clacson impaziente, le manovre di superamento senza alcuna considerazione per chi ti è vicino, ti fanno davvero rischiare la vita. Si scende in strada come in una arena e davvero, come mi ha detto una mamma stamattina..escono di casa e sembra quasi un miracolo il fatto che ritornino.
Una volta un monaco gentile e saggio alle mie ansie di mamma ha risposto: ” La nostra testimonianza non può che essere libertà e prudenza al contempo, due versanti di un tetto che ha per crinale la speranza”

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