mercoledì 1 dicembre 2010

Pedoni, vittime in aumento sicurezza solo per chi è in auto

E' vero, i dati sugli incidenti stradali migliorano costantemente. Meno morti, meno feriti, meno incidenti, secondo un benefico trend che va avanti da anni. Ma il discorso non vale per i pedoni che all'Asaps, associazione amici polizia stradale, ormai non esitano a ribattezzare "una sorta di 'fanteria' nella guerra mai dichiarata che si combatte sulle strade".

Esagerazione? Giudicate voi: nel 2009 per i pedoni non solo non c'è stata alcuna svolta positiva come per chi viaggia in auto ma, anzi, in netta controtendenza sul dato generale, le vittime sono aumentate con 667 morti e un incremento che sfiora il 3% rispetto ai 648 del 2008. Anche il numero dei feriti ristagna con 20.326 pedoni che sono dovuti entrare negli ospedali nel 2009, appena l'1,5% in meno rispetto ai 20.640 del 2008. In sostanza nel 2008 i pedoni rappresentavano il 13,7% delle 4.725 vittime. Nel 2009 siamo saliti al 15,7%, ben 2 punti in più rispetto al totale di 4.237 vittime. Tanto per capirci, dal 1999 al 2009 sono 8.695 i pedoni morti (7.859 dal 2000) e 205.432 i feriti (189.046 dal 2000).

"Tutte vittime - spiegano all'Asaps - finite sotto un veicolo e circa un terzo stesi sulle strisce! Un esercito di fanti della strada decimato dalla frenesia della mobilità, dalla distrazione in servizio permanente effettivo, dalla velocità sottostimata, dall'alcol e dalla droga efficaci ausiliari della mortalità stradale".

Esiste poi un modo preciso per misurare quanto si rischia la pelle camminando a piedi. Si chiama "indice di gravità" (il rapporto tra il numero dei morti e il numero totale dei morti e dei feriti, moltiplicato 100), lo misura l'Istat, e spiega drammaticamente che se gli automobilisti sono a 1,4, i pedoni sono a 3,2. Insomma non ci si discosta troppo dalla realtà quando si parla di anello debole della nostra mobilità, anche perchè poi 381 vittime, cioè il 57%, avevano più di 65 anni (184 maschi 48% e 197 femmine 52%). Oltre il 50% dei pedoni morti aveva più di 70 anni.

Nella graduatoria delle regioni che contano il maggior numero di vittime fra i pedoni il Lazio balza in testa con 106 vittime e 2.795 feriti (65 morti 2.139 feriti nel solo comune di Roma, che da sola segna circa il 10% di tutti i pedoni morti sulla strada, le vittime erano state 52 nel 2008). Seguono nell'ordine la Lombardia con 99 vittime e 3.928 feriti (20 morti e 1.613 feriti nel comune di Milano, 27 le vittime nel 2008) , l'Emilia Romagna con 67 morti e 1.639 feriti (9 morti e 191 feriti nel comune di Bologna), Piemonte 55 morti e 1.599 feriti (20 morti e 648 feriti nel comune di Torino). La quasi sicurezza per i pedoni (ovviamente bisogna tenere conto dell'esiguo numero di abitanti) la troviamo nella piccola Valle d'Aosta con 2 morti e 37 feriti e il Molise con 3 decessi e 52 feriti. Nel comune di Napoli 14 morti e 210 feriti. A Palermo 13 morti e 278 feriti. Ottima Firenze con soli 3 morti e 482 feriti. Bari e Verona città ideali. A Bari zero morti e 236 feriti così come Verona con zero morti e 178 feriti (se i dati sono stati forniti esatti all'Istat).

"Di fronte a questi dati - concludono all'Asaps - si dovrebbe iniziare dalla messa in protezione dei passaggi pedonali con una più attenta manutenzione della segnaletica orizzontale. Servono nuove strategie con innovativi sistemi di illuminazione e sistema led, con più frequenti passaggi a chiamata. Non è più rinviabile anche una campagna di sensibilizzazione sia verso i conducenti che verso i pedoni stessi, ricordando fino allo sfinimento che ci si deve rendere il più visibili possibile, specie di notte e col maltempo e che quando noi vediamo una macchina in arrivo, non è affatto detto che il conducente abbia visto noi. Servono poi sanzioni frequenti per chi viola le regole. Ben vengano le recenti modifiche all'art.191 del CdS che prevede ci si debba fermare e non solo rallentare quando il pedone è sulle strisce o accenna ad attraversare".

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