venerdì 18 luglio 2008

La sfida della sicurezza stradale Terzo rapporto annuale sulla sicurezza in Italia

Aumenta la nocività sociale degli incidenti stradali, anche se diminuiscono
Terzo Rapporto annuale Censis/Cnpi sulla sicurezza in Italia



Gli incidenti stradali sono ancora un grave problema per il nostro Paese: se è vero che diminuiscono di numero (-1,7 %, dal 2000 al 2004) è anche vero che colpiscono un numero sempre più ampio di persone. Dal 2000 al 2004 gli individui che sono stati coinvolti in incidenti stradali sono saliti del 52,9%, passando da 210 mila circa a 322 mila circa.
L'indice di nocività sociale degli incidenti stradali è molto critico: si stima che le persone coinvolte negli incidenti stradali siano molte di più, pari almeno a 1.430.000, molte delle quali non denunciano nemmeno l'evento, il più delle volte per non incorrere nelle sanzioni di tipo assicurativo, o perché gli incidenti lievi sono così diffusi da costituire una costante diluita nella quotidianità (il 46,6% sono tamponamenti).
Per gli italiani la "patente a punti" è stata utile per prevenire gli effetti negativi di un incidente, più delle cinture di sicurezza e del casco.
Gli italiani hanno comunque comportamenti molto rischiosi quando guidano: superano sovente i limiti di velocità (33,6%), parlano al telefonino senza auricolare (27,3%), fumano (15,7%) e qualcuno mangia (10,4%).
Le infrazioni più frequenti, negli ultimi tre mesi, sono state: andare troppo veloce (21,7%), passare con il semaforo rosso (11,5%) e non rispettare i passaggi pedonali (11,8%).
Le cause prevalenti degli incidenti stradali sono legate nel 38.8% dei casi alla stanchezza che provoca distrazione, in secondo luogo al mancato rispetto della segnaletica (17,1%).
Il veicolo considerato più pericoloso è il mezzo a due ruote (31,9%), ma in realtà quello con cui accadono la maggior parte degli incidenti stradali è l'automobile (81,9%), per cui le persone alla guida di un auto si sentono più sicure e sono indotte a sottovalutare i rischi sempre presenti.
La città è il luogo in cui ci si fa più male (66,7%) perché è in città che si concentrano moltissimi problemi che sono di ostacolo alla sicurezza stradale: il traffico (57,5%), i parcheggi non regolari (43,8%), la sporcizia nelle strade (35,7%), la segnaletica stradale assente (27,9%), la scarsa illuminazione stradale (27%).
Nella fase successiva all'incidente il vero problema è rappresentato dai rapporti con le assicurazioni, dalla fase della definizione della colpa, all'accertamento del danno: per questo i periti assicurativi godono di una fiducia bassissima da parte degli italiani (in una scala da 1 a 3, con 1 = max fiducia, i periti assicurativi ottengono un punteggio di 2,2). I vigili del fuoco, invece, sono i tecnici più apprezzati (punteggio=1,3).
Gli italiani, in definitiva, sentono il bisogno di un perito (come il perito industriale o l'ingegnere) che nella fase successiva all'incidente non faccia gli interessi delle sole aziende assicurative (30,2%).
Molti italiani hanno paura della mobilità fisica: dei viaggi ferroviari, di quelli aerei e di quelli stradali, la cui sicurezza negli ultimi cinque anni è diminuita del 28,3%.

dal sito www.censis.it

La paura più grande? Un incidente stradale

Un incidente stradale? E' la paura più grande per gli italiani. Più di furti, scippi, rapine e stupri. E' questo il poco confortante quadro emerso dal sondaggio curato da Ipr Marketing per la Fondazione Luigi Guccione per le vittime della strada e presentato oggi alla Camera. La "classifica" delle preoccupazioni dei sonni degli italiani è dunque guidata dagli incidenti stradali (73%) seguiti dai furti in casa (71%) scippi (62%), rapine (59%) e stupri (51%). Che la sicurezza stradale sia una vera e propria emergenza rispetto alla quale lo Stato deve intervenire lo afferma l'83% degli intervistati, percentuale che nel sud e nelle isole raggiunge addirittura il 91%.

A gran voce viene chiesta poi una maggiore manutenzione delle strade e più controlli da parte delle forze dell'ordine, rispettivamente al 96% e 90% dei consensi, seguiti dall'adozione di guardrail "salvamotociclisti" (82%), e più attenzione per la segnaletica stradale e l'informazione (80%).

Insomma 8 cittadini su 10 non si sentono tutelati per i rischi che corrono sulle strade (79%), con punte più elevate al sud e tra gli anziani.

Cosa fare quindi per cercare di arginare questo fenomeno?

Sarebbe necessario istituire un organo di governance affidando il coordinamento politico ad un sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei Ministri con compiti e poteri come avvenuto per

l'emergenza dei rifiuti in Campania, indicazione che vede favorevole il 51%, contrario il 30%. Allo stesso modo la manutenzione delle strade andrebbe posta sotto la supervisione di un'agenzia ad hoc, misura alla quale si sono mostrati favorevoli il 64% e contrari il 27%.

Punte molto alte anche per la richiesta di inasprimento delle pene per chi causa incidenti mortali soprattutto per chi viene trovato al volante sotto l'effetto di alcol e droghe (90%) e passa con il rosso ad alta velocità (86%). Ma sono guai (carcere) anche per i responsabili degli enti che non tengono in sicurezza le strade dove avvengono incidenti mortali (73%).

Queste sono alcune delle risposte tratte dalle 2.000 interviste effettuate ad un campione rappresentativo della popolazione italiana maggiorenne, differenziato per età e area di residenza, per verificare la percezione della sicurezza stradale e testare il livello di interesse rispetto ad alcune proposte a tutela dei diritti degli utenti delle strade.

La fondazione Luigi Guccione chiede quindi un'azione più incisiva da parte del Governo mediante azioni che prevedano pene più severe e certe per gli autori di incidenti stradali gravi, controlli più efficaci per il rispetto del Codice della strada, il reinvestimento vincolato dei proventi delle multe, la costituzione di un'agenzia nazionale per la sicurezza stradale, finanziamenti e riforma del Codice della strada.

Su tutto l'esempio della Francia: il presidente Chirac, nel luglio 2002, decretò gli "Stati Generali per la Sicurezza Stradale", con largo impiego di risorse finanziarie ed umane che in 3 anni (2002/2005) hanno visto scendere del 35,4% la mortalità sulle strade. E in Italia? Fiduciosi (da troppo tempo) attendiamo risposte.
(8 luglio 2008) da "Repubblica"

INCIDENTI STRADALI: DA UE NUOVE LINEE GUIDA PER PREVENZIONE

(Agi) - Bruxelles, 18 lug. - Ogni anno in Europa 42 mila persone rimangono uccise a causa di incidenti stradali e oltre 170 mila riportano invalidita' gravi permanenti. Il costo economico e sociale degli incidenti stradali supera i 160 miliardi di euro, cifra che corrisponde al 2 per cento del Pil.
Nel tentativo di far fronte a questo problema, il progetto 'Riser' ('Infrastrutture stradali per strade piu' sicure in Europa' - 'Roadside infrastructure for safer European roads'), finanziato con ben 1.96 milioni di euro, ha fornito delle linee guida per la progettazione e la manutenzione ottimale delle infrastrutture stradali nuove e gia' esistenti. Il progetto 'Riser' ha dato il via a una serie di attivita' per migliorare la raccolta di dati, basati su informazioni riguardanti incidenti reali. Queste informazioni erano necessarie per capire le varie situazioni in cui avvenivano gli incidenti stradali in cui era coinvolto un singolo veicolo. Le informazioni cosi' raccolte sono state quindi confrontate con i dati dei crash-test commissionati dall'Ue. L'obiettivo generale del progetto era quello di fornire ai professionisti della sicurezza stradale le risorse e le linee guida necessarie per progettare e gestire infrastrutture stradali piu' sicure.
Queste risorse permetteranno a tutte le parti interessate di identificare il miglior progetto per una data strada, sulla base di un obiettivo specifico e di linee guida supportate da dati tecnici. Il team spera che questa iniziativa si tradurra' in una riduzione significativa del numero di collisioni di veicoli singoli e delle tragiche conseguenze associate a tali collisioni. Sono stati raccolti i dati sulle collisioni di veicoli singoli sulle principali strade di campagna, questi dati sono stati poi usati per creare delle banche dati.
Esaminando i dati, sono stati individuati una serie di pericoli riguardanti le strade europee. Questi pericoli comprendevano: alberi e arredi stradali non protetti, incroci pedonali non ben posizionati e maltenuti, attrezzature di sicurezza stradale maltenute, difetti della superficie stradale, ostruzioni della visuale del guidatore, segnaletica inadeguata, barriere di sicurezza pericolose e nessuna considerazione per gli utenti della strada piu' vulnerabili. Successivamente e' stato sviluppato uno speciale software. Compito di questo software era quello di creare simulazioni per capire piu' a fondo gli impatti con queste strutture stradali. E' stato fatto un inventario dei dati provenienti da crash-test per quanto riguarda gli impatti con pali e barriere di sicurezza. La combinazione di dati degli incidenti, simulazioni e dati provenienti dai crash-test hanno permesso un notevole approfondimento sulle collisioni di veicoli singoli; questo aiuta gli addetti alla progettazione e alla valutazione dell'ambiente stradale, affinche' possano capire meglio e fornire raccomandazioni da tenere in considerazione nella stesura delle linee guida per la progettazione. Il progetto auspica inoltre una direttiva quadro europea sulla gestione della sicurezza stradale. E' necessario un quadro pan-europeo, vista l'estrema diversita' dei livelli di sicurezza stradale rilevati in Europa. Il team del progetto e' stato coordinato dalla Chalmers University of Technology, in Svezia, e ha riunito produttori di sistemi, istituti di ricerca, dipartimenti di universita' e enti pubblici di tutta l'Europa.