sabato 24 ottobre 2009

"Vietato multare Gelmini e Brambilla"

Roma, 19 ottobre 2009 - Malcostume alla guida per politici e ministri. Lo dennuncia in un suo articolo il settimanale 'L'Espresso', secondo cui "alla Prefettura di Milano, un tempo capitale morale, si sono abituati alle istanze di parlamentari e ministri per chiedere l'annullamento delle sanzioni".
Scrive il giornalista Thomas Mackinson: "Da Michela Vittoria Brambilla a Mariastella Gelmini, dall'onorevole pdl Maurizio Bernardo a Pietro Lunardi: basta una lettera su carta intestata per far sparire tutto. E magari, dietro quella multa c'è altro. Ad esempio il caso della Brambilla, che ha fatto spendere 500 euro al giorno per noleggiare una Mercedes con autista, incaricata di accompagnarla da casa al lavoro, 80 chilometri in tutto.
A rivelarlo è una multa per un semaforo non rispettato presa a Milano il 19 febbraio scorso e prontamente cestinata 'per motivi istituzionali'. Il verbale viene notificato qualche mese più tardi al titolare della concessionaria che ricorre al prefetto, chiedendo l'annullamento: 'La vettura è adibita al trasporto dell'onorevole Brambilla'.
Per dimostrarlo allega copia della fattura e del contratto di servizio con la prefettura di Lecco. Da questi documenti emerge il costo per il contribuente: l'auto è rimasta a disposizione di MVB per 19 ore consecutive, i chilometri percorsi sono stati 210 in più rispetto al pattuito e alla consegna il conto è di 530 euro per un solo giorno".
Viene poi citato il caso di Maurizio Bernardo, il deputato del Pdl. Multato per aver percorso in motorino la via di casa riservata ai bus, ha chiesto di non pagare 'in qualità di parlamentare lombardo e titolare di pass rilasciato dal Comune che autorizza a transitare nelle corsie preferenziali e nelle Ztl'. "Peccato che i pass valgano solo per le auto e non siano nominali ma legati sempre alla targa", si legge ancora.
"Il ministro Mariastella Gelmini invece passava sul cavalcavia Monteceneri a cento all'ora a bordo della sua Bmw. Difficile farla franca. Il viale è telecontrollato e falcidia migliaia di milanesi. E infatti il 24 ottobre 2008 il ministro riceve il suo verbale. La Gelmini prende carta intestata e scrive al prefetto. Nella comunicazione adduce 'impegni istituzionali improrogabili' e la multa è già un ricordo".
E all'indagine non sfugge nemmeno il padre della patente a punti, l'ex ministro Pietro Lunardi.
da http://quotidianonet.ilsole24ore.com/politica/2009/10/19/249306-vietato_multare.shtml

Sicurezza stradale su due ruote

(ASAPS), 24 ottobre 2009 – Federmoto e Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti insieme per un progetto sulla sicurezza stradale su due ruote. Si tratta di un programma di educazione stradale, ultima tappa in ordine cronologico è stata Milano, rivolto agli studenti delle scuole in procinto di conseguire il patentino e costituito da lezioni di sicurezza stradale e da prove pratiche di guida. Il progetto prevede un calendario di dieci appuntamenti organizzati presso gli uffici provinciali del ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di dieci regioni italiane. La Federmoto promuove l'introduzione della prova pratica di guida del ciclomotore per il conseguimento del patentino (attualmente non necessaria), sostenendo che solo così è possibile insegnare concretamente ai ragazzi come reagire di fronte ai pericoli che si presentano mentre si è alla guida delle due ruote. L'obiettivo dei corsi di educazione stradale del progetto è quello di stabilire i criteri minimi per la realizzazione di un corso pratico di guida. Al termine di questo "test" la Fmi consegnerà un documento al ministero, utile per redigere un programma per il conseguimento del patentino in vista dell'introduzione della prova pratica di guida obbligatoria prevista a partire dal 2011. "Siamo particolarmente lieti di questo accordo – ha spiegato Paolo Sesti, presidente della Federmoto - che ci consente di svolgere un concreto ruolo di 'educatori’ nei confronti dei futuri utenti a due ruote. Una necessità reale se ci confrontiamo con la situazione di tutti i giorni, che vede tanti motociclisti 'improvvisati’ passare forse con troppa facilità dalle quattro alle due ruote, senza avere la cognizione necessaria alla guida di uno scooter o di una moto”. Il punto di forza della Federmoto in questo progetto è quello offerto dalla possibilità di organizzare i corsi con la presenza di motociclisti istruttori esperti, in grado di spiegare ai ragazzi le vere insidie della strada (cordoli, vernici scivolose, brecciolino, macchine che aprono gli sportelli, impossibilità di essere visti dalle auto in determinate posizioni ....), rivelandosi così il più vicino possibile alla realtà che incontreranno ogni giorno sulle strade. Le prossime tappe in programma sono: Ferrara (26 e 27 ottobre), Firenze (29 e 30 ottobre), Napoli (3 e 4 novembre), Potenza (5 e 6 novembre), Reggio Calabria (9 e 10 novembre) e Foggia (12 e 13 novembre). Ogni appuntamento prevede due giorni di lezioni (teoria e pratica), articolate in tre 'moduli’ che coinvolgono circa 100 ragazzi per ogni giornata. Dopo una lezione teorica iniziale, ognuno dei ragazzi partecipanti sarà coinvolto nella prova pratica di guida, assistito da un formatore della Fmi, che gli permetterà di apprendere i principi fondamentali della guida sicura. (ASAPS)

Pasticciere inventa il cioccolatino antialcol

(ASAPS), 24 ottobre 2009 - Ecco “l'elisir di lunga vita”, in auto. A Forlì un noto pasticciere ha inventato, con tanto di brevetto nazionale ed europeo (per il quale sembra sia già pronta l’offerta economica di una grossa azienda per acquistarlo) un cioccolatino antialcol. Ebbene sì, un semplice pezzo di cacao è in grado di ridurne i micidiali effetti. Almeno in base a quanto riferito alla stampa dall’inventore Ivan Biffi. Secondo Biffi, infatti, basta mangiare un “Biffino” e il tasso alcolemico scenderà - permetteteci di dire - “miracolosamente”. E per dimostrare con i fatti le sue affermazioni l’inventore ha provato personalmente la sua invenzione. Durante una presentazione alla stampa del prodotto, il signor Biffi ha prima bevuto un paio di grappe e poi si è sottoposto all’etilometro: risultato 0,65 g/l. Un valore fuori legge per il Codice della Strada con conseguenze pesanti: sospensione della patente e multa salata. Subito dopo la prova ha mangiato uno dei suoi cioccolatini e, nel giro di un quarto d’ora, il risultato è sceso a 0,19 per poi arrivare addirittura a 0 g/l. Naturalmente la ricetta “dell’invenzione del secolo”, come qualcuno l’ha già definita, è top secret ma si parla sempre, ha precisato Ivan Biffi, di normali ingredienti alimentari. Lo scetticismo è d’obbligo, almeno per noi che di invenzioni analoghe, dalle bibite alle caramelle, ne abbiamo viste altre. Ogni volta, però, la patente degli automobilisti è rimasta appiccicata nelle mani degli agenti. Purtroppo il “fantomatico” elisir non aveva dato i risultati sperati. Ora aspettiamo di verificare i risultati ottenuti con quest’ultima scoperta. Su questo tema crediamo che servirebbe una certa serietà. Con l'alcol non si scherza mai. Sulla strada poi ancora meno.
Una domanda: ma il Biffino nasconde solo il valore alcolemico all’etilometro o agisce anche sugli effetti della ebbrezza del conducente? Ma forse di questo ultimo dettaglio non interessa niente a nessuno. O quasi. (ASAPS)

mercoledì 14 ottobre 2009

Sempre attenti alla guida !!!

Arriva la spia da Autovelox

"Ma serve per la sicurezza"

Si chiama Coyote, costa 200 euro, ed è il primo sistema in grado di informare in tempo reale sulla la presenza ed il posizionamento di tutti i tipi di autovelox fissi, telecamere ai semafori e Tutor. Non solo: questo strano apparecchio è in grado anche di segnalare la presenza degli autovelox mobili grazie alla sua innovativa tecnologia.

Il Coyote infatti punta tutto sul principio di community: grazie alle segnalazioni degli utenti il sistema si aggiorna continuamente e permette uno scambio interattivo di informazioni su tutor, autovelox fissi e mobili, telecamere semaforiche e zone a rischio.

Detto questo, la domanda nasce spontanea: ma è legate tutto questo? "Assolutamente si - spiegano alla Coyote che, anzi, puntano tutto sulla sicurezza - anzi il nostro sistema avverte anche in caso di superamento del limite di velocità imposto e poi all'ingresso del tratto stradale controllato dal Tutor fornisce precise indicazioni relativamente al limite di velocità in vigore, alla velocità media e istantanea".

Sarà, ma qualche dubbio rimane. Anche se spiegano alla Coyote, "il nostro sistema è pensato per coloro che adottano un atteggiamento responsabile alla guida e intendono rafforzarlo ulteriormente con il supporto delle nuove tecnologie. Coyote infatti - continuano i tecnici - aiuta il conducente a mantenere l'attenzione sempre focalizzata sulla guida".

Insomma alla Coyote battono molto su questo tasto e non è un caso che la distribuzione sia affidata alla Magneti Marelli, un'azienda che della sicurezza ha sempre fatto una bandiera. Una cosa è certa, il Coyote è semplicissimo da usare perchè avverte quando l'auto sta per transitare in una zona dove, nelle precedenti 3 ore, è stata segnalata la presenza di un autovelox mobile. Con un semplice click poi l'automobilista potrà segnalare a sua volta la presenza di un autovelox mobile.


Per fare tutto questo Coyote si aggiorna automaticamente circa la posizione di autovelox fissi, tutor e zone a rischio. Il cliente si deve abbonare a un servizio (costa 12 euro al mese) ed il gioco è fatto visto che per il resto il sistema utilizza la tecnologia GPS per localizzare il veicolo e segnalare all'utente le informazioni rilevanti.

Gli utenti però devono fare attenzione: per ora Coyote può essere utilizzato in Italia, Gran Bretagna, Francia, Repubblica Ceca, Belgio, Olanda e Lussemburgo. In Germania e in altri Paesi è vietato dalla legge. Intanto cominciano ad arrivare le prime prese di posizione su questo dispositivo: "Al di là della legalità o meno del Coyote - spiegano all'Asaps, associazione amici polizia stradale - siamo convinti che tutto questo non serva alla sicurezza stradale, una foglia di fico sotto la quale sono in troppi a volersi rifugiare. Questo sta diventando il paese dei Pit Stop. L'autovelox, fra cartelloni di preavviso, macchine della polizia in vista e coyote vari, sorprenderà solo gli eterni distratti: cioè gli innamorati, i filosofi, e quelli che alla guida leggono il giornale".


14 ottobre 2009

da www.repubblica.it

lunedì 5 ottobre 2009

Furti di auto è minimo storico con 139.687 auto sparite nel 2008

Dalla media di 300.000 vetture rubate negli anni '90 si è scesi a 186.000 negli anni del terzo millennio
Dal 2000 rubate 1.680.136 auto. 4.640.588 dal 1990


Dal 1990 al 2008 la premiata ditta Furti Spa ha sottratto ai legittimi proprietari qualcosa come 4.640.588 vetture, la produzione annuale di una grossa casa automobilistica, ma negli ultimi anni il fatturato del crimine automobilistico ha dovuto tirare il freno a mano, grazie al miglioramento dei sistemi antifurto e a una maggiore efficacia investigativa delle forze di polizia. Dal 2000 al 2008 il numero delle auto rubate si è fermato a quota 1.680.136.
L'anno record dei furti di automobili è stato il 1991 con 367.252 auto involate. Il migliore è stato proprio il 2008 con 139.687 vetture rubate.
anche se sono però ancora 383 furti al giorno, 16 all'ora.
Per altro nel 2008 è stato rinvenuto oltre il 49% dei veicoli sottratti ai legittimi proprietari.
In sostanza negli anni 90 la media dei furti è stata di quasi 300.000 macchine rubate all'anno. Dal 2000 al 2008 siamo scesi a una più modesta media di 186.000 macchine sparite, con il record positivo di 139.687 del 2008. Un bel risultato, c'è poco da dire. E' quanto emerge da un'inchiesta che Sarà pubblicata sul prossimo numero de il Centauro, la rivista dell'Asaps.
Il numero totale dei furti "veri" potrebbe essere in realtà ancora più basso. Cosa intendiamo dire? Ci riferiamo ai furti simulati, con conseguenti truffe alle assicurazioni. Nel segmento di fascia medio alta, la percentuale delle frodi secondo gli esperti può toccare e superare il 30% del totale. Le macchine spariscono all'estero col consenso del proprietario e con l'organizzazione di una fitta rete criminale.
E' il modo più semplice. Infatti fra i motivi per i quali i furti calano abbiamo evidenziato i sistemi antifurto più evoluti ed efficaci, da quelli meccanici a quelli elettronici. Oggi si perde più tempo per portare via una super berlina e il rischio è aumentato. E' molto meglio farsela consegnare pagandola un prezzo superscontato alla "vittima" il resto glielo pagherà l'assicurazione.
Il calo dei furti può essere anche dovuto al fatto che è diminuita la richiesta di pezzi di ricambio, quindi la "cannibalizzazione" della vettura rubata è meno appetibile dalla holding del crimine. Ciò è dovuto al fatto che mentre un tempo una vettura sinistrata si riparava quasi sempre, oggi un incidente medio da 4 - 5.000 euro di danni porta alla decisione che non conviene metter mano alla carrozzeria, ci si sente dire che la scocca è piegata, ecco allora che la vettura viene sostituita con una nuova.
Le regioni nelle quali il furto di veicoli tira di più sono sempre le stesse. Si contendono il primato il Lazio con 25.258 furti, seguito dalla Campania con 24.748 e dalla Lombardia con 23.125. Seguono la Puglia con 16.494 e a un’incollatura la Sicilia con 16.071. Il Piemonte si ferma a 9.381 e L’Emilia Romagna a 5.141.
Le più rubate? Sempre le solite, ancora in testa la Fiat Uno (da anni fuori produzione), seguono la Fiat Punto, la Panda e la 500, segue la Volkswagen Golf, prima delle straniere.
Il motivo è semplice, solitamente sono veicoli poco protetti dagli antifurto e si tratta spesso di furti d'uso, tanto che sono anche le vetture più rinvenute. (Asaps)

Forlì, lì 1.10.2009

Giordano Biserni
Presidente Asaps

Francia, autostrada a 110 chilometri orari?

Si parte con 180 km di varie tratte in Lorena, ma si pensa ad una rivoluzione in grande stile, tra sicurezza ed ecologia (-6% emissione gas in atmosfera)
Il ministro: “Ci stiamo riflettendo”, ma dalle regioni è cominciata la corsa all’emulazione


(ASAPS) PARIGI, 5 ottobre 2009 – Si dice che si tratti di una data solo simbolica e che per vedere una rivoluzione del genere per tutti i punti neri della viabilità autostradale francese, si dovrà attendere ancora. Però il 1° ottobre è passato e su 180 chilometri di autoroute nella regione transalpina della Lorena, considerati ad alto rischio infortunistico e ad alta trasgressione, ci si deve rassegnare a marciare a 110 all’ora. Dunque, i campioni europei di sicurezza stradale rispondono così, con intransigente ed inaspettata severità, ai complimenti che ormai arrivano loro da buona parte del mondo civile. C’è chi, addirittura, ormai parla di modello francese da imitare. Per chi ha confidenza con quei tracciati, parliamo di una buona metà delle tratte delle autostrade A30, A33, A330 ed A313. Ma la notizia vera è che, se all’estero tutti guardano alla Francia come ad un esempio da imitare (mentre da noi l’Asaps si strappa le vesti per far comprendere l’inutilità e il rischio dei 150 km/h), all’interno della Repubblique molti ritengono di non doversi fermare e, anzi, chiedono di estendere a tutto il paese il modello regionale scelto dai pronipoti dei “lotaringi”. Sul quotidiano le Parisien, in effetti, si parla di un crescendo di realtà regionali fermamente intenzionate ad adottare misure analoghe, tanto da far pensare ad un imminente iniziativa legislativa nazionale da parte del governo in carica. Il ministro dei Trasporti, Dominique Perben, intervistato dai cronisti, ha ammesso di aver iniziato un percorso di “riflessionie” per estendere a tutte le autostrade urbane e peri-urbane il limite dei 110, mentre il suo omologo all’ecologia, Chantal Jouanno, ha risposto che l’obiettivo del suo dicastero resta la diminuzione complessiva della velocità, pur considerando questo step “tutt’altro che una cattiva idea”. Gli studi già realizzati dimostrano infatti che scendere da 130 a 110 permetterebbe di ridurre del 6% le emissioni di gas responsabili dell’effetto serra e del surriscaldamento globale. La combinata necessità di intervenire efficacemente sui punti neri e sull’ecologia, giustifica in pieno – secondo una trasversale platea di politici ed esperti – la ratio dell’iniziativa, peraltro già in atto da alcuni mesi anche sull’autostrada mediterranea che da Marsiglia porta all’Italia, ma è nel nord del paese che la rivoluzione è stata preceduta da un esperimento bimestrale messo in atto sull’A31, che collega la Francia al Lussemburgo: qui, secondo la Prefettura di Polizia, il limite è stato scrupolosamente rispettato dagli utenti, con evidenti risultati non solo di tipo ecologico o in termini di risparmi di vite. È migliorato “il confort di viaggio”, tanto per usare l’espressione usata dalle autorità francesi. Su quella strada, tra Nancy, Metz e Thionville si misura una delle correnti di traffico più intense d’Europa, con una media di 80mila veicoli al giorno di cui 15mila di categoria commerciale. (ASAPS)

sabato 3 ottobre 2009

Art. 186 CdS - Sentenza Interessante

Sent. C. Cass.

n. 28219/09 del 9 Luglio 2009

Guida sotto l’effetto di stupefacenti: stato di alterazione va accertato con esame tecnico. Così ha stabilito la Cassazione, la quale ha avuto modo di confermare come l’alterazione del conducente debba essere accertata attraverso un esame tecnico su campioni di liquidi biologici. Per configurarsi la contravvenzione di guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, è necessario escludere che lo stato di alterazione possa essere desunto da elementi sintomatici esterni, come invece e' ammesso per l'ipotesi di guida sotto l'influenza dell'alcool (art. 186 CdS), in quanto l'accertamento richiede conoscenze tecniche specialistiche in relazione alla individuazione ed alla quantificazione delle sostanze. Costituisce "opzione scientifica non arbitraria", inoltre, il fatto che la presenza del principio attivo stupefacente persista per un certo arco temporale, della durata anche di diversi giorni, dopo l'assunzione dello sostanza. Ciò implica che, astrattamente, tale circostanza potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di "alterazione" da stupefacenti, che costituisce il proprium del reato di cui all'articolo 187 CdS.
Corte di Cass., IV sez. penale, nr. 28219/09 del 9.07.2009 (ud. 10.06.2009)
Corte di Cass., IV sez. penale, nr. 28219/09 del 9.07.2009 (ud. 10.06.2009)

Svolgimento del processo - Motivi della decisione

Il GIP presso il Tribunale di Savona, chiamato a pronunciarsi sulla richiesta di "patteggiamento" avanzata nell'interesse di C. C.A., imputato dei reati di cui all'art. 589 c.p., artt. 186 e 187 C.d.S., ha ritenuto di applicare la pena solo relativamente ai primi due reati, mentre ha prosciolto il prevenuto per la contravvenzione di cui all'art. 187 C.d.S., ritenendo che l'esito degli accertamenti sui liquidi biologici non fossero bastevoli per dare la prova della condizioni di alterazione del conducente, sul rilievo che la "positività" in ordine alla presenza di sostanze stupefacenti nel sangue può risultare anche a diversi giorni di distanza dalla relativa assunzione, onde in difetto di apposita visita neurologica volta ad accertare la "perduranza" dello stato di alterazione dovuta all'assunzione di stupefacenti non poteva ritenersi raggiunta la prova della responsabilità.
Avverso il proscioglimento parziale ricorre il Procuratore della Repubblica di Savona, che prospetta l'abnormità del provvedimento gravato.
Il ricorso è fondato, giacchè la decisione gravata, pur se non abnorme in senso tecnico, è viziata sotto un duplice profilo, per evidenti violazioni di legge.
In primo luogo, sviluppando le doglianze del ricorrente, vi è da rilevare come il giudice abbia esorbitato dai poteri/doveri attribuitigli dall'ordinamento in caso di applicazione della pena su richiesta delle parti. Come è noto, infatti, a fronte di una richiesta di "patteggiamento", è potere/dovere del giudice quello di esaminare, prima della verifica dell'osservanza dei limiti di legittimità della proposta di pena concordata, gli atti del procedimento al fine di riscontrare l'esistenza di una qualsiasi causa di non punibilità. Tale operazione preliminare consiste in una ricognizione allo stato degli atti, che può condurre ad una pronuncia di proscioglimento ex art. 129 c.p.p. soltanto se le risultanze disponibili rendano "palese" l'obiettiva esistenza di una causa di non punibilità, indipendentemente dalla valutazione compiuta dalle parti e senza la necessità di alcun approfondimento probatorio e di ulteriori acquisizioni (cfr. Sez. un. 25 novembre 1998, Messina). Ne deriva, coerentemente, che qualora non ricorra alcuna delle ipotesi previste dall'art. 129 c.p.p., la motivazione al riguardo è sufficiente che contenga menzione dell'avere il giudice effettuato la verifica richiesta dalla legge e dell'insussistenza di alcuna delle ipotesi riconducigli al citato art. 129 c.p.p. (tra le tante, cfr. Sezione 4^, 3 dicembre 2003, Okorie).
Nella specie, il giudice è andato oltre i limiti suindicati, laddove ha inteso affrontare e risolvere una tematica inconciliabile con il limitato spazio valutativo imposto dalla corretta applicazione dell'art. 129 c.p.p..
Infatti, la giurisprudenza, sul punto, è assolutamente costante: tra le tante, Cassazione, Sezione 4^, 6 giugno 2007, Loffredo; Sezione 4^, 7 febbraio 2007, Macchiarelli; Sezione 4^, 1 marzo 2006, Orsini;
nonchè, Sezione 4^, 28 aprile 2006, Verdi, ai fini della configurabilità della contravvenzione di guida sotto l'influenza di sostanze stupefacenti, è necessario che lo stato di alterazione del conducente dell'auto venga accertato attraverso un esame tecnico su campioni di liquidi biologici, onde deve escludersi che lo stato di alterazione possa essere desunto da elementi sintomatici esterni, come invece è ammesso per l'ipotesi di guida sotto l'influenza dell'alcool (art. 186 C.d.S.), in quanto l'accertamento richiede conoscenze tecniche specialistiche in relazione alla individuazione ed alla quantificazione delle sostanze.
Tale accertamento risultava, nella specie, essere stato effettuato e, ciò, ai limitati fini del "patteggiamento" poteva e doveva escludere una soluzione liberatoria ex art. 129 c.p.p.. Diverso discorso, infatti, si sarebbe potuto fare, ma solo in sede di processo di merito, con riferimento alla tematica evocata dal giudicante circa la possibile non corrispondenza tra esito positivo del riscontro sui liquidi ed effettività dello stato di alterazione. E' tematica che potrebbe in astratto porsi in quanto secondo un' opzione scientifica non arbitraria, la presenza del principio attivo stupefacente persiste per un certo arco temporale (anche alcune settimane), dopo l'assunzione dello stupefacente, sicchè potrebbe non costituire prova certa al di là di ogni ragionevole dubbio di uno stato di "alterazione" da stupefacenti che costituisce il proprium del reato di cui all'art. 187 C.d.S.. E' situazione, questa, che dovrebbe imporre il ricorso anche ad elementi di riscontro esterni in primo luogo, gli elementi sintomatici esterni trasferibili nel processo attraverso la deposizione degli operanti sì da poter pervenire, solo allora, ad una pronuncia di condanna al di là di ogni ragionevole dubbio.
E' però tematica, come si è detto, propria dell'accertamento processuale ordinario, inconferente rispetto alla diversa situazione del "patteggiamento" e, rispetto a questo, del proscioglimento ex art. 129 c.p.p..
Sotto questo profilo, quindi, la sentenza merita censura.
A tali argomenti va soggiunto un ulteriore rilievo, pur non evocato direttamente nel ricorso. Il giudicante, in vero, operando una "frammentizzazione" della decisione rispetto alla richiesta concordata ha finito con il vulnerare il proprium dell'accordo pattizio.
Infatti, l'eliminazione di uno o più reati oggetto del "patteggiamento", modificando il quadro processuale valutato dalle parti in sede di richiesta della pena, determina la caducazione del "patteggiamento" nella sua interezza (cfr. Sezione 4^, 1 luglio 2004, PG in proc. Temperini).
In conclusione, la sentenza va annullata senza rinvio e gli atti trasmessi al competente Tribunale.

P.Q.M.

annulla senza rinvio la sentenza impugnata e dispone la trasmissione degli atti al Tribunale di Savona.
Così deciso in Roma, nella Camera di consiglio, il 10 giugno 2009.
Depositato in Cancelleria il 9 luglio 2009