sabato 27 novembre 2010

Incidenti stradali, calo record Meno morti (-10,3%) e feriti (-1,1%)

Una cosa del genere in Italia non si era mai vista: un calo record di incidenti (-1,6%), ma soprattutto di morti (-10,3%) e feriti (-1,1). Questi i dati del 2009 appena snocciolati dall'Aci-Istat riferiti al 2009. Duemilanove? "Siamo a novembre del 2010 e solo ora - ammette non senza imbarazzo Giovannini, presidente dell'Istat - siamo in grado di fare i dati del 2009: una cosa non certo coerente con quello che dovrebbe fare un paese civile ma - continua - stiamo poi lavorando per migliorare notevolmente la cosa e fornire a breve dati molto, ma molto più tempestivi". Onore al merito di chi, finalmente, riconosce l'assurdità di questo incredibile ritardo nel dare i dati sulla sicurezza stradale.

Ritardo o no, una cosa è certa: i sinistri sulle strade costano al Paese 28 miliardi di euro e grazie ai dati di oggi l'obiettivo fissato per il 2010 (-50% morti sulle strade) ora appare più vicino, anche se l'Italia, con una riduzione del 40,3% è solo decima in UE. Vedremo.

Tornano ai numeri scopriamo che in totale nel 2009 ci sono stati 215.405 incidentu (-1,6%); 4.237 morti (-10,3%) e 307.258 feriti (-1,1%) e che la maggior parte di questi sinistri avviene su strade urbane (76%) con la bellezza di 44,7% morti e del 72,6% dei feriti, anche se i casi più gravi si verificano sulle strade extraurbane con il 5,1 decessi ogni 100 incidenti.

Il mese "nero" sembra essere luglio, mentre giovedì e venerdì i giorni in cui avvengono più incidenti, ma va al sabato il record
di quelli più gravi, con una particolare pericolosità alle ore 18. Nello studio è stato anche analizzato la tipologia dell'incidente più classico: scontro frontale; fuoriuscita di strada; urto con ostacolo; investimento pedone. Motivo? Precedenza/semaforo; guida distratta/andamento indeciso; eccesso velocità.

Detto questo, "se i dati 2010 confermeranno lo stesso trend - spiega Enrico Gelpi, presidente dell'Aci, centreremo l'obiettivo UE. Ma per far questo serve una formazione più adeguata, soprattutto verso i giovani esposti a un rischio tre volte più alto, oltre all'ammodernamento della rete stradale. A questa finalità risponde il nuovo network di autoscuole ACI Ready2Go, che si avvale di strumenti e moduli didattici altamente innovativi. Il 15% dei conducenti coinvolti in un sinistro - continua poi Gelpi - ha meno di 21 anni, quindi meno di tre anni di esperienza al volante: ecco perché l'Automobile Club d'Italia sottolinea la necessità di istituire l'obbligo per i neopatentati di un corso di guida sicura. Il nostro impegno per una mobilità più responsabile si rafforza con il nuovo progetto sperimentale ACI per il Sociale, che propone agli anziani, ai diversamente abili e agli extracomunitari una capillare attività formativa sui temi della sicurezza stradale. Tutto ciò non può però prescindere dall'ammodernamento della rete stradale: come evidenziato dallo studio presentato oggi dall'ACI sulla localizzazione degli incidenti, tra le strade più pericolose del Paese continuano a figurare da anni le stesse arterie, dalla Pontina alla Romea, dalla Pontebbana alla Jonica".

In ogni caso, ancora una volta l'anello debole del sistema sono le due ruote: se l'indice di mortalità medio dei veicoli è pari a 0,9%, per motocicli e biciclette è più che doppio (1,9%). L'indice di lesività, che nella media è pari a 71,3%, raggiunge infatti il 100% per i motocicli, il 99,1 per i motorini e il 93,3 per le biciclette.

Ma dall'indagine di oggi emerge anche un altro dato: i conducenti più giovani (18-21 anni) coinvolti in incidente rappresentano il 15% del totale mentre sono solo il 4,7% dei patentati. Hanno quindi una probabilità di essere coinvolti tripla rispetto alla media. (per confronto: tra 40 e 44 anni abbiamo il 12 % dei patentati ed il 10% dei conducenti coinvolti in incidente).

Questi giovani pagano un alto tributo: se a bordo di un'autovettura, grazie anche ai dispositivi di sicurezza di cui dispongono i veicoli più moderni, la probabilità di subire conseguenze è di poco superiore a quella di restare incolumi (1,1 contro 1), a bordo di un motociclo per ogni conducente incolume ci sono 9 morti o feriti mentre a bordo di un ciclomotore il rapporto diventa 1 a 11. Praticamente la probabilità di riportare lesioni o morire a bordo delle 2 ruote è 10 volte maggiore che su una autovettura.

repubblica.it

Incidenti Stradali MORTALI - Spot pubblicitario

Incidenti stradali, calo record Meno morti (-10,3%) e feriti (-1,1%)

Una cosa del genere in Italia non si era mai vista: un calo record di incidenti (-1,6%), ma soprattutto di morti (-10,3%) e feriti (-1,1). Questi i dati del 2009 appena snocciolati dall'Aci-Istat riferiti al 2009. Duemilanove? "Siamo a novembre del 2010 e solo ora - ammette non senza imbarazzo Giovannini, presidente dell'Istat - siamo in grado di fare i dati del 2009: una cosa non certo coerente con quello che dovrebbe fare un paese civile ma - continua - stiamo poi lavorando per migliorare notevolmente la cosa e fornire a breve dati molto, ma molto più tempestivi". Onore al merito di chi, finalmente, riconosce l'assurdità di questo incredibile ritardo nel dare i dati sulla sicurezza stradale.

Ritardo o no, una cosa è certa: i sinistri sulle strade costano al Paese 28 miliardi di euro e grazie ai dati di oggi l'obiettivo fissato per il 2010 (-50% morti sulle strade) ora appare più vicino, anche se l'Italia, con una riduzione del 40,3% è solo decima in UE. Vedremo.

Tornano ai numeri scopriamo che in totale nel 2009 ci sono stati 215.405 incidentu (-1,6%); 4.237 morti (-10,3%) e 307.258 feriti (-1,1%) e che la maggior parte di questi sinistri avviene su strade urbane (76%) con la bellezza di 44,7% morti e del 72,6% dei feriti, anche se i casi più gravi si verificano sulle strade extraurbane con il 5,1 decessi ogni 100 incidenti.

Il mese "nero" sembra essere luglio, mentre giovedì e venerdì i giorni in cui avvengono più incidenti, ma va al sabato il record
di quelli più gravi, con una particolare pericolosità alle ore 18. Nello studio è stato anche analizzato la tipologia dell'incidente più classico: scontro frontale; fuoriuscita di strada; urto con ostacolo; investimento pedone. Motivo? Precedenza/semaforo; guida distratta/andamento indeciso; eccesso velocità.

Detto questo, "se i dati 2010 confermeranno lo stesso trend - spiega Enrico Gelpi, presidente dell'Aci, centreremo l'obiettivo UE. Ma per far questo serve una formazione più adeguata, soprattutto verso i giovani esposti a un rischio tre volte più alto, oltre all'ammodernamento della rete stradale. A questa finalità risponde il nuovo network di autoscuole ACI Ready2Go, che si avvale di strumenti e moduli didattici altamente innovativi. Il 15% dei conducenti coinvolti in un sinistro - continua poi Gelpi - ha meno di 21 anni, quindi meno di tre anni di esperienza al volante: ecco perché l'Automobile Club d'Italia sottolinea la necessità di istituire l'obbligo per i neopatentati di un corso di guida sicura. Il nostro impegno per una mobilità più responsabile si rafforza con il nuovo progetto sperimentale ACI per il Sociale, che propone agli anziani, ai diversamente abili e agli extracomunitari una capillare attività formativa sui temi della sicurezza stradale. Tutto ciò non può però prescindere dall'ammodernamento della rete stradale: come evidenziato dallo studio presentato oggi dall'ACI sulla localizzazione degli incidenti, tra le strade più pericolose del Paese continuano a figurare da anni le stesse arterie, dalla Pontina alla Romea, dalla Pontebbana alla Jonica".

In ogni caso, ancora una volta l'anello debole del sistema sono le due ruote: se l'indice di mortalità medio dei veicoli è pari a 0,9%, per motocicli e biciclette è più che doppio (1,9%). L'indice di lesività, che nella media è pari a 71,3%, raggiunge infatti il 100% per i motocicli, il 99,1 per i motorini e il 93,3 per le biciclette.

Ma dall'indagine di oggi emerge anche un altro dato: i conducenti più giovani (18-21 anni) coinvolti in incidente rappresentano il 15% del totale mentre sono solo il 4,7% dei patentati. Hanno quindi una probabilità di essere coinvolti tripla rispetto alla media. (per confronto: tra 40 e 44 anni abbiamo il 12 % dei patentati ed il 10% dei conducenti coinvolti in incidente).

Questi giovani pagano un alto tributo: se a bordo di un'autovettura, grazie anche ai dispositivi di sicurezza di cui dispongono i veicoli più moderni, la probabilità di subire conseguenze è di poco superiore a quella di restare incolumi (1,1 contro 1), a bordo di un motociclo per ogni conducente incolume ci sono 9 morti o feriti mentre a bordo di un ciclomotore il rapporto diventa 1 a 11. Praticamente la probabilità di riportare lesioni o morire a bordo delle 2 ruote è 10 volte maggiore che su una autovettura.

Repubblica.it

L'ULTIMA DELLA LEGA / SICUREZZA STRADALE: LE "STRISCE PADANE" NON SONO A NORMA

Anche a Miane andranno ricolorate

MIANE - "Bisogna rispettare il codice della strada, questo lo sanno tutti": interviene così il segretario veneto della Lega Nord Gian Paolo Gobbo sulla contestazione del Partito Democratico alla scelta avvenuta in alcuni comuni veneti, tra questi anche Miane, di colorare di verde lo sfondo delle strisce pedonali.
"La Lega non ha mai dato questi indirizzi - afferma Gobbo - da noi, ognuno amministra in base a quello che ritiene giusto".
A sollevare la questione era stato il consigliere regionale del Pd Piero Ruzzante, sottolineando come fossero fuorilegge le "strisce padane".
Ora Ruzzante dice: "Le strisce di colorazione diversa dal bianco su sfondo asfalto sono illecite in base al codice della strada: abbiamo posto il quesito alla polizia stradale e la risposta è venuta dal ministero dell'Interno. C'é sia un problema di scivolosità del manto stradale che di riconoscibilità, poiché il verde rende meno riconoscibili le strisce di attraversamento". E, comunque, in base a quello che stabilisce il codice della strada si è ritenuto che "la diffusa abitudine di intervallare le zebrature bianche con le più varie colorazioni non sia conforme ai dettami delle vigenti normative".
Il sindaco di Miane, Angela Colmellere, dichiarò a suo tempo che la colorazione verde non aveva nulla a che vedere con l'orientamento politico della giunta, ma era stata scelta solo per far risaltare di più l'attraversamento pedonale di notte.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2010/11/21/strisce-pedonali-verdi-nel-nord-italia-da-dosolo-parte-unistanza-al-ministero/78120/


Strisce pedonali verdi nel Nord Italia
Da Dosolo parte un’istanza al ministero
Alcune amministrazioni leghiste applicano i colori del partito ad attraversamenti e dossi. In provincia di Padova la polstrada li dichiara fuorilegge
Un’istanza al ministero dei trasporti per rimuovere le “zebre” bianco-verdi. La farà Luigi Bastoni, capogruppo dell’opposizione nel piccolo comune di Dosolo, in provincia di Mantova, dopo che l’amministrazione leghista ha cambiato il colore degli attraversamenti pedonali e dei dossi: non più rosse e bianche, ma bianche e verdi, in stile “Lega Nord”. “Hanno voluto marcare il territorio”, sostiene Bastoni. La stessa azione è avvenuta anche in altre zone controllate dal Carroccio, come nel quartiere Casetta a Veronella (Vr), a Spirano (Bg) e a San Martino di Lupari (Pd). Qui la Polstrada ha dichiarato fuorilegge le zebre.

“Appena hanno cambiato i colori abbiamo fatto delle verifiche e abbiamo visto che il codice della strada non prevede il verde”, racconta Marco Arrighi, segretario della sezione di Dosolo del Pd. Con Bastoni hanno anche chiesto un parere preventivo al ministero dei Trasporti: “Ha risposto che secondo gli articoli 40 e 42 i colori sono il bianco, l’azzurro e il giallo”, afferma il capogruppo della lista “Unità democratica per il futuro di Dosolo”, sostenuto dai democratici.

Insomma, tutti contro le strisce bianco-verdi. Così si passa all’attacco: “Nel consiglio comunale di giovedì abbiamo chiesto chiarimenti e, visto che i dossi sono difformi da quanto prescrive il codice, abbiamo richiesto di rimuoverli”, dice Arrighi. Ma il vicesindaco leghista Dennis Asinari ha risposto picche e anzi: “Segnaletica e attraversamenti erano stati lasciati in pessime condizioni dalla passata amministrazione, ha contrattaccato“. Da qui la decisione di allestire due dossi rallentatori presso le scuole di Dosolo, dotandoli di fondo antiscivolo verde”. Il vicesindaco ha anche affermato che “ciò non contrasta con le norme del Codice della Strada” e che quindi “rimarranno così”: “Se le colorazioni non sono a norma, perché Bastoni non era intervenuto quando era vicesindaco, e per il fondo era stato utilizzato il rosso?”.

Tuttavia Bastoni non si ferma e farà un’istanza al ministero dei Trasporti raccogliendo il verbale con le dichiarazioni di Asinari e le foto: “Quella di colorare le strisce di verde è stata una scelta politica: hanno voluto marcare il territorio”. È proprio “la natura politica della faccenda” a dar fastidio. Inizialmente Asinari diceva che era una scelta in linea col paesaggio: “Trovo che il verde sia un bel colore, che si intona meglio di altri al contesto urbano – diceva il 20 settembre alla Gazzetta di Mantova -. La cosa conferisce all’abitato un’impronta ecologista, in linea con tanti altri provvedimenti in tal senso presi da questa amministrazione”. Poi, una decina di giorni dopo, il cambio di rotta e l’espressione palese degli intenti: “Siamo un paese padano – dichiarava alla Gazzetta il 30 settembre scorso – orgoglioso di esserlo; abbiamo una vocazione agricola; vogliamo impegnarci per promuovere il rispetto dell’ambiente: insomma, il verde ci rappresenta. D’altronde i cittadini ci hanno affidato un mandato anche per soddisfarli dal punto di vista delle scelte cromatiche”.

“Se avessero continuato a dire che è una questione ambientalistica avremmo anche potuto accettarlo”, conclude Bastoni in attesa della risposta del ministero all’istanza.

venerdì 19 novembre 2010

Falsi incidenti stradali per frodare le assicurazioni

Simulavano incidenti stradali con feriti e chiedevano indennizzi ad almeno una ventina di compagnie assicuratrici. La truffa, di quasi 6 milioni di euro, è stata scoperta oggi dalla polizia stradale e dalla questura di Torino. Venticinque ordini di custodia cautelare e 116 indagati.
La banda si avvaleva di medici e fisioterapisti compiacenti, di avvocati che si prestavano a false pratiche, di periti e carrozzieri che gonfiavano danni spesso inesistenti.
Al centro del raggiro c'era una falsa agenzia di pratiche auto con sede a Torino i cui titolari sono stati arrestati.
Sono stati sequestrati 3 milioni di euro, tra conti correnti bancari e postali, e beni immobili per 700 mila euro.

Per gli incidenti stradali ogni anno in Italia scompare un paese di oltre 4mila abitanti

È come se in Italia ogni anno scomparisse un paese di oltre 4mila abitanti. È questo, infatti, il tragico bilancio degli incidenti stradali che funesta ogni anno le strade italiane e tanto dolore provoca nelle famiglie colpite. Fra le altre nell'ultimo fine settimana sono morti cinque giovani al di sotto dei 30 anni, 4 investiti a Bolzano e un ragazzo morto in moto in Veneto. Ed è fallito, spiega Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo, l'obiettivo posto dalla Carta europea per la sicurezza stradale di dimezzare le morti sulle strade, come sottolineato nel corso del convegno "Sicurezza stradale: 2010, obiettivo fallito - L'Europa non raggiunge l'obiettivo di dimezzare le vittime della strada. Cosa è stato fatto e cosa possiamo ancora fare in Italia?».


Secondo i dati Aci-Istat sugli incidenti stradali nel 2008 le strade italiane sono state funestate da 4.731 molti (-33% rispetto al 2000), mentre 310.739 persone con lesioni di diversa gravità. Da indiscrezioni sui dati che saranno presentati mercoledì 17 novembre da Aci-Istat emerge che nel 2009 il bilancio sarebbe sceso a poco meno di 4.300 decessi. Con la speranza che il bilancio finale dei dati 2010 ci avvicini sempre più all'obiettivo Ue, anche grazie all'ulteriore stretta al codice della strada operata dal Parlamento prima dell'esodo estivo (si legga l'abc delle novità).

«Serve più sensibilizzazione, più coordinamento - ha sottolineato Lentino - e soprattutto serve insegnare come si guida ai nostri giovani fin dalle scuole elementari». Lentino ha anche ribadito la richiesta di un'agenzia nazionale che possa coordinare l'attività sul territorio e che funga da raccoglitore dati.

«Anche sotto il profilo economico - ha sottolineato Carmelo Lentino, portavoce di BastaUnAttimo - il prezzo da pagare per l'Italia è alto, stiamo parlando di 40 miliardi di euro con oltre 800mila persone che dopo un incidente stradale vengono ricoverate e chiedono l'intervento del pronto soccorso».

Sulle strade si muore a causa di alcol, velocità, tamponamenti e dissesti. «I più colpiti sono i bambini e i ragazzi fino ai 25 anni d'età», ha ricordato Lentino. «Le donne sono spesso vittime passive degli incidenti stradali come quindi passeggere o pedoni

Statistiche in breve Periodo di riferimento: Anno 2009 Diffuso il: 17 novembre 2010

Nel 2009 gli incidenti stradali rilevati in Italia sono stati 215.405, causando il decesso di 4.237 persone, mentre altre 307.258 hanno subito lesioni di diversa gravità.

Ciò significa che ogni giorno si sono verificati mediamente 590 incidenti stradali che hanno comportato lesioni alle persone, precisamente la morte di 12 persone e il ferimento di altre 842.

Rispetto al 2008, si riscontra una diminuzione del numero degli incidenti (-1,6%) e dei feriti (-1,1%) e un calo più consistente del numero dei morti (-10,3%).

Tra il 2001 e il 2009, gli incidenti stradali con lesioni a persone sono passati da 263.100 a 215.405, con un calo del 18,1%; i morti sono diminuiti da 7.096 a 4.237 (-40,3%) e i feriti da 373.286 a 307.258 (-17,7%). Va sottolineato che nello stesso arco temporale il parco veicolare è cresciuto di circa il 18%.