lunedì 27 dicembre 2010

Bere bene? Non conviene L’etilometro non perdona

L'etilometro vale anche da fermi : multa e patente sospesa sebbene l'uomo non stesse guidando
«Signor giudice, guardi che io ero fermo in sosta». Così si è difeso un cittadino di Pontassieve, il quale aveva subìto una maximulta e la sospensione per un anno della patente, dopo che gli agenti del Nucleo Volanti della polizia lo avevano sottoposto alla prova dell'etilometro. Ma il magistrato ha respinto il suo ricorso. La legittimità dell'adozione dell'atto impugnato, spiega la sentenza, si fonda sul rapporto stilato dalla polizia. Che rilevò il «comportamento penalmente rilevante di guida in stato di ebbrezza alcolica del ricorrente, accertato tramite le misurazioni del tasso alcolemico, risultate per ben due volte superiori al limite di legge (1,95 g/l-1,77 g/l nell'intervallo di 15'), e l'osservanza di dati sintomatici, desumibili dalle condizioni del soggetto (alito fortemente vinoso, occhi lucidi, frasi sconnesse, precaria deambulazione con difficoltà di equilibrio), a nulla rilevando che l'auto fosse ferma in sosta». Sul punto, dice il giudice, la Cassazione (37631/2007) afferma che in materia di circolazione stradale, deve ritenersi che la “fermata” costituisca una fase della circolazione, «talché è del tutto irrilevante, ai fini della contestazione del reato di guida in stato di ebbrezza, se il veicolo condotto dall'imputato risultato positivo all'alcoltest fosse, al momento dell'effettuazione del controllo, fermo ovvero in moto». (DB 1303/2010)

Ubriachezza: si può essere sanzionati anche in bici
Non c'è bisogno di guidare l'auto per fare danni: la guida in stato di ebbrezza è vietata e pesantemente sanzionata anche per i ciclisti. Lo sa bene un giovane marocchino (29 anni), al quale la malefatta è costata un processo e 516 euro. Fu sorpreso ubriaco a bordo di un mezzo a due ruote (per la legge si chiama ancora velocipede) sulla Statale Aurelia: è stato condannato dal Giudice di pace, in base all'articolo 186/2 del nuovo codice della strada. Il giovane era stato intercettato dalla polizia municipale mentre zigzagava con la bici: dovettero ricoverarlo all’ospedale per intossicazione alcolica acuta. (ES 2006)

L'etilometro vince ancora: multa e patente sospesa a un uomo fermo in parcheggio
Hai bevuto un bicchierino di troppo? Non guidare. Anzi non metterti al volante, nemmeno per rimanere fermo. Non lascia dubbi una sentenza del giudice di pace.
Il magistrato ha respinto il ricorso di un automobilista multato dalla Stradale in pieno centro, nella zona della “movida”. All'uomo era stata anche sospesa la patente. «A seguito di una prima constatazione de visu* - rileva il giudice - e poi del test alcolimetrico effettuato dai verbalizzanti, gli stessi hanno accertato lo stato di alterazione psicofisica derivante dall'influenza dell'alcool”.
La pattuglia della polizia stradale riferiva nel suo verbale di aver notato l'uomo alla guida della propria autovettura, una Jeep Grand Cherokee, e constatato «lo stato di disarmonia psicofisica» dell'uomo. Che vanamente ha sottolineato al giudice «non stavo guidando: ero fermo in parcheggio». Perché secondo il giudice, «nel formulare l'articolo 186 del codice della strada, il legislatore ha inteso principalmente tutelare l'incolumità pubblica in ogni momento, prevedendo episodi dannosi dovuti a una guida condizionata allo stato di ebbrezza alcolica». (MTC 3833/2009).
*= visivamente, ovvero di persona

«Non bevo più»: restituita la patente. Il giudice di pace fa uno “sconto” di quattro mesi all’automobilista pentito
«E’ vero, quella volta avevo bevuto prima di guidare. Ma non l’ho fatto mai più, e l’automobile mi è necessaria per le esigenze lavorative e familiari».
Con questa motivazione un quarantenne si è presentato davanti al giudice di pace per opporsi, o almeno ottenere uno “sconto” alla sospensione della patente decisa dal prefetto, in seguito a un controllo della Polizia municipale che lo aveva sorpreso alla guida in stato di ebbrezza.
Il magistrato ha ritenuto legittima la misura cautelare disposta della prefettura (un anno di sospensione), ma ha voluto accertare che l’automobilista fosse in buona fede e gli ha chiesto di sottoporsi alle analisi del sangue «per accertare la situazione attuale dell’opponente nel suo rapporto con l’alcol ed anche per trarre elementi di giudizio in ordine alla di lui conclamata occasionalità dell’episodio». Le analisi hanno dato i risultati sperati (il sangue era “pulito”) e otto mesi di sospensione erano stati già scontati: gli ultimi quattro glieli ha cancellati il giudice. (CS 170/2009)


di Antonio Scuglia
da iltirreno.it

I nostri consigli per viaggiare sicuri e per gli acquisti degli pneumatici

Il problema del blocco da neve è scoppiato ancora prima che l'Inverno entrasse in servizio effettivo alla sua canonica data del 21 dicembre.
Ci sono condizioni nelle quali le precipitazioni per la loro forza creano oggettive difficoltà. Non dimentichiamo quello che è successo all'estero in paesi ben più abituati alla neve.

- Serve innanzi tutto una informazione puntuale, corretta e trasparente. Occorre poi l'individuazione di una autorità che con assoluta tempestività decida di chiudere per tempo gli accessi all'autostrada, anche per categorie di mezzi come i veicoli pesanti.

- L'utenza deve essere preparata all'evento. Cioè i conducenti devono convincersi che l'inizio di un viaggio in autostrada deve vederci attrezzati adeguatamente con catene. Ma bisogna saperle montare! Oggi anche molti giovani che sanno navigare sul web e su Face Book meglio dell'ammiraglio Nelson, si spiaggiano come dilettanti di fronte ad un paio di catene da montare. Figuriamoci le signore e gli anziani. E allora meglio le gomme invernali da novembre a marzo (aprile in montagna)

Attenzione alla scelta delle gomme da neve
Acquistare pneumatici invernali (o da neve) adatti alla vostra macchina richiede un po’ di attenzione, perché sbagliarsi è facile. Verificate sul libretto di circolazione quali sono le misure omologate, i codici di velocità e, soprattutto per i veicoli fuoristrada, anche quelli di carico. Se avete la possibilità di scegliere tra più misure (riportate sul libretto di circolazione del vostro veicolo), ricordate che le gomme con l’area d’impronta a terra più piccola (le più strette) offrono maggiore aderenza su neve e ghiaccio, mentre quelle più larghe vanno meglio sull’asciutto. Per il codice di velocità, potete sceglierne uno superiore a quello richiesto, ma non inferiore: altrimenti rischiate di incorrere in sanzioni.

I codici velocità
Q fino a 160 km/h
R fino a 17Okm/h
S fino a 180 km/h
T fino a 190 km/h
H fino a 210 km/h
V fino a 240 km/h

Il disegno del battistrada non è fatto a caso
SIMMETRICHE, DIREZIONALI, ASIMMETRICHE. La presenza di fitte lamelle e la mescola morbida sono gli elementi che accomunano le gomme invernali o da neve. Ma, da un modello all’altro, il disegno del battistrada può variare parecchio. Fino a dieci anni fa, la disposizione simmetrica dei tasselli era la più diffusa: tale gomma non richiedeva particolare attenzione nel montaggio sul cerchio. Poi sono arrivate le gomme direzionali. Queste, invece, vanno montate secondo un preciso senso di marcia. Di solito, sul fianco della carcassa c’è una freccia per aiutare il gommista a non commettere errori. Hanno un disegno studiato per migliorare le prestazioni in trazione e frenata. Le più recenti sono le asimmetriche, con il battistrada di disegno differente sulla parte destra e sinistra (rispetto alla linea centrale). Sono sempre più diffuse: dato che sul lato esterno e su quello interno di una gomma agiscono forze ben diverse, i battistrada asimmetrici consentono ai tasselli di disporsi in modo da toccare l’asfalto in una determinata sequenza, migliorando così l’aderenza. Si riduce, inoltre, il rumore di rotolamento e aumenta il comfort di marcia.

Meno di 4 millimetri…mai!
La profondità minima del battistrada (imposta dalla legge) è di 1,6 mm. Con le gomme invernali evitate di scendere sotto i 4 mm per non perdere troppo di efficacia sulla neve; al di sotto di tale soglia, infatti, i tasselli sono troppo ridotti di altezza e non hanno più elasticità; ciò vale anche per le (fondamentali) lamelle perché non ci sono quasi più.

Un occhio (spesso) alla corretta pressione ed alle variazioni di temperatura.
La pressione di gonfiaggio delle gomme invernali va controllata con maggiore frequenza rispetto a quella dei normali pneumatici estivi. Ricordatevi di farlo almeno ogni sette, dieci giorni, dato che la stagione invernale richiede più attenzione alla variazione di pressione correlata alla temperatura esterna: un gonfiaggio di 2 bar misurato a +20 gradi, scende a 1,74 bar a -5 °C e ad 1,59 quando il termometro tocca i -20 °C. Per questo è consigliabile alzare di 0,2 bar la pressione prima di un viaggio in montagna: come tutti sanno, la temperatura ambientale si riduce con l’aumentare dell’altitudine. Se controllate la pressione delle gomme in un luogo riscaldato, aumentate fino al 20% (es., da 2,0 bar a 2,4) il gonfiaggio rispetto a quanto suggerisce il costruttore della vostra auto
perché poi lo pneumatico lavorerà a temperature ben diverse.

Al momento dell’acquisto attenzione alle marche magari sconosciute e di paesi orientali. Verificare anche l’anno di costruzione una gomma perché se molto stagionata non migliora come il vino… Di fronte a tante richieste a volte si piazza di tutto.

www.asaps.it

mercoledì 1 dicembre 2010

Pedoni, vittime in aumento sicurezza solo per chi è in auto

E' vero, i dati sugli incidenti stradali migliorano costantemente. Meno morti, meno feriti, meno incidenti, secondo un benefico trend che va avanti da anni. Ma il discorso non vale per i pedoni che all'Asaps, associazione amici polizia stradale, ormai non esitano a ribattezzare "una sorta di 'fanteria' nella guerra mai dichiarata che si combatte sulle strade".

Esagerazione? Giudicate voi: nel 2009 per i pedoni non solo non c'è stata alcuna svolta positiva come per chi viaggia in auto ma, anzi, in netta controtendenza sul dato generale, le vittime sono aumentate con 667 morti e un incremento che sfiora il 3% rispetto ai 648 del 2008. Anche il numero dei feriti ristagna con 20.326 pedoni che sono dovuti entrare negli ospedali nel 2009, appena l'1,5% in meno rispetto ai 20.640 del 2008. In sostanza nel 2008 i pedoni rappresentavano il 13,7% delle 4.725 vittime. Nel 2009 siamo saliti al 15,7%, ben 2 punti in più rispetto al totale di 4.237 vittime. Tanto per capirci, dal 1999 al 2009 sono 8.695 i pedoni morti (7.859 dal 2000) e 205.432 i feriti (189.046 dal 2000).

"Tutte vittime - spiegano all'Asaps - finite sotto un veicolo e circa un terzo stesi sulle strisce! Un esercito di fanti della strada decimato dalla frenesia della mobilità, dalla distrazione in servizio permanente effettivo, dalla velocità sottostimata, dall'alcol e dalla droga efficaci ausiliari della mortalità stradale".

Esiste poi un modo preciso per misurare quanto si rischia la pelle camminando a piedi. Si chiama "indice di gravità" (il rapporto tra il numero dei morti e il numero totale dei morti e dei feriti, moltiplicato 100), lo misura l'Istat, e spiega drammaticamente che se gli automobilisti sono a 1,4, i pedoni sono a 3,2. Insomma non ci si discosta troppo dalla realtà quando si parla di anello debole della nostra mobilità, anche perchè poi 381 vittime, cioè il 57%, avevano più di 65 anni (184 maschi 48% e 197 femmine 52%). Oltre il 50% dei pedoni morti aveva più di 70 anni.

Nella graduatoria delle regioni che contano il maggior numero di vittime fra i pedoni il Lazio balza in testa con 106 vittime e 2.795 feriti (65 morti 2.139 feriti nel solo comune di Roma, che da sola segna circa il 10% di tutti i pedoni morti sulla strada, le vittime erano state 52 nel 2008). Seguono nell'ordine la Lombardia con 99 vittime e 3.928 feriti (20 morti e 1.613 feriti nel comune di Milano, 27 le vittime nel 2008) , l'Emilia Romagna con 67 morti e 1.639 feriti (9 morti e 191 feriti nel comune di Bologna), Piemonte 55 morti e 1.599 feriti (20 morti e 648 feriti nel comune di Torino). La quasi sicurezza per i pedoni (ovviamente bisogna tenere conto dell'esiguo numero di abitanti) la troviamo nella piccola Valle d'Aosta con 2 morti e 37 feriti e il Molise con 3 decessi e 52 feriti. Nel comune di Napoli 14 morti e 210 feriti. A Palermo 13 morti e 278 feriti. Ottima Firenze con soli 3 morti e 482 feriti. Bari e Verona città ideali. A Bari zero morti e 236 feriti così come Verona con zero morti e 178 feriti (se i dati sono stati forniti esatti all'Istat).

"Di fronte a questi dati - concludono all'Asaps - si dovrebbe iniziare dalla messa in protezione dei passaggi pedonali con una più attenta manutenzione della segnaletica orizzontale. Servono nuove strategie con innovativi sistemi di illuminazione e sistema led, con più frequenti passaggi a chiamata. Non è più rinviabile anche una campagna di sensibilizzazione sia verso i conducenti che verso i pedoni stessi, ricordando fino allo sfinimento che ci si deve rendere il più visibili possibile, specie di notte e col maltempo e che quando noi vediamo una macchina in arrivo, non è affatto detto che il conducente abbia visto noi. Servono poi sanzioni frequenti per chi viola le regole. Ben vengano le recenti modifiche all'art.191 del CdS che prevede ci si debba fermare e non solo rallentare quando il pedone è sulle strisce o accenna ad attraversare".

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